Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.05

Nessun aumento del rischio di tumori cerebrali per chi utilizza i telefoni cellulari

Studio di lungo periodo di università di Oxford e IARC sulle donne del Regno Unito

| Scritto da Redazione
Nessun aumento del rischio di tumori cerebrali per chi utilizza i telefoni cellulari

I telefoni cellulari emettono onde a radiofrequenza che, se assorbite dai tessuti, possono provocare surriscaldamento e danni e fin dalla loro comparsa si è temuto che aumentassero il rischio di sviluppare un tumore al cervello, paure che si sono riaccese recentemente con le tecnologie wireless mobili 5G.

Dato che i telefoni cellulari vengono tenuti vicino alla testa, le onde a radiofrequenza che emettono penetrano per diversi centimetri nel cervello e i lobi temporali e parietali sono quelli più esposti. Per questo l’ International Agency for Research on Cancer (IARC) ha classificato le onde a radiofrequenza come «possibilmente cancerogene». Tuttavia, la maggior parte degli studi che finora avevano indagato su questo problema erano studi retrospettivi, nei quali gli individui riferiscono di aver utilizzato un  telefono cellulare dopo una diagnosi di cancro, il che significa che i risultati potrebbero essere distorti.

Ma già nel 2019 i ricercatori dell’Istituto superiore di sanità, del Cnr-Irea, dell’Enea e dell’Arpa Piemonte avevano pubblicato una meta-analisi delle ricerche internazionali condotte sugli impatti delle radiofrequenze cui siamo sottoposti da telefoni, WiFi, antenne tv e stazioni radio, dalla quale emergeva come «L’uso comune del cellulare non sia associato all’incremento del rischio di alcun tipo di tumore cerebrale» e successivamene, con un altro studio, sostenevano che, per quanto riguarda il 5G è in corso un approccio «molto cautelativo che permette di assicurare il rispetto dei limiti in qualsiasi condizione di esposizione»

Ora, il nuovo studio “Cellular Telephone Use and the Risk of Brain Tumors: Update of the UK Million Women Study”, pubblicato sul Journal of National Cancer Institute da un team di ricercatori dell’università di Oxford e dello IARC, riporta  i risultati di un ampio studio prospettico svolto nel Regno Unito (uno studio in cui i partecipanti vengono arruolati prima che sviluppino la malattia o le malattie in questione) per indagare sull’associazione tra l’uso del telefono cellulare e il rischio di tumore al cervello . I risultati sono pubblicati.

I ricercatori hanno utilizzato i dati dello UK Million Women Study che ha reclutato una donna su quattro tra quelle nate nel Regno Unito tra il 1935 e il 1950. Circa 776.000 partecipanti hanno completato questionari sull’utilizzo del telefono cellulare nel 2001; circa la metà di questi è stata intervistata di nuovo nel 2011. I partecipanti sono stati quindi seguiti per una media di 14 anni attraverso il collegamento ai loro dati del servizio sanitario nazionale britannico (SSN).

I ricercatori spiegano che «L’uso del cellulare è stato esaminato in relazione al rischio di vari tipi specifici di tumore al cervello: glioma (un tumore del sistema nervoso); neuroma acustico (un tumore del nervo che collega il cervello e l’orecchio interno); meningioma (un tumore della membrana che circonda il cervello); e tumori della ghiandola pituitaria». E’ stato anche studiato se l’uso del telefono cellulare fosse associato al rischio di tumori agli occhi.

Ecco i risultati chiave dello studio presentati dall’università di Oxford e dall’IARC:

Entro il 2011, quasi il 75% delle donne di età compresa tra 60 e 64 anni utilizzava un telefono cellulare e poco meno del 50% di quelle di età compresa tra 75 e 79 anni; Nel periodo di follow-up di 14 anni, 3.268 (0,42%) donne hanno sviluppato un tumore al cervello; Non vi era alcuna differenza significativa nel rischio di sviluppare un tumore al cervello tra coloro che non avevano mai usato un telefono cellulare e gli utenti di telefoni cellulari. Questi includevano tumori nei lobi temporali e parietali, che sono le parti più esposte del cervello; Non c’era differenza nemmeno nel rischio di sviluppare gliomi, neuromi acustici, meningiomi, tumori dell’ipofisi o tumori oculari; Non c’è stato alcun aumento del rischio di sviluppare nessuno di questi tipi di tumore per coloro che usavano un telefono cellulare ogni giorno, parlavano per almeno 20 minuti a settimana e/o usavano un telefono cellulare da oltre 10 anni; L’incidenza dei tumori del lato destro e del lato sinistro era simile negli utenti di telefoni cellulari, anche se l’uso del telefono cellulare tende ad essere considerevolmente maggiore sul lato destro rispetto al lato sinistro.

Una delle autrici dello studio, Kirstin Pirie della Cancer Epidemiology Unit del Nuffield Department of Population Health di Oxford, evidenzia che «Questi risultati supportano l’evidenza accumulata che l’uso del telefono cellulare in condizioni normali non aumenta il rischio di tumore al cervello».

Lo studio, finanziato dall’UK Medical Research Council e da Cancer Research UK, fa notare però che «Sebbene i risultati siano rassicuranti, non è chiaro se i rischi associati all’uso del telefono cellulare siano diversi in coloro che usano i telefoni cellulari in misura notevolmente maggiore rispetto a quanto fosse tipico delle donne in questa coorte. In questo studio, solo il 18% degli utenti della telefonia ha riferito di parlare al cellulare per 30 minuti o più ogni settimana. Chi utilizza i telefoni cellulari per lunghi periodi può ridurre la propria esposizione alle onde a radiofrequenza utilizzando kit vivavoce o altoparlanti».

Il nuovo studio non ha incluso bambini o adolescenti, ma lo studio “Wireless phone use in childhood and adolescence and neuroepithelial brain tumours: Results from the international MOBI-Kids study”, pubblicato a febbraio su Environment Iternational da un folto team di ricercatori che comprendeva anche diversi scienziati italiani,  non ha trovato  nessun collegamento tra l’uso del telefono cellulare e il rischio di tumore al cervello in questi gruppi.

Joachim Schüz, capo ricercatore  dell’IARC ha concluso: «Le tecnologie mobili stanno migliorando continuamente, così che le generazioni più recenti emettono una potenza di uscita sostanzialmente inferiore. Tuttavia, data la mancanza di prove per gli utenti “pesanti”, consigliare agli utenti di telefoni cellulari di ridurre le esposizioni non necessarie rimane un buon approccio precauzionale».

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