L’attività politica del cavaliere insiste sulle formalità e sull’apparenza, non potendo esibire contenuti programmatici a media e lunga scadenza, come si converrebbe ad uno statista in grado di progettare un futuro per le prossime generazioni.
L’apparenza domina la scena, sostenuta dai sondaggi che indicano i problemi dell’oggi più sentiti dagli italiani. Si tratta della tecnica di chi non ha nulla da dire e cerca di cattivarsi l’elettorato urlando dalle postazioni televisive che gli vengono arbitrariamente concesse.
L’IMU ha generato una situazione di grave disagio in parecchi strati della popolazione, per cui cavalcare tale disagio dovrebbe risultare vincente e convincente per stimolare la concessione del consenso; da qui la promessa di togliere l’IMU, quella stessa IMU che Monti ha solo anticipato di un anno, ma prevista dal precedente governo Berlusconi a decorrere dal 2013, previsione che ha influito molto sulla decisione di fuggire dalle sue responsabilità e cedere le patate bollenti ad un governo tecnico, tenuto, però, sotto il ricatto di farlo cadere, per risultare, agli occhi ingen uti degli elettori, il presidente del consiglio che non ha rimesso l’IMU, e che ora promette di togliere. Non accenna nemmeno che fu proprio la cancellazione dell’ICI anche per i grandi patrimoni che ha aggravato sensibilmente la crisi dell’Italia, negata e identificata come un mero fatto psicologico.
Le maratone televisive stanno stancando ed esasperando gli italiani che non degnano tali marce forzate di alcun a attenzione; sono i quotidiani che fanno da cassa di risonanza, basterebbe ridurre gli interventi del cavaliere ad un resoconto delle medesime cose trite e ritrite che formano il solo ronzino di battaglia di questo cavaliere disarcionato.
Anche il suo fidanzamento risulta una mera formale apparenza, per far dimenticare agli italiani i processi a penali in corso e gli scandali dello sfruttamento della prostituzione minorile e il bunga bunga che ha identificato l?Italia degli ultimi anni; con tale fidanzamento crede di avere salvato la faccia e la moralità, contentandosi di una sola partner, al posto delle centinaia che ancora sovvenzione per garantirsi il silenzio.
Dall’alto dei suoi 76 anni, contro i 28 della fidanzata, avrebbe avuto diritto a ben due ventottenni ed una di diciassette anni e sei mesi (minorenne, che passione !), per pareggiare i conti; invece per amore di patria si sacrifica e si contenta di una sola, meritando (così almeno si illude) la patente di morigeratezza, di etica e di “buon padre di famiglia”).
Rosario Amico Roxas