Martedì, 16 aprile 2024 - ore 08.58

Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’

La petroliera turca Elhiblu 1 che la cronaca dice “dirottata” verso l'Europa dai migranti soccorsi nel Mediterraneo e che non volevano essere riportati in Libia, ha potuto attraccare nel porto di La Valletta. A bordo c’erano 108 migranti, tra cui 19 donne e 12 bambini.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’ Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’ Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’ Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’

Pianeta Migranti. L’assurdo dei ‘migranti pirati’

La petroliera turca Elhiblu 1 che la cronaca dice “dirottata” verso l'Europa dai migranti soccorsi nel Mediterraneo e che non volevano essere riportati in Libia, ha potuto attraccare nel porto di La Valletta. A bordo c’erano 108 migranti, tra cui 19 donne e 12 bambini.

Il Ministro Salvini li ha apostrofati “pirati”. Se si fosse trovato Lui su quel gommone in naufragio, col corpo segnato dalle pesanti torture dei lager libici, dalla fame, dalla schiavitù, si sarebbe comportato diversamente dai migranti che non volevano tornare in Libia?

Siamo all’assenza di ogni segno di umanità, oltre che di grave disprezzo dei diritti umani da parte di una politica che da tempo “bullizza” i poveracci che affogano in mare o marciscono nei campi di concentramento libici. Dopo parole disgustose come ‘pacchia”, ‘palestrati’, ‘in crociera’… ora anche l’epiteto di ‘pirati’. Si prova un senso di ribrezzo verso questa politica che, in modo palese, cerca tutte le strade per far scomparire i migranti.

Il papa, in questi giorni, in un’intervista, ha affermato:

 “Perché bloccano le navi delle ong? Per farli morire?”

Anche riportarli in Libia (l’Onu ha accertato che là vengono torturati, schiavizzati e uccisi) vuol dire farli morire. Impedire che scendano dalle navi una volta che sono stati salvati dai naufragi, vuol dire lasciarli alla deriva come vuoti a perdere.

Una recente dichiarazione pervenuta dal Viminale sostiene che la Libia “è un porto sicuro”. Secca la smentita arrivata da Bruxelles. “La Commissione europea non considera i porti libici sicuri, per cui nessuna nave battente bandiera europea può sbarcare dei migranti nei porti libici”.

La portavoce dell’esecutivo UE, Natasha Bertaud, che si occupa di migranti ha precisato: “La Convenzione Onu sul diritto del mare stabilisce che un porto sicuro è dove possono effettuarsi le operazioni di salvataggio e dove la vita delle persone salvate non è minacciata”. La Libia non è tale.

A contrastare le dichiarazioni del Viminale è intervenuto anche l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Acnur) ricordando che l’Onu “non considera la Libia un porto sicuro e i migranti soccorsi non dovrebbero essere riportati in quel Paese”. Secondo l’Ancur “la capacità di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale è già stata ridotta negli ultimi due anni attraverso misure restrittive adottate contro le navi delle Ong”. L’Acnur chiede di ristabilire e incrementare la capacità di ricerca e soccorso nel Mediterraneo ed invita gli Stati ad accordarsi per facilitare gli sbarchi in un luogo sicuro per le persone soccorse in mare.

Parole al vento.

Nel Mediterraneo non ci sono altre navi per i salvataggi se non la guardia costiera libica che li riporta nei campi di sterminio. Anche la missione UE Sophia, ora non ha più le navi per il soccorso. Ma i barconi dei migranti non si fermano, gli sbarchi continuano, così pure i naufragi. Non si sa quanti ne muoiono in mare, quanti nei campi libici e ancora prima, quanti nelle attraversate dei deserti. Tuttavia, alla politica italiana ed europea questi ‘dettagli umani’ non interessano.

I migranti hanno solo il proprio corpo come documento storico di quanto sta avvenendo: la verità salterà fuori dalle cicatrici e dalla sofferenza dei sopravvissuti, come è avvenuto per i genocidi del passato. Allora, sarà massima vergogna!

 

 

943 visite

Articoli correlati

Petizioni online
Sondaggi online