Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 23.59

Revisione Costituzionale. Ecco perché voto NO di Danilo Toninelli

Le riforme del Governo Renzi mirano a ridurre gli spazi di democrazia nel Paese. Il motivo è ovvio: dato che sono riforme che colpiscono duramente la grandissima maggioranza dei cittadini, quelli che lavorano e vivono onestamente, a beneficio di una ristrettissima minoranza, quelli che speculano sulla pelle della gente concedendosi buone uscite milionarie, il solo modo che hanno di essere attuate è quello di togliere il potere democratico ai molti per concentrarlo nelle mani di pochi, o meglio ancora nelle mani di uno solo.

| Scritto da Redazione
Revisione Costituzionale. Ecco perché voto NO di Danilo Toninelli

Per questo sono le riforme esplicitamente raccomandate nei report della JP Morgan, cioè del potere finanziario, che è il vero responsabile della crisi. Si tratta di fatti documentati, che tuttavia sono sconosciuti ai più. La legge di revisione costituzionale su cui saremo tutti chiamati a esprimerci attraverso il referendum è il passaggio fondamentale del progetto del Governo: anche in questo caso basterebbe la consapevolezza su pochi, essenziali punti, per indurre i più a votare No.

Il progetto Renzi-Boschi, infatti, non abolirà il Senato ma cancellerà solo il voto popolare per l'elezione del Senato. I nuovi senatori saranno infatti nominati tra i consiglieri regionali e i sindaci dagli stessi consiglieri regionali, attualmente in larga maggioranza del PD.

I risparmi saranno irrisori, mentre immensi saranno i tagli alla democrazia. I nostri soldi verranno utilizzati per pagare diarie, trasferte, alloggi, pasti, utenze, collaboratori e tutte le altre spese dei nuovi senatori, che quindi di fatto avranno una sorta di doppio stipendio, e che, privi di reali funzioni legislative, potranno però ostacolare una maggioran za della Camera diversa dalla loro, o addirittura impedire nuove modifiche costituzionali che magari vadano a riparare il disastro prodotto dal PD. 

Le leggi non verranno approvate più velocemente, per il semplice motivo che attualmente mentre una Camera lavora a una legge, l’altra non sta ad aspettarla ma lavora ad un’altra legge, per cui se una legge attualmente impiegasse un mese per ciascuna Camera ad essere approvata, per fare due leggi occorrerebbero sempre due mesi di lavoro di una Camera sola, anziché due mesi per due Camere. La realtà è che non esistono leggi veloci o leggi lente, esiste la volontà politica di farle.

L’attuale Parlamento ha approvato la legge Fornero in due mesi e la legge Boccadutri, che ha dato milioni di euro ai partiti senza alcun reale controllo sui loro bilanci, in poche ore. Renzi ha costituzionalizzato il doppio incarico. I nuovi senatori avranno meno tempo per occuparsi del territorio e delle questioni per cui sono stati eletti. L'unica vera catastrofica novità sarà che questi consiglieri regionali e sindaci nominati senatori godranno dell'immunità che li salverà dai processi.

Questi sono solo alcuni degli aspetti della revisione costituzionale in corso che vengono attentamente taciuti. I sostenitori del Sì preferiscono ripetere che si tratta di un processo che non si può fermare, da cui dipenderebbe il destino del Paese, di riforme attese da trenta o più anni – addirittura da prima della nascita della Repubblica secondo alcune dichiarazioni – in modo da dare l’impressione che sia realmente così.

Si dimenticano che una vasta revisione della Costituzione è stata già approvata dal Parlamento solo 10 anni fa. Era la legge Berlusconi-Calderoli, che fu bocciata nel referendum. Oggi ci troviamo di fronte alla legge Renzi-Boschi. Ma continuiamo a confidare che i dini sappiano guardare oltre le bugie della propaganda e a impegnarci per smentirle, per contribuire tutti insieme a difendere la democrazia ancora una volta.

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