Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 08.13

Pianeta Migranti Soccorsi Archiviate le inchieste sulle Ong che salvano in mare

Il polverone sollevato lo scorso anno contro le Ong dei salvataggi in mare, a cui i media e forze politiche hanno dato risalto alimentando i sospetti, è caduto nel vuoto. Le indagini di Trapani, Catania, Ragusa e Palermo con un dispiegamento di forze e risorse straordinarie, hanno assolto le Ong. Ma alcuni organi di stampa si ostinano a dire che l’archiviazione è dovuta a magistrati dal cuore tenero.

| Scritto da Redazione
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Pianeta Migranti Soccorsi Archiviate le inchieste sulle Ong che salvano in mare

Il polverone sollevato lo scorso anno contro le Ong dei salvataggi in mare, a cui i media e forze politiche hanno dato risalto alimentando i sospetti, è caduto nel vuoto. Le indagini di Trapani, Catania, Ragusa e Palermo con un dispiegamento di forze e risorse straordinarie, hanno assolto le Ong. Ma alcuni organi di stampa si ostinano a dire che l’archiviazione è dovuta a magistrati dal cuore tenero.

 

L’estate scorsa, mentre si stava entrando in campagna elettorale, era quasi uno sport nazionale rivolgere alle Ong le seguenti accuse: si spingono con le navi troppo vicino alle coste libiche e incentivano i migranti a mettersi in mare, aumentando così i naufragi e i morti; si finanziano in maniera opaca; sono in collegamento con i trafficanti; portano i migranti in Italia per alimentare il business dell’accoglienza. Queste accuse, rilanciate dal clamore mediatico, erano funzionali a costruire la figura del nemico nei migranti e nei loro soccorritori al fine del consenso elettorale.

A partire da queste accuse sono state aperte ufficialmente quattro inchieste da parte della magistratura di Trapani, Catania, Ragusa e Palermo. A distanza di un anno, le Procure di Palermo e Ragusa hanno concluso che non ci sono stati reati. Anche l’inchiesta di Catania sta per essere archiviata; l’altra, a Trapani, ha derubricato l’associazione per delinquere all’ipotesi di irregolarità allo scopo di 'commettere' salvataggi. Le indagini sono state molto scrupolose: si sono servite di agenti infiltrati, intercettazioni satellitari, elaborazioni di tracciati radar, informative richieste ai servizi segreti.

A Palermo, dove erano aperti due fascicoli, hanno investigato anche i magistrati della Direzione distrettuale antimafia. Ma non è stata rinvenuta alcuna prova di connivenze tra l’Ong Sea Watch e i trafficanti libici. I magistrati non si sono limitati a smontare l’accusa ma hanno difeso l’attività delle ong: nella seconda parte della richiesta di archiviazione citano infatti diverse leggi che obbligano l’equipaggio di una nave a soccorrere persone che si trovano in difficoltà in mare, e i singoli stati ad accogliere chi fra loro intende fare richiesta di una protezione internazionale.

La Procura di Trapani aveva inviato un avviso di garanzia perfino al sacerdote eritreo Mosè Zerai, (candidato al Nobel per la pace nel 2015) accusato di "favoreggiamento dell'immigrazione clandestina". Don Zerai, presidente dell'agenzia di informazione Habeshia, "il salvagente dei migranti", accoglieva, via telefono, gli SOS dei migranti in mare e avvertiva le autorità competenti. Accusare Zerai ha contribuito a dichiarare  la solidarietà un reato, in dispregio della nostra Costituzione e del diritto internazionale.

A Ragusa era stata anche sequestrata (per ordine della procura di Catania) la nave di Proactiva Open Arms. Ma il Tribunale del riesame, sempre a Ragusa, nel rigettare la richiesta di sequestro della nave spagnola, ha scritto “nessun elemento consente di ravvisare il ricorrere di cointeresse o accordi tra l’equipaggio della Open Arms e l'organizzazione - verosimilmente libica - autrice dell’illecito trasporti di migranti”. Ha inoltre definito “legittimo il soccorso in mare operato dall'equipaggio”.

Le quattro indagini della magistratura hanno dunque dimostrato che è stata messa in atto una macchina di sospetti verso le Ong che ha portato delle conseguenze molto negative: ha allontanato le Ong dal Mediterraneo, anche col sequestro delle loro navi; aumentando il numero dei naufragi dei morti in mare; ha discreditato le Ong e indebolito l’aiuto dei donatori; ha criminalizzato la solidarietà.

Tutto ciò corrisponde a un preciso progetto: utilizzare la questione migratoria per nascondere le vere emergenze del paese e per allargare la base del consenso politico. E la notizia dell’archiviazione delle indagini è sottaciuta a livello mediatico.

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