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Noi della Tamoil non molliamo

| Scritto da Redazione
Noi della Tamoil non molliamo

Noi della Tamoil non molliamo di Pedretti Marco
INTERVENTO MANIFESTAZIONE TAMOIL  CREMONA 14 GENNAIO 2011
Un saluto a tutti voi, vorrei innanzitutto anch’io ringraziare  a nome di Filctem -Femca e Uilcem Cremona e dei lavoratori Tamoil tutti i partecipanti a questa bella manifestazione, le istituzioni, i politici, i cittadini, i pensionati, le rappresentanze delle altre categorie sindacali, i delegati e i lavoratori di  altre realtà produttive. Grazie  per la vostra sensibilità e per aver capito la complessità della vicenda e le ripercussioni che la decisione di Tamoil di dismettere la raffinazione potrebbe provocare all’intero territorio.
Un territorio già gravemente colpito da una crisi che ha provocato numerose chiusure aziendali, ristrutturazioni, richieste di cassa integrazioni o di mobilità che hanno coinvolto migliaia di lavoratori. Situazioni spesso passate inosservate per le ridotte dimensioni delle imprese coinvolte che purtroppo non hanno avuto la sufficiente risonanza mediatica.
La questione Tamoil si cala quindi in questo contesto di grande difficoltà provinciale e rischia di aggravarne pesantemente il quadro economico e sociale proprio per l’impatto sull’occupazione che la decisione dell’azienda produrrebbe. Impatto che avrebbe riflessi negativi ovviamente sui 300 dipendenti e sulle centinaia di lavoratori dell’indotto ma anche e proprio sull’economia complessiva del territorio.
Noi l’abbiamo detto fin dall’inizio, non stiamo affrontando una partita che coinvolge solo i lavoratori Tamoil, perché una problematica di questa portata rende indispensabile una riflessione sulla capacità industriale della nostra provincia e sulle necessarie strategie di sviluppo e di crescita che a nostro modo di vedere fino ad oggi sono state insoddisfacenti e spesso solo dedicate alla gestione delle situazioni di crisi.
In assenza di una inversione di marcia significativa e di un confronto istituzionale capace di indirizzare tutte le sinergie utili a rendere appetibile il nostro territorio, rischiamo un graduale ridimensionamento della sua capacità industriale e un impoverimento complessivo con ricadute pesanti proprio sull’occupazione, diventa quindi fondamentale la difesa delle attività produttive esistenti.
Per questo motivo abbiamo avuto la presunzione di intitolare questa manifestazione “A difesa dell’occupazione”.
Il 12 novembre 2010 Tamoil ci ha comunicato la volontà di cessare la raffinazione e di  trasformare il sito in un deposito, con un drastico ridimensionamento dell’organico diretto che passerebbe da 300 a 30 lavoratori e con l’azzeramento di una parte rilevante dell’indotto che coinvolgerebbe centinaia di lavoratori.
Gli interventi di Federica, Giovanni, Andrea, Ivan, Paolo, Antonella e di tutti gli altri lavoratori che sono intervenuti ci fanno capire bene il dramma e le preoccupazioni che stanno vivendo.
Persone a cui vengono strappate improvvisamente: il lavoro, il reddito, la possibilità di mantenersi e mantenere la propria famiglia, le condizioni di fare crescere serenamente i propri figli, la loro realizzazione di donne e uomini, il futuro, la speranza , la dignità ….
Questo per noi è inaccettabile.
Noi abbiamo immediatamente contrastato questa scellerata decisione riscontrando con favore il consenso e il sostegno da parte di tutte le istituzioni e dei politici locali, indipendentemente dalla loro appartenenza, un consenso trasversale che ha trasmesso a noi e soprattutto a questi lavoratori un senso di fiducia, una speranza di poter modificare la strategia aziendale.
Un’unità di intenti che ha  permesso un percorso rapido verso il massimo livello di confronto presso il Ministero dello Sviluppo Economico dove si sono già tenuti due incontri e mercoledì 19 gennaio vi sarà il terzo.
Un livello di confronto sicuramente positivo e da valorizzare ma che non si risolverà a breve, perché troppi sono ancora i dubbi da chiarire e le risposte non date dall’azienda.
In queste ultime settimane ci è parso purtroppo di cogliere qualche segnale di rassegnazione e una sorta di accettazione di un cibo inizialmente indigesto ma che con il passare del tempo sembra diventato più digeribile e questo ci preoccupa.
La manifestazione di oggi ha quindi la finalità di lanciare un messaggio a tutti: non sarà sicuramente il tempo a modificare o ad ammorbidire le nostre posizioni, perché questi lavoratori non si rassegneranno e si batteranno fino alla fine per salvare il loro posto di lavoro.
E’ giunto quindi il momento di passare dalle dichiarazioni ai fatti perché le lavoratrici ed i lavoratori intervenuti hanno portato problematiche reali che necessitano di risposte concrete.
E’ possibile che un azienda come Tamoil che ha ricevuto moltissimo da questo territorio, dai suoi cittadini e dai suoi lavoratori possa permettersi comportamenti di questo tipo?
Il presidente dell’Unione Petrolifera De Vita ci ha spiegato che la crisi della raffinazione porterà a chiudere 4 raffinerie in Italia e la prima a Cremona, ma si sono chiesti come gestire le pesanti ricadute occupazionali?
Noi crediamo che il Governo, anche tenendo conto della crisi economica che stiamo attraversando, dovrebbe imporre a queste aziende, che hanno sempre avuto profitti enormi, di posticipare i propri progetti e di presentare piani di riconversione industriale nell’ottica del mantenimento totale dell’occupazione, richiamarle quindi al proprio ruolo sociale.
Per questo noi chiediamo a Tamoil di posticipare la propria decisione in modo da consentire una discussione sul futuro dell’area senza vincoli temporali.

Ma è giunta anche l’ora di fornire risposte precise alle nostre domande inevase: in merito all’eventuale coinvolgimento dell’Eni; sulla possibilità di dare un  futuro alla raffinazione attraverso accordi per la lavorazione e il recupero degli oli pesanti magari proprio con Eni stessa; al ruolo del Governo ed alle eventuali pressioni politiche possibili visti gli ottimi rapporti commerciali ed economici esistenti fra Italia e Libia.
Se queste strade non porteranno a risultati positivi o non saranno percorribili e si renderà necessaria una discussione sulla riconversione industriale dell’area a seguito della bonifica, lo faremo solamente a condizione che siano presentati piani industriali dettagliati, con tempi certi e che offrano opportunità occupazionale ai lavoratori della Tamoil e dell’indotto.
In questi giorni abbiamo letto o sentito voci di possibili interessamenti all’area da parte di Gruppi o Imprenditori locali, crediamo sia giunta l’ora di esplicitare eventuali proposte alle Istituzioni e alle Parti Sociali onde evitare inutili illusioni.
La sola proposta che ci piace e che chiediamo
è una proposta che parli di occupazione su un’area di 800.000 m”,
è una proposta che dia un futuro a questi lavoratori,
è una proposta che dia un futuro ai nostri giovani,
è una proposta che dia un futuro al nostro territorio.

Pertanto, finchè non vi sarà un progetto industriale con queste caratteristiche continueremo a contrastare l’ipotesi della sola trasformazione in un deposito perché di sicuro

NOI DELLA TAMOIL NON MOLLIAMO
Grazie a tutti voi

Intervento di Marco Pedretti, Segretario dei Chimici della CGIL Cremona, alla manifestazione dei lavoratori della Tamoil che si è tenuto a Cremona il 14 gennaio 2010.

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