Sabato, 20 aprile 2024 - ore 09.03

La specie umana è unica. Non esistono razze ma tante diverse etnie. Aggiornare la Costituzione di Paolo Bodini (LeU)

Egregio direttore, vorrei riprendere brevemente la questione relativa alla presenza della parola ‘razza’ nella Costituzione e quindi all’argomentazione di chi sostiene che se è nella Costituzione la si può usare.

| Scritto da Redazione
La specie umana è unica. Non esistono razze ma tante diverse etnie. Aggiornare la Costituzione di Paolo Bodini (LeU)

La specie umana è unica. Non esistono razze ma tante diverse etnie. Aggiornare la Costituzione di Paolo Bodini

Egregio direttore, vorrei riprendere brevemente  la questione relativa alla presenza della parola ‘razza’ nella Costituzione e quindi all’argomentazione di chi sostiene che se è nella Costituzione la si può usare.

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Certo che la si può usare (non è di per sé una brutta parola), ma non riferita alla specie umana, perché all’interno della specie umana non esistono le razze, nell’accezione del termine comunemente usata. Le razze, cioè la presenza di individui con un patrimonio genetico così differenziato, all’interno di una stessa specie, fino al punto da rendere l’accop piamento tra individui di ‘razze’ diverse impossibile o infecondo o, ancora, in grado di procreare solo individui sterili (vedi il caso de ll’accoppiamento cavallo-asina), esistono solo nel regno animale e anche qui con molti distinguo, che sarebbe troppo lungo descrivere.

Molto spesso le ‘razze’ sono indotte dall’uomo che, nei secoli, ha selezionato individui con caratteri somatici molto distintivi, come è nel caso dei cani, dei gatti o dei cavalli.

Ma nella specie umana è ormai ampiamente dimostrato che il patrimonio genetico è condiviso in una altissima percentuale tra tutti gli individui e che la variabilità genetica è già molto ampia nel nostro ‘v icinato’ (pari all’85%) e ben poco aggiunge il confronto anche con popolazioni assai distanti da noi e somaticamente molto diverse (solo il 10-15%).

Per chi fosse interessato a questi argomenti suggerirei la lettura di un bel libro scritto in modo divulgativo da un grande genetista italiano, Guido Barbujani, intitolato ‘L’invenzione delle razze’, edito da Bompiani nel 2006.

Nella nostra Costituzione la parola ‘razza’ viene utilizzata, nel bellissimo e fondamentale articolo 3, con lo scopo nobilissimo di stigmatizzare e condannare qualunque tipo di discriminazione tra esseri umani. Il riferimento al nazifascismo e alle sue aberrazioni nonché alle tristissime leggi razziali promulgate in Italia era ed è evidente.

Le conoscenze scientifiche non erano allora così avanzate quanto lo sono oggi, grazie alla codifica del genoma umano. Vi erano inoltre ancora gli echi ottocenteschi, quando il concetto di razza aveva una sua ‘dignità’ scientifica. Oggi, come del resto proposto anche recentemente da genetisti ed antropologi della Università di Pavia, ritengo sarebbe opportuno sostituire nell’articolo della Costituzione quel  termine con una diversa locuzione come ad esempio ‘etnia’ o meglio ‘provenienza geogr afica’, che ben si lega al problema delle migrazioni, fenomeno attuale quanto sempre presente nella storia dell’umanità .

L’articolo 3 potrebbe quindi diventare: «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso, di provenienza geografica, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori a l’l organizzazione politica, economica e sociale del paese».

Questo chiarirebbe come non sia corretto parlare di razza nell’ambito umano e aiuterebbe a superare un pregiudizio ancora purtroppo diffuso. Certo non sarà risolutivo, ma guardare le cose partendo da un presupposto scientifico corretto può essere un primo passo verso l’accettazione, sia pur difficile, di chi è diverso da noi.

PAOLO BODINI (LIBERI E UGUALI, CREMONA)

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