Carissime democratiche, carissimi democratici,
mentre vi scrivo è mattino, e come tanti attendo che il comignolo sopra la Cappella Sistina annunci l’elezione di un nuovo papa. Chissà se sarà eletto entro questa sera, quando invierò questo numero della newsletter. L’elezione del pontefice è un fatto rilevante per il mondo intero, e va oltre l’essere credenti o meno: credo di condividere il pensiero di tutti esprimendo la speranza di un papa che sappia, come Francesco, dire a voce alta parole di pace a un mondo che ne ha un disperato bisogno mentre le tragedie della guerra continuano a risuonare a Gaza, a Kiev, ora anche al confine tra India e Pakistan, e nelle decine di altri luoghi in cui si combatte la “terza guerra mondiale a pezzi” di cui proprio papa Francesco già parlava dodici anni fa, all’indomani della propria elezione.
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In particolare siamo davanti a un’escalation così drammatica che ho, insieme alla Segreteria, sentito il dovere di scrivere a tutti i nostri Circoli per chiedere una mobilitazione in cui far sentire la nostra voce, davanti al disumano e inaccettabile bilancio dei 40mila morti di Gaza, proprio come la facemmo sentire per i civili israeliani trucidati da Hamas in quel terribile 7 ottobre: chiediamo al nostro Governo di prendere posizione sulla scorta delle richieste che stiamo portando avanti anche in parlamento. Ci poniamo in questo modo, come ci ha chiesto il Responsabile nazionale Esteri del PD Peppe Provenzano, accanto alle donne e agli uomini palestinesi sotto le bombe e anche, come ha affermato con coraggio la Senatrice Liliana Segre, accanto ai tanti cittadini israeliani che in Israele provano orrore per il governo Netanyahu e le sue azioni.
Penseremo a tutto questo quando, domani 9 maggio, celebreremo la festa dell’Europa: al fatto che solo un’Unione Europea forte e solidale come la sognarono le madri e i padri fondatori potrà essere elemento globale di stabilità, equilibrio e pace: è quello che diceva David Sassoli, che compirebbe sessantanove anni alla fine di questo mese, il cui impegno e le cui parole continuano a esserci di ispirazione.
Eppure, davanti a tutto questo, non possiamo permetterci di dimenticare i problemi del nostro Paese e della nostra Regione, anche se in certi casi il palleggio tra Palazzo Lombardia e Palazzo Chigi è così stucchevole da diventare ridicolo. Perché ci sarebbe proprio da ridere guardando una Regione Lombardia che nega i tempi biblici delle liste d’attesa e contemporaneamente chiama i Carabinieri dei NAS affinché analizzino i dati sui tempi di erogazione di visite ed esami nelle strutture sanitarie della nostra Regione. Come se il punto non fosse risolvere ma “monitorare” problemi che i cittadini “monitorano” già da soli e da anni. E ci sarebbe stato da ridere anche ieri, al Senato, sentendo dire a Giorgia Meloni che le infinite liste d’attesa non sono colpa del Governo ma delle Regioni, attuando un indegno scaricabarile con chi, come Attilio Fontana, si affanna (e chiama i NAS...) per trovare a propria volta qualche altro colpevole. Beh, Meloni, Fontana, Bertolaso e chi più ne ha più ne metta lascino i Carabinieri ai molti impegni che già hanno, glielo spieghiamo noi di chi è la colpa: di una Regione che da anni dice a chi può “paga e curati”, e a chi non può “arrangiati”, e anche di un Governo che butta via il denaro di tutti, come gli 800 milioni di euro per i centri in Albania, per poi affibbiare sempre “le colpe” a qualcun altro. Sì, ci sarebbe da ridere, se solo non ci fosse da piangere.
Per la verità ci sarebbe da ridere anche vedendo gli esponenti della Lega che entrano al Pirellone indossando la maglietta trumpiana con scritto sopra MAGA, anche se in quel caso almeno un fondo di verità c’è, perché con la loro politica di sicuro non stanno dalla parte dell’Europa, dell’Italia, e neppure di quella Lombardia di cui amano riempirsi la bocca.
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Ma Lega e destra non stanno nemmeno dalla parte delle imprese: non sui dazi, su cui in Lombardia hanno respinto la nostra proposta articolata e puntuale per un aiuto concreto a chi deve fare i conti con le tensioni economiche e commerciali imposte al mondo intero dalla nuova amministrazione USA. Avevamo chiesto cose molto chiare: l’utilizzo, per il rilancio dell’economia regionale, dei 180 milioni di euro a ora bloccati nelle casse di Finlombarda, poi l’istituzione di un Comitato di crisi, il sostegno del Governo nazionale a tutte le azioni della UE, e soprattutto un ascolto puntuale e metodico della realtà delle imprese lombarde. Non siamo stati ascoltati in nulla, la destra e la Lega sanno solo scimmiottare Trump indossando le sue ridicole magliette, minimizzando e negando sistematicamente problemi che sono invece reali e che stanno già avendo un impatto devastante sul nostro export. E non solo in Lombardia: la crisi sta travolgendo l’intero Made in Italy e quei settori trainanti della moda, dell’abbigliamento, del tessile e del calzaturiero su cui si sta abbattendo la tempesta perfetta formata da dazi, instabilità dei mercati, aumento dei costi energetici e parallelo calo dei consumi. Ma il Governo resta immobile, e anche se ci sarebbe da ridere a guardarli, poi aprono bocca e non si ride più.
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No, non si può ridere perché intanto che la crisi si sviluppa siamo costretti a piangere, nella nostra Regione, altre morti sul lavoro: sempre dovrebbero indignarci, ma all’indomani del Primo Maggio indignano se possibile ancora di più. Eppure, anche su questo tema ci troviamo - come già per la sanità - a sottolineare col rosso concetti che dovrebbero invece essere ovvi e patrimonio di tutti: che la sicurezza non è un optional né un privilegio, ma è invece un diritto, e se Regione Lombardia tiene (e li tiene!) bloccati tre milioni di euro già pronti su questo tema che con la nostra azione eravamo riusciti a ottenere, allora non c’è di sicuro più da ridere, non serve a nulla nemmeno piangere, ma c’è di che rimanere allibiti e spaventati. Basta commemorazioni, iniziamo prevenire!
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Permettetemi, infine, di chiudere ricordando l’appuntamento di domani, venerdì 9, dalle ore 10, quando parleremo di “Efficienza, Cybersicurezza, Controllo” con un focus particolare su ARIA SpA insieme a molti e autorevoli ospiti: lo stato della cybersicurezza nella PA lombarda e le misure con cui ne sono garantite efficienza e affidabilità meritano tutta la nostra attenzione. Vi aspetto.
Un caro saluto, Silvia Roggiani Segretaria regionale PD lombardo
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