Sig. Presidente,
la condizione di precarietà di molti lavoratori e moltissimi giovani, è da considerarsi una condizione "eccezionale", fuori dalla norma; ho l'impressione che la sua idea di lavoro non risponda alle esigenze di quanti hanno scelto il lavoro come sistema di vita.
Eliminare la precarietà ?
Certo sarebbe ottimale, se non sorgesse un dubbio atroce: lei non si muove per eliminare la precarietà ma per eliminare l'eccezionalità... come...?
Facendo diventare precari, indistintamente, tutti i lavoratori, così la precarietà diventerebbe la norma non più eccezionale.
Sig. Presidente,
In una Democrazia compiuta la politica trova nella società civile e democratica la fonte della sua convinzione che il lavoro costituisce una fondamentale dimensione dell'esistenza umana.
Nel nostro tempo diventa sempre più rilevante il ruolo del lavoro umano, come fattore produttivo delle ricchezze immateriali e materiali; diventa, inoltre, evidente come il lavoro di un uomo si intrecci naturalmente con quello di altri uomini. Oggi più che mai lavorare è un lavorare con gli altri e un lavorare per gli altri: è un fare qualcosa per qualcuno.
Il lavoro è tanto più fecondo e produttivo, quanto più l'uomo è capace di conoscere le potenzialità produttive della terra e di leggere in profondità i bisogni dell'altro uomo, per il quale il lavoro è fatto.
Dimentichi l'esistenza del berlusconismo, del liberismo capitalista, e del suo inventore Berlusconi e operi con coscienza.
Rosario Amico Roxas