Pianeta Migranti. Giovani stranieri, cittadini di serie B
In Italia ci sono oltre 880.000 minori che, pur essendo nati o cresciuti nel nostro Paese, non hanno ancora la cittadinanza italiana. Lo denuncia un rapporto di Save the Children pubblicato a settembre 2023.
Un numero enorme, che racconta una realtà silenziosa ma profondamente ingiusta: centinaia di migliaia di giovani si sentono italiani, parlano italiano, vivono in Italia da sempre, ma legalmente non sono riconosciuti come tali.
Cittadinanza negata, diritti sospesi
Senza cittadinanza, questi ragazzi sono esclusi da diritti fondamentali e da opportunità cruciali.
Il risultato è una cittadinanza "a metà", che crea un divario profondo tra chi può partecipare pienamente alla vita pubblica e chi resta ai margini, nonostante tutto.
Ecco alcune delle principali conseguenze di questa esclusione.
Cittadinanza negata = democrazia a metà
Nessun diritto di voto, nemmeno a livello locale, anche per chi è nato e cresciuto in Italia.
Concorsi pubblici vietati: molti bandi per la pubblica amministrazione richiedono la cittadinanza italiana o europea, escludendo chi, di fatto, è italiano.
Scuola e università: ostacoli invisibili
Borse di studio e agevolazioni universitarie spesso riservate ai cittadini italiani o UE.
Tirocini preclusi: alcuni stage, anche curriculari, sono accessibili solo con la cittadinanza.
Lavoro: la cittadinanza come barriera
Professioni come avvocato, magistrato, notaio o agente delle forze dell’ordine sono precluse.
Anche per diventare dipendente pubblico a tempo indeterminato è richiesta la cittadinanza.
Senza cittadinanza, più difficile ottenere contratti stabili e ben retribuiti.
Nella vita quotidiana, ostacoli continui
Permesso di soggiorno da rinnovare regolarmente, con costi, tempi e burocrazia.
Viaggi complicati: per uscire dall’Italia serve spesso un visto, a differenza dei coetanei cittadini italiani.
Razzismo e discriminazione: molti giovani senza cittadinanza si sentono italiani, ma vengono trattati come stranieri.
Sanità e welfare: esclusi dagli aiuti
Bonus e sussidi riservati ai cittadini italiani o UE, come gli assegni per famiglie numerose.
Permessi di soggiorno per motivi sanitari difficili da ottenere, anche in caso di malattie croniche.
Una riforma necessaria
Chi nasce o cresce in Italia non può più essere considerato uno straniero. L’attesa della cittadinanza diventa, di fatto, una sospensione della piena cittadinanza sociale, che penalizza migliaia di giovani pronti a contribuire al futuro del Paese.
È tempo di affrontare il tema con serietà: perché non si può essere italiani solo sulla carta. O peggio, non esserlo affatto.