Lunedì, 29 aprile 2024 - ore 05.36

Rimpiango il passato, sono un inguaribile nostalgico di Alessandro Mezzano (Cremona)

Signor direttore, è vero, sono un inguaribile nostalgico che rimpiange il passato o almeno un ‘certo passato ’ e che non riesce a darsi pace per il degrado morale, sociale e personale di questa maledetta società moderna in cui è costretto e che gli sta stretta e scomoda!

| Scritto da Redazione
Rimpiango il passato, sono un inguaribile nostalgico di Alessandro Mezzano (Cremona)

Rimpiango il tempo in cui non era tutto così mercificato, compresi i sentimenti, e in cui la pietra di paragone con la quale si giudicavano le azioni delle persone era costituita da un codice etico che determinava chi era una persona per bene e chi invece non lo era. Rimpiango i tempi incui guadagnare denaro con raggiri e con disonestà non era da ‘furbi’, ma da ‘mascalzoni’. Rimpiango i tempi in cui la fedeltà alle persone e ai principi era considerata una virtù e non una debolezza o una fragilità.

Rimpiango i tempi in cui il senso del proprio dovere era un legame che teneva ancorati ad un codice di comportamento e non una inutile zavorra che tarpa le ali del successo.

Rimpiango i tempi in cui nel proprio lavoro si vedeva, oltre ad un mezzo di sostentamento per la famiglia, anche l’orgoglio delle proprie capacità e il risultato di una vita spesa per raggiungere un posto dignitoso nella società.

Rimpiango i tempi in cui la famiglia era inscindibilmente composta da giovani, da meno giovani e da vecchi che erano tutti parte di un’unità solidale e reciprocamente rispettosa senza discriminazioni per coloro che erano più deboli, ma in cui esisteva una gerarchia di oneri e di responsabilità. Una famiglia che rispettava i propri vecchi anziché, come succede spesso oggi, abbandonarli alle cure di una ‘badante’ o  ll’internamento in una ‘casa di riposo’ pur di togliersi il peso e la responsabilità personali.

Rimpiango i tempi in cui la Patria era una realtà vissuta che incideva sul pensiero e sui comportamenti delle persone ed era la sublimazione del patrimonio culturale e tradizionale e storico che dava a ciascuno il senso e l’orgoglio di appartenenza ad una specifica comunità e non, come oggi, ‘una invenzione dei ricchi per fregare i poveri’.

Rimpiango i tempi in cui i figli erano obbedienti e rispettosi verso i genitori accettandone i suggerimenti e i rimproveri anziché trattarli da ‘vecchi rincoglioniti’ e considerarli poco più che un comodo ‘bancomat ’ per soddisfare i propri capricci.

Rimpiango i tempi in cui fare l’amore era quasi sempre anche un volersi bene e non soltanto un fornicare come animali.

Rimpiango i tempi in cui di una persona era più importante sapere chi e cosa era che non quanto guadagnava.

Rimpiango i tempi in cui un prodotto era buono o una persona era una brava persona non in rapporto a quanta pubblicità potesse essere fatta in proposito, ma perché così pensava e diceva chi aveva provato il prodotto o conosciuto la persona.

Rimpiango i tempi in cui la qualità era più importante della quantità e il parere delle persone qualificate faceva aggio su quello degli ignoranti e degli imbecilli. Poi sono arrivati gli americani che ci avevano sconfitti in una guerra del sangue contro l’oro e ci hanno detto che il nostro sistema di vita era vecchio, superato, poco pratico e scomodo e che la cosa più importante era il denaro che poteva comperare tutto. (...)

Ci hanno detto che ogni uomo ha sempre il suo prezzo, che ogni situazione è riconducibile ad un danno o a un profitto economici, che solamente l’accumulo di ricchezza può dare la serenità e la pace e che chi è povero non è ne sarà mai nessuno. Ci hanno detto che i Dante, i Michelangelo, i Leonardo, i Pascoli, i San Francesco e i tanti altri che noi consideriamo ‘uomini illustri’ non valevano nulla perché non sono stati in grado di accumulare patrimoni mentre, paradossalmente, valgono di più gli Al Capone o i Luky Luciano che hanno saputo accumularli! (...). Ci hanno detto e dimostrato con i fatti, che la libertà dei popoli è un valore secondario rispetto agli interessi economici delle nazioni più potenti e che è lecito imporre il proprio dominio con la scusa di esportare la ‘democrazia’. Il risultato è questa nuova società che stiamo vivendo e che a me sta scomoda e stretta e che vorrei, se lo potessi, cancellare con un colpo di spugna come un incubo dal quale risvegliarsi alla vita vera e reale!

Alessandro Mezzano ( Cremona)

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Nota della redazione. Non vogliamo addentrarci nel capire di quale passato è ‘nostalgico’ il Sig. Alessandro. Forse è chiaro ed evidente. A voi interessa richiamare la vostra attenzione affinché possiate scrivere e dire almeno una ragione per la quale il ‘presente’ è meglio del ‘passato’ ed indicare la strada del futuro. Su anche se fa caldo fate questo sforzo

Red/welcr/gcst 

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