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Mantova, l’Opera galleggiante Festival 2015: 12 settembre 'Sole' di Valentina Capone

Ore 21.00 Commessaggio. Casa Studio “La silenziosa”

| Scritto da Redazione
Mantova, l’Opera galleggiante Festival 2015: 12 settembre 'Sole' di Valentina Capone

La vicenda de Le Troiane è nota: sullo sfondo di Troia in fiamme, le prigioniere di guerra sono alla mercé dei Greci, vincitori con l’inganno del cavallo di legno. L’esito di un sorteggio assegna Cassandra ad Agamennone, Andromaca - consorte di Ettore - a Neottolemo ed Ecuba ad Odisseo.

Cassandra appare agitata da un delirio fatidico. Le sofferenze di Andromaca raggiungono l’apice quando una nuova decisione dei vincitori le strappa il figlioletto Astianatte, che sarà gettato dalle mura della città.

La partenza delle navi si affretta, mentre, in un incendio totale, la città di Troia rovina, con sinistri fragori. Nell’aria i lamenti delle donne di Ilio, sole. Arrivano, poi vengono portate via, come dal vento, e lasciano una realtà condizionata da una forza che si impone e tenta di schiacciarle con ferocia. Una realtà non definibile, nella quale ciò che chiamiamo Destino o Dio o Legge di Natura, può trasformare tutto nel suo opposto; chi era libero e potente adesso è schiavo, chi rideva, piange.

Voi che sembrate ora felici. La realtà ed il suo contrario nel simbolo del Sole, che illumina e dà la vita e che, allo stesso tempo, quella stessa vita essica.

In Ecuba e Le Troiane, la tecnica compositiva utilizzata da Euripide consiste in una successione di momenti, senza un nodo tragico e accentratore dell’azione: l’unità va ricercata nel clima sentimentale e tonale. In questa struttura sono stati inseriti suoni, parole e frammenti altri. Tra questi, la “piccola” storia di Etora, un personaggio di pura fantasia che commenta l’azione e le apparizioni sulla scena dal suo punto di vista. Etora, è l’improbabile amante di Ettore. E’ rimasta sola. A volte succede: una mattina ti svegli ed il tuo eroe non c’è più, forse è andato in guerra.

Ma anche i Grandi possono avere una piccola, fatale distrazione. Ettore ha dimenticato il suo Scudo, quello scudo che lo ha sempre protetto e sempre lo ha fatto tornare. Quale miglior pretesto così, per cercare di raggiungerlo sul campo di battaglia? Etora non pensa, non esita, agisce, fa qualcosa, fa un’azione, parte anche lei, senz’armi, senza capire. Ingenua ed inconsapevole, e con le sue battute spezza parzialmente il ritmo tragico e suggerisce un’altra dimensione in cui vivere il dramma, anche se, inevitabilmente, viene via via assorbita dall’insensatezza della guerra e dall’immobilità dell’attesa.

In Sole non ci sono distinzioni nette tra Bene e Male, non ci sono categorie assolute, assolute certezze. La stessa Etora forse non esiste, forse è uno dei fantasmi e forse Ettore non l’ha mai incontrato… “a volte la immagino come una Maga, che celebra i suoi riti, che recita il suo gioco”.

Fonte: Terre d'acqua festival

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