Nessuno dei soggetti coinvolti. Non dimentichiamoci che i protagonisti – nonché gli spettatori – sono stati i bambini, e a loro dovevamo qualcosa di diverso, tutti quanti.
Per un imprevisto accaduto al fornitore, sono mancati i banchi in un'aula ai Sabbioni, proprio il primo giorno di scuola. Il Comune non ha consegnato banchi e sedie per quell'aula prima dell'avvio dell'anno scolastico, perché la fornitura è giunta solo il giorno successivo. Gli alunni sono stati messi a sedere sul pavimento, ne sono seguiti diversi atteggiamenti fuori dalle righe. Nelle altre aule c’erano banchi disponibili: vista la situazione, sarebbe bastato che le maestre e il personale ATA li spostassero dove necessario, o che facessero lezione in laboratorio o in sala mensa, dove certo i tavoli non mancano. Si è preferito fare sedere i bambini e le bambine per terra, consentendo peraltro che finissero immortalati in prima pagina su un quotidiano locale.
Si trattava di un imprevisto della durata di un giorno: si poteva rimediare senza eccessivi disagi e senza clamore, nell’interesse dei bambini e delle loro famiglie. Saper gestire gli imprevisti con atteggiamento positivo può essere anche un modo per insegnare ai bambini che l’incertezza è una variabile con cui fare i conti. Non è il caso di evocare Mario Lodi, che avrebbe fatto della circostanza un pretesto per preparare i bambini a ciò che sfugge al loro controllo.
Si sarebbe potuto rimediare con creatività e saggezza, come di norma avviene quando scattano dinamiche di corresponsabilità, ma così non è stato.
Continuo a riporre la massima stima e fiducia nell'operato dell'Assessore Galmozzi e del dirigente Bacecchi; entrambi conoscono il mio pensiero, perché in questi giorni abbiamo avuto modo di parlare e confrontarci con argomenti e toni propri delle persone responsabili. Una telefonata preventiva sarebbe stata sufficiente a stemperare le tensioni, che non erano certo dipese dalla loro volontà ma da incomprensioni fra i loro collaboratori.
Al netto di ruoli e responsabilità, ricominciamo da ciò che abbiamo imparato, nella certezza che episodi del genere non dovranno più accadere. Un auspicio che vale per ciascuno di noi, soprattutto per chi di fronte all’imprevisto è convinto che la denuncia sia una strada migliore rispetto alla ricerca di risposte, di soluzioni. Ripartirei da qui, poiché la ricerca di risposte e soluzioni è esattamente ciò che ci si aspetta tanto dai pubblici amministratori quanto dalla scuola.
Stavolta siamo tutti “insufficienti”, ma l’anno scolastico è lungo: possiamo rimediare, soprattutto se rimane salda la volontà di servire i cittadini, piccoli e grandi.”