Sabato, 05 ottobre 2024 - ore 00.03

Pianeta Migranti Cremona . Enzo Iacchetti canta il dolore e la speranza dei migranti.

Una bellissima canzone/lamento di umanità dolente in cerca di un anelito di vita. Un brano inedito e più che mai attuale scritto da Francesco Guccini, cantato da Enzo Iacchetti accompagnato dai Musici di Guccini. La canzone è stata presentata al festival di San Remo ma non accolta dal direttore artistico

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti Cremona . Enzo Iacchetti canta il dolore e la speranza dei migranti. Pianeta Migranti Cremona . Enzo Iacchetti canta il dolore e la speranza dei migranti.


Pianeta Migranti Cremona . Enzo Iacchetti canta il dolore e la speranza dei migranti.

Una bellissima canzone/lamento di umanità dolente in cerca di un anelito di vita. Un brano inedito e più che mai attuale scritto da Francesco Guccini, cantato da Enzo Iacchetti accompagnato dai Musici di Guccini. La canzone è stata presentata al festival di San Remo ma non accolta dal direttore artistico.

 Testo 

Andavamo che era ancor giorno

La bocca piena di sogni e dolor

Lasciavamo in un niente d’ore lì attorno

Una casa di gente, di amor

E una terra da infami, di sassi e di rabbia

La miseria attaccata alla pelle come una scabbia

Ma nei petti gonfiava un respiro

Che volava in giro come una danza.

E andavamo nel mondo, America, Europa,

Dovunque ci fosse uno spazio

Comunque sapendo di andare a soffrire

Per vivere e ricostruire,

Mescolando al sangue la storia

Per creare una nuova e vitale memoria

In un turbinio di speranza di vita futura, lavoro, di gioia per noi

A decine, a migliaia per noi, coì tanti

Per noi niente e nessuno

Per noi emigranti.

E partiamo per caso e per sorte, su quei gusci di noce affollati,

Di scafisti violenti e umanità nuda

Donne, vecchi, bambini

E di morte un confuso partire

D’ignoto l’arrivo non più l’ora ed il giorno,

ma se arrivi, è da vivo.

Ma nel cuore si allarga un respiro

Che ci spinge ad andare, ad osare sul mare

Tra paura di stenti in quel mare mai visto,

Ma stringendo un sogno tra i denti

Che qualcuno lontano ci accolga, ci tenda una mano

A noi supplicanti, a noi meno di niente, nessuno,

Noi diversi di pelle e cultura

Noi che siamo anche forse il futuro, a noi migranti.

E veniamo da un mondo di guerra, di fame dovunque

E cerchiamo una patria comunque,

Per tornare a sperare

Per vivere ancora, per ricominciare.

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