Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 13.01

Pianeta Migranti. Pensate ai tanti italiani che emigrano anziché accanirvi sui pochi migranti che arrivano!

Più di mezzo milione di italiani, in maggioranza giovani e laureati, sono andati via negli ultimi 4 anni in altri Paesi d’Europa o in Sud e Nord America,128 mila lo scorso anno.

| Scritto da Redazione
Pianeta Migranti. Pensate ai tanti italiani che emigrano anziché accanirvi sui pochi migranti che arrivano! Pianeta Migranti. Pensate ai tanti italiani che emigrano anziché accanirvi sui pochi migranti che arrivano! Pianeta Migranti. Pensate ai tanti italiani che emigrano anziché accanirvi sui pochi migranti che arrivano!

Pianeta Migranti. Pensate ai tanti italiani che emigrano anziché accanirvi sui pochi migranti che arrivano!

Più di mezzo milione di italiani, in maggioranza giovani e laureati, sono andati via negli ultimi 4 anni in altri Paesi d’Europa o in Sud e Nord America,128 mila lo scorso anno.

Non sembra che questo problema fondamentale per il futuro del Paese sia affrontato nel dibattito pubblico e politico che si accanisce invece sui 4020 migranti sbarcati in Italia dal 1 gennaio all’8 agosto 2019.

L'Italia, oltre che essere una nazione in declino demografico è un paese da cui si fugge. Chi se ne va lo fa per trovare nuove opportunità che in Italia sono precluse da un sistema che, nella percezione comune, non premia il merito ma si mantiene in piedi grazie a legami di parentela e raccomandazioni.

Secondo il rapporto “Rim-Junior 2018-2019” di Fondazione  Migrantes, il numero degli italiani con passaporto e cittadinanza residenti all’estero e iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero, dal 2006 al 2018, è aumentato del 64,7% passando, in valore assoluto, da poco più di 3,1 milioni a più di 5,1 milioni.

L’anno scorso, degli oltre 128mila connazionali che hanno lasciato l’Italia, oltre 24mila erano minori. Ciò significa che la mobilità è entrata in maniera dirompente nella vita delle nuove generazioni e che l’Italia, oltre che cervelli, sta cominciando a perdere il futuro.

La situazione è più marcata al Sud dove, secondo il Rapporto Svimez, tra il 2002 e il 2017, oltre 2 milioni di persone sono emigrate, di cui 132.187 nel solo 2017. Di questi ultimi il 50,4% sono giovani e il 33% di loro, laureati.

Se la mobilità in sé è una ricchezza, perché apre a culture diverse, è però vero che i giovani che se ne vanno all’estero in cerca di lavoro, non hanno poi la possibilità di tornare perché le condizioni in Italia restano per loro proibitive.

Questo è un problema che tocca milioni di cittadini e chiunque abbia figli che stanno finendo la scuola o l’università; un problema imputabile anche alle scelte sbagliate del passato che ricadono sulle nuove generazioni.

Il taglio alle politiche di formazione avvenuto dal 2008 ha prodotto un calo del 20% degli immatricolati all’università, (l’Italia oggi è all’ultimo posto dei Paesi Ocse per percentuale di laureati); dal 2007 i posti di dottorato banditi si sono ridotti del 43,4%. E malgrado questa situazione disastrosa e preoccupante, i politici di turno se la prendono coi 4020 migranti sbarcati in Italia nel corso del 2019 che, e a suon di decreti sicurezza,  vogliono lasciar annegare in mare perché, ipocritamente, sono additati come nemici degli interessi degli italiani.

Ma il cosidetto “popolo” sembra trangugiare tranquillamente questa falsa versione della realtà mentre accompagna i propri figli alle tristi partenze all’areoporto o ai treni, per poi premiare col voto chi ne è l’artefice.

I numeri parlano chiaro: da 2 anni, l’Italia non è più un Paese d’immigrazione e di asilo. Non c’è alcuna crisi di rifugiati. Secondo i dati UNHCR, tra il 1 gennaio e il 31 luglio 2019 sono sbarcate in Italia 3.850 persone. Nei primi sette mesi del 2018 arrivarono 18 mila migranti, addirittura 95 mila nel 2017.

La retorica del “prima i nostri” chiude gli occhi proprio di fronte alla realtà dei “nostri”, non mette in campo le risposte necessarie e si fa beffa dei cittadini.

 

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