(CR) Pianeta Migranti. Senza cittadinanza, il lavoro è più difficile
Gli stranieri senza cittadinanza italiana affrontano spesso ingiustizie sul lavoro.
Per questo è importante VOTARE SÌ ai referendum su lavoro e cittadinanza.
Perché la cittadinanza conta anche sul lavoro?
Avere la cittadinanza non significa solo avere più diritti civili: aiuta anche a combattere le discriminazioni nel mondo del lavoro, che derivano da leggi, pratiche aziendali o pregiudizi.
Ad esempio: la maggior parte dei lavori nella pubblica amministrazione è riservata ai cittadini dell’Unione Europea. Solo in alcuni casi gli stranieri con un permesso di soggiorno di lungo periodo possono accedervi. Alcuni lavori richiedono obbligatoriamente la cittadinanza italiana: magistrato, notaio, avvocato dello Stato, carabiniere, poliziotto, militare e molti posti pubblici a tempo indeterminato.
Più precari, più sfruttati
Chi non ha la cittadinanza ha più difficoltà ad ottenere un contratto stabile. È più spesso impiegato con contratti a termine o irregolari (in nero). Guadagna meno, anche a parità di lavoro, perché ha meno forza contrattuale e accetta condizioni peggiori per necessità.
Lavori duri e pericolosi
Molti stranieri lavorano nei settori più faticosi e rischiosi:
Agricoltura: raccolta stagionale, paghe basse, poca sicurezza.
Edilizia: lavori pericolosi, alti rischi di infortuni.
Logistica: facchini e corrieri con turni pesanti.
Lavoro domestico e di cura: badanti e colf spesso senza contratto regolare.
Carriera bloccata, competenze ignorate
Chi ha studiato all’estero fatica a far riconoscere i propri titoli.
Anche se lavora da anni nella stessa azienda, spesso resta nei ruoli più bassi. Le imprese tendono a preferire italiani per i posti con più responsabilità.
In più, molti datori di lavoro pensano che gli stranieri siano meno affidabili o competenti e non investono nella loro crescita.
La discriminazione comincia dal colloquio
Molti stranieri vengono esclusi già al primo colloquio:
Alcune aziende scartano chi non ha la cittadinanza per evitare problemi burocratici.
Altre cercano solo candidati “che sembrino italiani”.
A volte, le offerte di lavoro indicano chiaramente: “solo per italiani”.
Permesso di soggiorno: un ricatto
Chi perde il lavoro rischia di perdere anche il permesso di soggiorno.
Infatti, alcuni permessi sono legati direttamente al contratto di lavoro.
Questo rende i lavoratori stranieri vulnerabili: pur di non perdere i documenti, accettano condizioni di sfruttamento o veri e propri ricatti da parte del datore di lavoro.