Venerdì, 16 maggio 2025 - ore 20.07

(CR) Pianeta Migranti. Senza cittadinanza, il lavoro è più difficile

Per questo è importante VOTARE SÌ ai referendum su lavoro e cittadinanza.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Senza cittadinanza, il lavoro è più difficile

(CR) Pianeta Migranti. Senza cittadinanza, il lavoro è più difficile

Gli stranieri senza cittadinanza italiana affrontano spesso ingiustizie sul lavoro.

Per questo è importante VOTARE SÌ ai referendum su lavoro e cittadinanza.

 Perché la cittadinanza conta anche sul lavoro?

Avere la cittadinanza non significa solo avere più diritti civili: aiuta anche a combattere le discriminazioni nel mondo del lavoro, che derivano da leggi, pratiche aziendali o pregiudizi.

Ad esempio: la maggior parte dei lavori nella pubblica amministrazione è riservata ai cittadini dell’Unione Europea. Solo in alcuni casi gli stranieri con un permesso di soggiorno di lungo periodo possono accedervi. Alcuni lavori richiedono obbligatoriamente la cittadinanza italiana: magistrato, notaio, avvocato dello Stato, carabiniere, poliziotto, militare e molti posti pubblici a tempo indeterminato.

 Più precari, più sfruttati

Chi non ha la cittadinanza ha più difficoltà ad ottenere un contratto stabile. È più spesso impiegato con contratti a termine o irregolari (in nero). Guadagna meno, anche a parità di lavoro, perché ha meno forza contrattuale e accetta condizioni peggiori per necessità.

 Lavori duri e pericolosi

Molti stranieri lavorano nei settori più faticosi e rischiosi:

Agricoltura: raccolta stagionale, paghe basse, poca sicurezza.

Edilizia: lavori pericolosi, alti rischi di infortuni.

Logistica: facchini e corrieri con turni pesanti.

Lavoro domestico e di cura: badanti e colf spesso senza contratto regolare.

Carriera bloccata, competenze ignorate

Chi ha studiato all’estero fatica a far riconoscere i propri titoli.

Anche se lavora da anni nella stessa azienda, spesso resta nei ruoli più bassi. Le imprese tendono a preferire italiani per i posti con più responsabilità.

In più, molti datori di lavoro pensano che gli stranieri siano meno affidabili o competenti e non investono nella loro crescita.

 La discriminazione comincia dal colloquio

Molti stranieri vengono esclusi già al primo colloquio:

Alcune aziende scartano chi non ha la cittadinanza per evitare problemi burocratici.

Altre cercano solo candidati “che sembrino italiani”.

A volte, le offerte di lavoro indicano chiaramente: “solo per italiani”.

 Permesso di soggiorno: un ricatto

Chi perde il lavoro rischia di perdere anche il permesso di soggiorno.

Infatti, alcuni permessi sono legati direttamente al contratto di lavoro.

Questo rende i lavoratori stranieri vulnerabili: pur di non perdere i documenti, accettano condizioni di sfruttamento o veri e propri ricatti da parte del datore di lavoro.

 

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