Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 18.31

Parma La Collezione Maggi (di BIANCA BOLZONI)

Curiosità sulle mostre che ANLAI ha presentato

| Scritto da Redazione
Parma La Collezione Maggi (di BIANCA BOLZONI)

In occasione del restauro di un’arpa cromatica, tornata nell’aula del mio corso dal museo dello stesso conservatorio di Parma, mi sono chiesta se nella città in cui vivo fosse rimasta traccia di artigiani che in passato destinarono arte e ingegno a questo strumento.  Cremona vanta una tradizione liutaria famosa in tutto il mondo, sono celebri gli sforzi delle storiche botteghe di Antonio Stradivari e Giovanni Battista Ceruti, come la produzione delle loro arpe conservate rispettivamente a Napoli e Milano.  Una ricerca virtuale, partendo dalla descrizione che fece tempo fa la mia ex insegnante di un’arpa ad uncini prima e una raccolta di appunti poi, mi ha aperto le porte della collezione di Mario Maggi.  Con il favore di fortunate coincidenze non è stato difficile contattare Giorgio che, con squisita premura, mi ha invitato a visitare la collezione e insieme conoscere la figura del padre.  Il Maestro Mario Maggi, scomparso cinque anni fa, è stato un eclettico musicista, un organologo, un eterogeneo ricercatore, didatta e infine un competente collezionista.  La collezione Maggi appunto, un piccolo museo in termini di spazi che svela un immenso valore per il prezioso contenuto.

A poco più di due isolati dal duomo trecentesco, tra le mura di un focolare domestico che ornato da qualche raggio di sole invernale riporta alla tela di un affascinante Vermeer moderno, è conservata una straordinaria raccolta privata di strumenti antichi fra le più importanti in Italia.  Mario è sempre stato aiutato dai figli Giorgio, docente di chimica e storia dell’arte che ha classificato la collezione ed ha curato gli aspetti organizzativi di molte sue esposizioni e Sergio. Il maestro Maggi,ha raccolto, per la sua professione di insegnante e solista, centinaia di strumenti tra i più preziosi e curiosi (157 tra gli esemplari più pregiati sono stati catalogati nel 2002).

L’affettuosa accoglienza della signora Maria Lucia, moglie e padrona di casa, ha fatto da cornice in quella che chiama da sempre “la stanza dei segreti

Fonte: Roberto Villa

 

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