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Paradossale: vince la linea dettata da Berlusconi |RAR

| Scritto da Redazione
Paradossale: vince la linea dettata da Berlusconi |RAR

Lo aveva affermato in tutte le salse di non accettare una emarginazione per via giudiziaria, con una sentenza comminata da persone che avevano “solo” saputo svolgere un compitino al concorso della magistratura, contro lui eletto dal popolo.

Ed è andata proprio come predicato; ma il paradosso sta nel fatto che la sconfitta politica gli è stata comminata da fuoco amico, in un rigurgito di autonomia intellettuale e politica operata da persone stanche di essere burattini movimentati da un burattinaio più interessato ai suoi problemi giudiziari che alle sorti della nazione.

Quel “quid” che Berlusconi aveva negato possedere Al Fano si è risvegliato dal sonno profondo dell’inerzia affrontando quel medesimo capo verso il quale, per lunghi anni, aveva manifestato riconoscenza ma senza condivisione, arrivando al punto di proporre quel noto “Lodo Alfano” bocciato dalla Consulta perché palesemente anticostituzionale.

Il momento più alto dello scontro, che ormai si era fatto non più procrastinabile, è avvenuta in TV quando Sallusti si è scontrato con Cicchitto, e sono volate parole grosse; il primo tutto proteso alla difesa del suo posto di lavoro da direttore de “Il Giornale”, con relativo stipendio e, marginalmente, del padre-padrone del partito che gli impone dichiarazioni e redazionali ai quali lui stesso non crede. E’ rimasto nell’ombra delle approssimazioni, con argomenti concordati con la Santanchè, che li ha ripetuti in ogni occasione.

Vince la linea Berlusconi della sconfitta politica che diventa ancor più pesante della sconfitta giudiziaria, perché lo lascia nudo davanti ai prossimi processi, nei quali non può attendersi altro che una giusta applicazione delle leggi, senza favoritismi, sia pure legali, suggeriti da convenienze politiche.

Anche Bondi si è lanciato nella difesa ad oltranza dell’indifendibile, pochi minuti prima di essere contraddetto dallo stesso capo che stava difendendo, quando lo stesso Berlusconi prese la parola per smentire tutto e tutti, anche se stesso, facendo fare al poetesso Bondi la figura del garzone di bottega, grato al padrone, ma fustigato dal medesimo con un perentorio “Zitto tu !”

Le pitonesse, gli avvocati-senatori, il macellaio-banchere,  inquisito e in attesa di processo, nonché tutte le amazzoni ormai disarcionate, insieme a formare la pattuglia degli irriducibili, hanno trascinato il loro mentore davanti al plotone di esecuzione, pretendendo di intimidire gli esecutori materiali di quella sentenza che lo stesso Berlusconi ha definito “ fucilazione politica”, con un particolare inquietante, perché tale plotone era composto  da ex fedelissimi.

A margine c’è da notare una stridente contraddizione che ridimensiona la portata della ribellione interna, e sarebbe la presenza di Formigoni, partecipe della congiura solo perché così aveva deciso Comunione e Liberazione, personaggio squallido, in attesa di giudizio, del quale non fidarsi mai, non essendo credibile nei suoi comportamenti.

I media del mondo intero registrano la scomparse di Berlusconi dalla scena politica che conta e lo collocano alla fine del Viale del tramonto.

Rosario Amico Roxas

2013-10-03

 

 

 

 

 

 

 

 

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