Martedì, 23 aprile 2024 - ore 14.36

Milano, la città che vogliamo

| Scritto da Redazione
Milano, la città che vogliamo

Si è svolto oggi, sabato 4 febbraio, all'Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele l'incontro pubblico organizzato da Italia Nostra, che è tornata a ribadire le proprie osservazioni al Piano di governo del territorio (PGT) . Una discussione con importanti urbanisti e architetti che hanno formulato le loro critiche costruttive ed anche proposte migliorative per spingere la nuova amministrazione a realizzare un percorso generale di rilettura del PGT e correggere i gravi errori che, allo stato attuale, contiene. Milano non può morire soffocata dal cemento. Per Italia Nostra questa è l’ultima possibilità che è rimasta all’amministrazione di fare una revisione importante in grado di dare una nuova valenza al piano attraverso la dimostrazione di una forte sensibilità paesistica e di un doveroso rispetto per l’attuale città.

Italia Nostra ha chiesto Milano di essere ascoltata in consiglio comunale alla presenza del Sindaco e dell'assessore De Cesaris a cui sarà presentato un documento con tutte le proposte costruttive e migliorative all'attuale PGT.

ALL'INCONTRO SONO INTERVENUTI:

Alessandra Mottola Molfino, Presidente nazionale di Italia Nostra

Paolo Galuzzi, membro della Consulta tecnico scientifica per il PGT

Giuseppe Boatti, urbanista

Luigi De Falco, Assessore all'urbanistica di Napoli

Francesco Borella, Italia Nostra, sezione di Milano

Umberto Vascelli Vallara, Italia Nostra, sezione di Milano

Nadia Volpi, vice presidente di Italia Nostra, sezione di Milano

Jacopo Gardella, Italia Nostra, sezione di Milano

Giovanni Micheloni, Italia Nostra, sezione di Milano

Alberto Ferruzzi, Italia Nostra, sezione di Milano

Paolo Berdini, urbanista

***

Introduzione di Alessandra Mottola Molfino

Italia Nostra (nazionale e sezione di Milano) è qui per ragionare, proporre e suggerire.

Proprio nel momento in cui il Piano di Governo del Territorio è in Consiglio Comunale: il governo

della nostra città sta dunque prendendo decisioni estremamente importanti per il futuro di noi

tutti.

Noi vogliamo riconoscere alla Giunta il lavoro pregevole fatto finora sulle oltre 4500

osservazioni dei cittadini, degli enti e delle associazioni (tra le quali anche le nostre) e con gli

indubbi miglioramenti apportati al PGT.

Noi di IN sappiamo bene che il lavoro sulla città non finisce con questo atto seppure

importantissimo e decisivo; e oggi qui prendiamo l’impegno di “dare una mano” al Comune, con le

nostre proposte e perfino con critiche, pur sempre costruttive...

Cosa succederà, per esempio, con la dismissione monetizzata dei grandi complessi del

demanio statale ? non si deve fare cassa con i beni culturali, con i gioielli di famiglia, come stanno

facendo a Venezia: essi appartengono a noi tutti e sono la nostra identità. Le leggi giustamente lo

impediscono.

IN ha pubblicato da pochi mesi il proprio Quaderno 29: La città venduta, nel quale potete

leggere (è in vendita alla contigua libreria Rizzoli) il nostro decalogo sulla città, le osservazioni della

nostra sezione di Milano al PGT, il testo su Milano di Giuseppe Boatti.

Noi saremo a fianco del Comune; vigili e seguendo i principi che Italia Nostra persegue da

sempre, da quando è nata nel 1955 (proprio per sventare una immensa speculazione edilizia nel

centro di Roma).

Principi che ci ispirano e che continuamente portiamo avanti ad ogni costo:

1. La città è un BENE COMUNE , non è una merce, non è uno spazio bruto, buono a tutto e

vendibile; appartiene a una collettività che deve condividerne il progetto e la gestione. E

non ci possono essere ragioni di salvezza dalla catastrofe economico/finanziaria che

tengano di fronte a questa dichiarazione.

2. Noi riconfermiamo la pianificazione urbanistica pubblica come unico strumento in grado

di regolare i meccanismi di crescita e trasformazione della città; ma attraverso un sistema

di regole certe, e di garanzie di legalità estese e partecipate. Perché in questi 30 anni la

cancellazione delle regole condivise per la pianificazione del territorio ha creato

disuguaglianze tra i cittadini. Disuguaglianze aggravate dalle pratiche dell’urbanistica

contrattata (che da sempre IN avversa) e dagli accordi di programma in deroga che hanno

vanificato le certezze della pianificazione partecipata e piegato l’interesse pubblico al

favore di pochi.

3. La scala della pianificazione urbanistica deve essere metropolitana, regionale e soprattutto

di bacino (v. i gravi problemi idrogeologici di Milano). Sede Nazionale - Viale Liegi, 33 00198 Roma – Tel. +39.06.8537271 Fax. 039.0685350596

C.F. 80078410588 P.IVA 02121101006 - info@italianostra.org - www.italianostra.org

4. Il suolo libero, lo spazio aperto è ormai un bene raro: un bene comune (res communes

omnium ; v. Commissione Rodotà e differenza tra beni comuni e beni pubblici); un bene

che deve essere difeso a tutti i costi. Si tratta della nostra sopravvivenza; che mai potrà

essere pagata con oneri di urbanizzazione. Si tratta della nostra impronta ecologica; che è

lo spazio necessario a ogni essere umano per consumare, gettare, vivere. Per il tenore di

vita degli italiani l’impronta ecologica è stata calcolata in 4,2 ettari a testa – noi oggi ne

abbiamo 1,5 a causa del dissennato consumo di suolo che abbiamo mangiato negli ultimi

decenni e degli sprechi consumistici – quindi già ora ci mancano 2,8 ettari. Dunque ogni

possibile spazio libero a Milano va difeso con ogni mezzo (anche con la class action). Negli

ultimi 10 anni i comuni hanno autorizzato costruzioni per una media di 270 milioni di mcubi all’anno, e nello stesso tempo sono scomparsi 1,1/2 di ettari di suolo agricolo (dati

Istat).

5. Noi di IN lavoriamo per creare in città BOSCHI e ORTI, noi crediamo nell’agricoltura

urbana.

6. IN chiede a tutti i comuni una moratoria sulle nuove urbanizzazioni e sul consumo di suolo:

gli italiani si devono trasformare da costruttori e cementificatori in...restauratori (sono

posti di lavoro e crescita). Dobbiamo riconvertire il costruito non consumare nuovo spazio.

Così si può fermare la crisi dell’edilizia.

7. Se veramente riteniamo necessarie le autostrade e tangenziali attorno alla città,

soprattutto nel Parco Sud, lo spazio occupato deve essere risarcito (non con oneri di

urbanizzazione), ma con la cessione di pari superfici da valorizzare ecologicamente e

paesisticamente. Ovvero, e anche, con la rottamazione del costruito deteriorato e di

cattiva qualità in zone paesaggisticamente sensibili.

8. Se il PGT concede ancora (forse) troppe nuove volumetrie, questa occupazione privata di

spazio, aria e cielo, deve essere risarcita (da una data percentuale in poi) con oneri da

riutilizzare per la manutenzione del centro storico, dei monumenti, del verde urbano, delle

vie d’acqua.

Questi principi sono anche quelle proposte che IN lancia per far fronte alla recessione fatale

nella quale sta sfociando la crisi finanziaria che, dopo cinque anni ininterrotti, ormai si può

dire ...permanente. Una crisi nata da un’economia di carta (finanziaria) e, appunto, di mattone

(speculativa). Puntare ancora su queste due carte sarebbe da folli e da suicidi.

Noi di Italia Nostra crediamo che sarà il nostro patrimonio culturale e paesaggistico, la

bellezza delle nostre città, dei nostri monumenti, dei nostri musei, la qualità della nostra vita, a

salvarci.

Su questo nostro capitale del futuro dobbiamo puntare per migliorare il nostro benessere;

senza inseguire irraggiungibili punti di PIL; senza ripetere gli errori di speculazioni edilizie e

finanziarie che ci hanno portato al consumo di suolo e alla distruzione delle città.

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