Sabato, 27 aprile 2024 - ore 06.20

Nencini.Crisi senza precedenti.

| Scritto da Redazione
Nencini.Crisi senza precedenti.

Nencini.Crisi senza precedenti. UNA CRISI SENZA PRECEDENTI, UN GOVERNO ANCORA ASSENTE di Riccardo Nencini
Si poteva fare di più per arginare la speculazione finanziaria contro l'Italia? Sì, si poteva e si doveva. Il presidente del consiglio, nel suo intervento alle Camere, ha mostrato un attendismo incomprensibile, come se non avesse strumenti più incisivi da utilizzare di quelli finora messi in campo. E non si può neppure dire che non manchino le proposte.
Ci sono quelle che hanno avanzato parti sociali, industriali e sindacati assieme. Ci sono quelle suggerite da autorevoli economisti, a cominciare dalla più semplice e immediata di un anticipo delle tappe della manovra economica spostandone il peso maggiore nei mesi a venire e non a dopo la scadenza naturale della legislatura. C'è anche la richiesta delle opposizioni, chiara e accorata, di discontinuità con la maggioranza attuale. E di crescita.
Serve solidità e serve una maggiore equità sociale, incardinata sul principio secondo il quale chi più possiede deve contribuire con maggiore responsabilità, evitando che la manovra sia un bagno di sangue per le fasce più deboli.
Due provvedimenti dovrebbero essere assunti subito: tassare le rendite finanziarie e introdurre una patrimoniale, 'idea 'forte' riemersa negli interventi dell'ex presidente del consiglio Giuliano Amato. Una strada indubbiamente difficile, ma che non può essere scartata a priori, anche se il solo parlarne ha già generato una ripresa delle esportazione clandestine di capitali verso paradisi fiscali e banche compiacenti.
L'Italia ha dimostrato in tanti frangenti della sua storia di saper essere unita e decisa nelle situazioni di vera emergenza nazionale e questa lo è. Questa può essere la carta decisiva per adottare provvedimenti tali da spezzare la spirale perversa del debito pubblico.
Nei giorni scorsi, così come ha fatto il leader spagnolo Zapatero, Berlusconi avrebbe potuto annunciare le sue dimissioni per portare il Paese alle elezioni anticipate e a un nuovo governo all'altezza della situazione. Oppure avrebbe potuto tentare un allargamento della sua maggioranza, ovviamente rendendo disponibile la poltrona di palazzo Chigi.
 La prima strada avrebbe il pregio di portare alla nascita di un esecutivo su un programma calibrato sulla crisi economica in atto, ma ci esporrebbe anche ad un periodo di vuoto di potere.
La seconda avrebbe il pregio di dare subito la risposta che i mercati si attendono, ma avrebbe comunque come naturale orizzonte quello di un ritorno anticipato alle urne. Ed è forse oggi questa l'unica vera strada percorribile.
Certamente senza l'ingresso nel governo di forze politiche responsabili, capaci di un riformismo vero - e nell'opposizione ve ne sono - rischiamo una burrasca al giorno, ognuna potenzialmente in grado i affondarci.
Invece di discutere su un carnascialesco trasloco di ministeri al Nord o sull'ennesima legge che garantisce un solo italiano e la nega a tutti gli altri, come quella che allunga i processi fino a farli morire, dovremmo sederci attorno a un tavolo, affrontare i problemi reali e prendere le iniziative che servono.
Berlusconi invece, di nuovo, ha scelto di non scegliere, lasciando l'Italia nel guado. Con la piena in arrivo.


Direzione Psi
Piazza San Lorenzo in Lucina, 26
00186Roma
Ufficio Stampa
uff.stampa@partitosocialista.it
 

1383 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria