Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 14.15

Lotta al Covid I SI VAX SI PRENDANO LE PIAZZE | R.Vacchelli Cingia de Botti

Ma i costruttori (e con loro tutti noi) devono scendere in piazza per togliere il giocattolo da mani irresponsabili

| Scritto da Redazione
Lotta al Covid I SI VAX SI PRENDANO LE PIAZZE | R.Vacchelli Cingia de Botti

Lotta al Covid-19 I SI VAX SI PRENDANO LE PIAZZE | Rosella Vacchelli Cingia de Botti

Ma i costruttori (e con loro tutti noi) devono scendere in piazza per togliere il giocattolo da mani irresponsabili

 Signor direttore, se il mondo fosse un cantiere edile, cosa farebbe chi lavora ai piani attendendo a ciò che gli compete davanti alla scoperta che magari, un poco più sotto, c’è chi briga a compromettere l’opera dalle fondamenta? Scatterebbe l’allarme, partirebbe la denuncia e si tornerebbe al lavoro solo dopo aver armonizzato gli obiettivi.

Certo un caso del genere non si da nella cantieristica. Fuor di metafora però è quello che sta succedendo nel mondo della scienza tra ricercatori, medici, professori, eccetera, che dividerei a rigor di metafora in costruttori e demolitori. Mentre la gran parte degli operatori della scienza lavora con intenzioni limpide a risolvere i problemi e a curare le malattie del mondo magari anche a rischio della vita, c’è chi nel chiuso di qualche laboratorio ritiene di avere il diritto di operare senza «regole di ingaggio» trasparenti, senza protocolli di sicurezza almeno superiori a quelli che qualunque studio dentistico riesce a offrire e, ancor di più, fuori da ogni «contratto sociale» sulle finalità e sui limiti della ricerca scientifica.

È legittimo (certo ad alto livello e forti di finanziamenti cinesi, americani, francesi...) giocare al piccolo chimico con le sorti del mondo? E poi tacere e mischiare le carte magari per ricominciare un’altra partita, un gioco irresponsabile e tragico a mo ’ di roulette russa all’insegna del «vediamo che succede»? Tanto poi l’ipoteca è sul mondo intero e toccherà ai costruttori di cui sopra cercare affannosamente al buio rimedi, inventare protocolli e vaccini e intanto esporsi in prima linea allo tsunami e resistere. Forse è il tempo di sanare la dicotomia tra chi lavora per salvare il mondo e chi gioca partite senza regole fino a scatenare pandemie come tempeste perfette.

Questa e quante altre poi? Ma i costruttori (e con loro tutti noi) devono scendere in piazza per togliere il giocattolo da mani irresponsabili e ri-chiarire le finalità e i limiti della ricerca perché nessuno più si arroghi il diritto di strapazzare il mondo, ad esempio «addestrando» in laboratorio virus ad infettare l’uomo attraverso il passaggio in topi umanizzati (Barnard-Quay «L'origine del virus 21»). C’è chi dirà che se questo virus è frutto di manipolazione dissennata altri virus che ci minacciano hanno origine naturale perché il salto di specie avviene in natura. Lì, però, bisognerebbe chiedersi quanto questi salti siano favoriti da politiche anc h’esse dissennate che stravolgono ecosistemi fragili. È fatica di Tantalo rincorrere le pandemie se non si dichiara guerra alle cause.

Su questo che è il suo terreno, la scienza faccia sentire la sua voce. Perché solo così si salva il mondo. Dalle pandemie e anche dall’antiscientismo dilagante tra no-vax e filosofi o pseudotali oltre che dai burattinai irresponsabili e dai loro finanziatori. E da un nuovo Medioevo. È un appello, ma anche un atto dovuto a chi è morto di Covid come non si deve morire e a tutti noi vecchi e giovani cittadini del mondo e alle nostre vite dimidiate, segregate, sospese.

Rosella Vacchelli Cingia de Botti

 

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