Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 15.46

Sebben che siamo donne... |B.Lorenzi

| Scritto da Redazione
Sebben che siamo donne... |B.Lorenzi

"In nome del popolo italiano La proclamo Dottoressa". 8 marzo Festa della  Donna. L'esame della condizione della donna oggi non puo' che passare per il  lavoro, causa di discriminazione. Pubblichiamo l'amara constatazione di una
donna, che aggiunge (purtroppo, oggi in Italia si e' costretti a dire) anche  il fatto di essere giovane e laureata...
Sebben che siamo donne...

Studio, sacrificio, personale e familiare, impegno e dedizione per arrivare  alla laurea non servono più a nulla. Anzi, possono nuocere gravemente alla  salute di una giovane di belle speranze. Questa è la storia di come il
giorno più bello della tua vita può trasformarsi in un evento quasi  catastrofico che graverà per sempre sulla tua esistenza. Quel tanto atteso  giorno di lacrime e sorrisi di soddisfazione di amici e familiari  schierati  in attesa della tanto agognata proclamazione "In nome del popolo italiano la  proclamo Dottoressa."si trasforma ben presto in un momento, che tutto  sommato, non valeva tanto la pena di essere vissuto. Perchè? E' presto  detto.

Il mondo dello "pseudo lavoro" non ti può accogliere. Non ci sono  opportunità serie di inserimento lavorativo e crescita professionale. 
Bisogna adattarsi, archiviare sogni, sacrifici, speranze e fare i conti con  la quotidianità. Costa fare colloqui, spostarsi, proporsi alle aziende  (ammesso che lo si riesca a fare da soli) e per continuare una ricerca che sembra non finire mai, bisogna avere risorse. Giorno dopo giorno, le  speranze diminuiscono, le risorse si assottigliano e dunque pur di lavorare  e non dipendere da nessuno, sei costretta ad accettare tutto. Veramente tutto. Fai la hostess, la promoter, la venditrice di costosi abbonamenti  alla pay Tv adatti a ricche famiglie borghesi senza problemi di reddito ed  inizi ad abbassare le tue mire. Ti proponi come commessa, baby sitter, centralinista, quello che trovi. E le condizioni? Per fare un esempio,  possiamo citare le condizioni contrattuali proposte a chi vende abbonamenti  alla pay Tv.  La promoter riceve il lauto compenso di 20 Euro!!!!!! per ogni  giorno lavorativo più provvigioni sull'eventuale venduto. Ferie pagate?  Malattia? Non esiste, sei solo manodopera usa e getta. E i riposi? Stando in  piedi otto ore al giorno, magari, un giorno di riposo a settimana serve a  ritemprare anima e corpo. Certo, ti senti dire, "hai diritto" ad un giorno  infrasettimanale perché il week end rappresenta il momento di maggior
afflusso di visitatori e quindi di potenziali acquirenti. Per questo  "sacrosanto" motivo, in nome di alti profitti e provvigioni (?),  si  lavorano tutti sabati, le domeniche, le festività  e. guai a  lamentarsi...Tanto se non va bene a te, un'altra "disperata" con mutuo,  affitto e bollette da pagare, la si trova, purtroppo. Ma non finisce qui,  perché, se poi per caso, perdi anche questa imperdibile possibilità di  carriera per i motivi più disparati e da te non dipendenti (ad esempio non  vendi), non hai diritto a nulla. Niente di niente. Non esiste tfr, ma non  avendo nemmeno maturato "anzianità contributiva valida"  non puoi accedere a  nessuna forma di  sussidio al reddito  degna di questo nome.

Come la possiamo definire una situazione come questa ,in cui ti viene  imposto di lavorare senza certezze e diritti? L'unica parola che mi viene in  mente è Schiavitù. Una nuova schiavitù legalizzata, tollerata, incentivata
in nome della tanto declamata flessibilità che risolleverà le sorti del  nostro amato paese. Ecco perché laurearsi non serve a nulla anzi, "nuoce  gravemente alla salute": ti ferisce nell'anima creandoti aspettative che mai  vedrai realizzate e ti indebolisce nel fisico, perché  otto ore di vendita  d'assalto al giorno, a lungo andare, provare per credere, ti sfiancano anche  nel fisico.

Benedetta Lorenzi
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