Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 07.55

Le mani di Tina (di Massimo Marnetto)

| Scritto da Redazione
Le mani di Tina (di Massimo Marnetto)

L'Istituto Cervantes di Piazza Navona è chiuso, ma non resisto.
Busso al vetro, la ragazza allunga il collo. Le sorrido chiedendo di poter entrare.
Lei esita, poi gira da dietro il banco e apre, ma mi dice di fare presto.
Sono solo con le foto di Tina Modotti, una fotografa che amo.
E che ritrovo in questa piccola grande mostra (ormai terminata) che le ha dedicato l'Ambasciata del Messico, il paese dove la friulana di umili origini arrivò ai negli anni venti con la sua voglia di vedere, capire, fotografare, mettendosi subito dalla parte degli ultimi e dove morì quarantenne.
Sulla parete ci sono alcuni scatti delle sue famose "mani": quelle dei contadini, degli operai, con le vene gonfie di fatica e la pelle inspessita dal lavoro.
Passo da una foto all'altra con la sofferenza della fretta.
Finché non arrivo a quella della "bambina col secchio", alto quasi la sua metà. La Modotti l'ha "fermata" mentre si riposa, cogliendone lo sguardo dolce e rassegnato.
Penso a quanti bambini conoscono la fatica precoce e non riesco a staccarmi dalla tenerezza di quell'immagine.
Si spengono metà delle luci della piccola sala. Capisco e me ne vado.
Non fa più freddo a Roma.

Massimo Marnetto

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