Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 10.21

Risparmiare energia sempre e non solo oggi di Gio Batta Biffi ( Cremona)

Egregio direttore, in occasione della campagna ‘M’il lumino di meno’, prevista per oggi, sorge spontanea una riflessione più complessiva sul futuro della nostra città e in particolare sul ruolo dell’illuminazione artificiale, componente precipua e qualificante del paesaggio urbano.

| Scritto da Redazione
Risparmiare energia sempre e non solo oggi di Gio Batta Biffi ( Cremona)

L’esorbitante disponibilità di energia ci ha paradossalmente disabituato al risparmio, all’efficienza ed ad una calibrata calibratura dei fasci luminosi: gli esempi in città (non solo nella nostra certamente) sono numerosi, basti pensare ad alcune insegne in corso Campi, alle differenti lampade, alle facciate illuminate da discutibili fasci radenti (come i bambini quando illuminano il viso dal basso con la torcia …), ai lampioni immersi nelle folte chiome degli alberi. Sono gli esiti anche di una progettazione limitata ad una valutazione tecnica e funzionale, che non tiene conto dei valori culturali propri della luce o degli effetti sul ciclo circadiano. La nuova proposta di illuminazione della città, al di là degli effetti ‘s mar t ’, non è stata discussa pubblicamente, non si fonda su un sistematico piano dell’illuminazione, non riesce a proporre un approccio innovativo che non preveda a priori (inutili) illuminazioni di facciate di edifici monumentali, sovrabbondanti illuminazioni dei sedimi stradali, e limiti gli interventi di privati. È sempre buona prassi in occasione di interventi di questa portata dare anche avvio a studi sulla città, sarebbe una bella occasione per riflettere ancora sulla storia dell’illuminazione, dall’olio al gas e all’elettricità (si ricorda la prima ricerca di Barchielli). Anche illuminare ‘a giorno’ la Cattedrale pone seri dubbi: ha senso illuminare i dipinti della navata che sono stati realizzati per essere visti alla luce naturale e, solo saltuariamente, al lume di candela? Non si rischia di alterare la percezione dei colori, di evidenziare sbavature e restauri, di ottenere fasci luminosi da ‘v et r ina’? Pare semmai opportuno valutare una implementazione dell’illuminazione che migliori la fruizione della chiesa durante le funzioni liturgiche e, se necessario, l’illuminazione alla quota di pavimento, lasciando ai fedeli quella penombra che ben si addice al raccoglimento in preghiera. Questo permetterebbe di non ripercorrere gli errori di progettazioni passate: per non andare troppo lontano, basti pensare ai fari a terra del Battistero che, ormai fuori norma, oltre ad abbagliare i passanti, contribuiscono a negarci la vista della Sfera Celeste.

Gio Batta Biffi ( Cremona)

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