Signor direttore, non fosse per la definitiva e irrevocabile condanna per evasione e frode fiscale, inflitta dalla Cassazione al senatore Silvio Berlusconi, che ha quasi monopolizzato l’attenzione dei media e dell’opinione pubblica italiani, la notizia più importante del giorno riguarderebbe certamente l’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, il quale ha dichiarato che in Italia è impossibile fare industria. Ora, se l’amministratore delegato della Fiat si riferisce alle difficoltà che hanno le imprese italiane a competere sul mercato globale, in quanto sfavorite rispetto ai loro competitori dagli alti costi dell’energia che in Italia ha il costo più alto tra i paesi della Ue, dai costi aggiuntivi della burocrazia, dall’estenuante lentezza con cui la pubblica amministrazione paga i suoi debiti verso le imprese e dalle difficoltà che le stessa hanno a ricevere delle banche crediti agevolati, ha ragione. Se invece Marchionne ha fatto la suddetta dichiarazione perché non vuole regole e vincoli e vorrebbe comandare da solo dei lavoratori obbedienti ai suoi piedi e buttare fuori dall’azienda i sindacati che non ci stanno, allora ha torto marcio. A mio parere, infatti, il modello di capitalismo a cui Marchionne si ispira e che vorrebbe imporre, cioé tutto il profitto agli azionisti, tutto il potere ai manager e fuori dall’azienda i sindacati e i lavoratori non compiacenti, è fuori dal tempo e ormai mostra la corda non solo nei Paesi in via di sviluppo, ma anche nella stessa Cina, dove i lavoratori, presto o tardi, si ribelleranno e otterranno condizioni di lavoro più umane e più giuste. Credo che invece di cercare la cieca e riverente subordinazione dei suoi dipendenti, Marchionne dovrebbe cercare la collaborazione dei lavoratori, accettando la democrazia sindacale e la Costituzione in azienda perché i problemi della Fiat e delle altre aziende italiane non sono i lavoratori che liberamente scelgono il sindacato a cui aderire, soprattutto se inviso alla proprietà, ma la mancanza di una seria politica industriale basata sulla ricerca di nuove tecnologia e sull’innovazione e non sul solo contenimento dei costi della manodopera . La mia opinione, signor direttore, non è una folle utopia, ma si chiama mithestimmung, cioè codecisione, ed è praticata con buon successo nella Germania capitalista da oltre sessant’anni; comemai in Italia i giornali e gli altri mezzi di informazione non la pubblicizzano
Giorgio Zerbin (Cremona
2013-08-12
