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Onoterapia alla Fondazione Germani

| Scritto da Redazione
Onoterapia alla Fondazione Germani

È un particolare tipo di pet therapy diffuso in Francia, Stati Uniti e Svizzera, ma ora si sta diffondendo anche nei centri di riabilitazione italiani. La terapia con gli asini è la nuova frontiera per migliorare l'interazione dei soggetti con disabilità. E la Fondazione “Elisabetta Germani” di Cingia de' Botti è stata pioniera in questo progetto, che ha visto protagonisti una decina di persone con disabilità psichica della RSD. I risultati sono stati straordinari e, con rilevazioni scientifiche alla mano, hanno dimostrato un generale miglioramento delle abilità degli ospiti.

L'esperienza è stata resa possibile grazie all'impegno della referente del progetto, l'educatrice Elena Rosa affiancata da Simona Balconi, mediante una sinergia tra il “Germani”, l'Asl di Brescia (in particolare il distretto di ricerca e attività sperimentali) e l'Asl di Cremona. «Abbiamo cominciato tre anni fa, accompagnando i nostri ospiti al Centro Natura Amica di Gussola, dove abbiamo trovato il supporto dell'operatore di pet therapy Paolo Azzali – spiega Elena Rosa -. Il primo anno abbiamo coinvolto quattro utenti della nostra RSD con disabilità psichica, sulla base di una valutazione educativa e sanitaria svolta dal direttore sanitario dott. Gianfranco Gainotti: inizialmente, si è trattato di attività di mediazione con l'asino, passo fondamentale per entrare in sintonia con l'animale. Il primo traguardo era la gestione delle ansie e delle emozioni, di cui abbiamo verificato il raggiungimento attraverso un monitoraggio costante».

La fase successiva è stata l'onoterapia vera e propria, fiore all'occhiello del “Germani” in quanto è l'unica realtà assistenziale del territorio ad aver realizzato l'attività strutturata portando avanti il progetto fino in fondo, con esperienze in contesti aperti, fuori dal recinto e passeggiate in golena. Il numero di disabili coinvolti è aumentato da quattro a nove, accompagnati una volta a settimana al Centro di Gussola.

I risultati parlano da sé. La verifica degli obiettivi, infatti, si è svolta in modo scientifico: «Abbiamo predisposto una scheda di valutazione individuale onoterapica ad hoc, in quanto non ne erano state create, finora, da altre strutture – prosegue Rosa -; il nostro intento era proprio quello di dimostrare, con parametri scientifici quantificabili, il successo dell'iniziativa. Agli ospiti coinvolti sono stati sottoposti anche test neuropsicologici, da cui è emerso che le abilità comportamentali, relazionali, sociali e cognitive hanno subito un notevole miglioramento, accompagnato da un'evidente riduzione dell'aggressività e da un incremento della qualità della vita.

L'ultima esperienza di questa lunga avventura, che verrà ripetuta anche il prossimo anno, è stata una due giorni di onoterapia con la possibilità di trascorrere la notte in tenda. Un'opportunità emozionante, vissuta da quattro ospiti della Fondazione che hanno aderito con entusiasmo. Dopo la passeggiata in golena con gli asini e altre attività strutturate complesse svolte dai pazienti accanto a operatori e volontari per la durata delle due giornate, hanno trascorso la notte nelle tende allestite dai volontari della Protezione Civile “Le Aquile” di Martignana Po, sempre alla presenza della referente Elena Rosa e dell'ausiliaria Pierangela Arrigoni.

L'attenzione che la Fondazione rivolge ai pazienti, infatti, passa anche attraverso metodi di cura 'alternativi', legati al rapporto con la realtà circostante, la natura e in questo caso gli animali. Opportunità che il “Germani” intende coltivare perché aiutano a far emergere le sensibilità e le caratteristiche umane e relazionali degli ospiti al di là del loro disagio, di cui la struttura si prende cura sfruttando tutte le migliori forme terapeutiche.

In questa prospettiva, la scelta dell'onoterapia come tipologia di pet therapy non è stata casuale. La referente Elena Rosa ha svolto ricerche specifiche legate alle peculiarità dell'asino, che per docilità e mansuetudine si è rivelato l'animale più adatto per entrare in empatia con disabili psichici.

Il successo è stato tale che, dietro invito di Andrea Lusenti, presidente del Centro Natura Amica, la Fondazione “Germani” è stata invitata a fornire la propria testimonianza a un convegno organizzato a Gussola nel maggio 2012, alla presenza del direttore generale dell'Asl di Brescia Carmelo Scarcella e dello psicologo Luigi Diotti.

 

Fondazione “Elisabetta Germani” Cingia de' Botti ( Cremona)

29/08/2013

 

 

Nota.
L'onoterapia è un tipo di pet therapy diffusa in Francia, Stati Uniti e Svizzera. Solo di recente si sta diffondendo nei centri di riabilitazione italiani.

Questo metodo di cura è attivo, non permette mai di restare passivi o di isolarsi, e si rivolge perlopiù a un'utenza che soffre di disturbi della personalità e in generale a cardiopatici ed ipertesi, handicappati motori, bambini ed anziani, malati psichiatrici e tossicodipendenti, detenuti, sieropositivi, audiolesi, non vedenti, persone con problemi di ansia, stress, solitudine, accettazione e disarmonia emotiva.

L'onoterapia sfrutta alcune caratteristiche proprie dell'asino (taglia ridotta, pazienza, morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad andature monotone) per entrare in comunicazione con il paziente attraverso il sistema asino-utente-operatore. L'operatore svolge le importanti funzioni di facilitare la comunicazione e di addestratore dell'animale.

I progetti di cura prevedono: la conoscenza dell'animale tramite il tatto, valorizzando la mano come strumento di comunicazione e affetto, esercizi in serie e giochi che favoriscono linguaggio, responsabilità e concentrazione.

I miglioramenti, spiegano i terapeuti, ci sono, ma ad oggi l'onoterapia non è riconosciuta dalla comunità scientifica.

 

 

 

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