Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 23.26

Pianeta migranti. La Toscana e' accogliente.

Le prime famiglie apriranno le porte delle loro case ai richiedenti asilo grazie al protocollo stipulato tra Regione e Ministero dell’Interno. Parecchie le telefonate di disponibilità in poco tempo.

| Scritto da Redazione
Pianeta migranti. La Toscana e' accogliente. Pianeta migranti. La Toscana e' accogliente. Pianeta migranti. La Toscana e' accogliente. Pianeta migranti. La Toscana e' accogliente.

Via libera dal Ministero dell’Interno all'accoglienza dei richiedenti asilo in famiglia, in Toscana. Dieci mesi dopo la prima richiesta che la Regione aveva inviato al Ministero degli interni, gli ultimi nodi sono stati sciolti. Il Viminale ha concesso l'autorizzazione, e la Regione ha firmato con la prefettura, a Firenze, il protocollo d'intesa che ne costituisce la cornice. Così è stato riaperto il numero telefonico a cui privati e famiglie, intese in senso anagrafico e disponibili ad accogliere un profugo in casa, potranno rivolgersi. Il numero non sarà più quello attivo fino a novembre dello scorso anno, a cui in un paio di mesi si erano rivolti in seicento per mettere a disposizione 250 posti in casa e duecento appartamenti da affittare.

Secondo la Regione, con l'accoglienza in famiglia si apre una nuova frontiera che rafforza il modello di accoglienza diffusa. E' la prima esperienza del genere in Italia estesa ad un intero territorio regionale. Questa pratica secondo Vittorio Bugli, assessore regionale all'immigrazione, "aiuterà anche l'integrazione e la reciproca conoscenza. Infatti il richiedente asilo diventerà un nome, un cognome e un volto: una persona conosciuta che vive nelle comunità, ancora più di quanto avviene oggi. Ora, però sarà decisivo il coinvolgimento dei Comuni".

Dunque, buon avvio per il call center della Regione: famiglie e single hanno messo a disposizione l’appartamento vuoto o sono pronti ad aprire la porta dei loro spazi domestici. "Siamo soddisfatti, significa che avevamo ragione: c'è una domanda di solidarietà che arriva dalla società toscana e che possiamo intercettare" dice l'assessore che all'accoglienza in famiglia ci ha creduto e ha pressato per mesi il Ministero quando l'autorizzazione sembrava ancora un'impresa impossibile.

Le offerte arrivano un po’ da tutta la Toscana: dalle zone costiere come dai paesi interni e dalle città. Un chiaro identikit di chi chiama non c'è ancora perché le 'regole d'ingaggio' del call center regionale prevedono solo quattro punti: l'indirizzo dell'appartamento, quali lingue si possono parlare in famiglia, la descrizione dell'appartamento e composizione del nucleo familiare. Arrivano richieste d'informazioni anche da famiglie che si trovano in comuni a ‘zero accoglienza’. Quel che conta è la possibilità di mettere insieme la domanda con l'offerta solidale che nasce spontaneamente. Naturalmente, per tutti, dovrà essere verificata l'adeguatezza della sistemazione: ci penserà la Asl in prima istanza, ma potrebbero essere coinvolti anche i servizi sociali comunali. Dopodiché, se ci sarà l'okay di tutti, la famiglia dovrà scegliere l'ente gestore con cui avviare la collaborazione – ovvero uno tra i soggetti, per lo più associazioni e cooperative, che al momento hanno convenzioni in Toscana con le prefetture per offrire accoglienza ai richiedenti asilo – e quindi prefetture e gestori individueranno insieme chi, tra gli ospiti delle strutture toscane, inserire all'interno del nucleo familiare. Un migrante per casa, al massimo due. Non tutti i profughi, potranno essere accolti in famiglia. Saranno individuati quelli col maggior grado di autonomia: l'esser in Italia da almeno sei mesi, aver dimostrato un comportamento corretto, parlare l’italiano. L’accoglienza in famiglia è successiva a quella nei centri di accoglienza temporanea, e in qualche caso dopo un passaggio negli Sprar e riguarda solo una piccola parte degli oltre novemila richiedenti asilo ospiti nelle strutture del territorio toscano tra quelli che sono qui già da due anni ancora in attesa di una risposta definitiva, tra prima istanza ed eventuale appello, alla richiesta di permesso umanitario e protezione internazionale. Le famiglie dovranno pensare al vitto e all'alloggio. Gli enti gestori continueranno, come ora, ad occuparsi del resto: corsi di lingua, servizi di accoglienza e pratiche burocratiche. Le prefetture firmeranno una sorta di contratto con gli enti gestori. Questi, a loro volta, sigleranno un patto di solidarietà con le famiglie. Ci sarà pure un addendum, da ripartire  famiglie e gestori dei costi erogati per ogni richiedente asilo dall'Unione europea (con il parziale contributo dello Stato). Per chi deciderà di accogliere un richiedente asilo in famiglia sarà organizzata una giornata di formazione.

 

 

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