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Solitudine anziani in RSa e degenti Hosp Non possiamo accettare una violenza cosi disumana |Lucia Lazzari (Cremona)

E' necessario programmare le visite dei famigliari, cercando di scaglionare i loro ingressi in modo da diluirli nella settimana con razionalità

| Scritto da Redazione
Solitudine anziani in RSa e degenti Hosp Non possiamo accettare una violenza cosi disumana |Lucia Lazzari (Cremona)

Solitudine anziani in RSa e degenti ospedalieri. Non possiamo accettare una violenza cosi disumana |Lucia Lazzari (Cremona)

Egregio direttore, spesso ho letto e sentito parlare della drammatica solitudine delle persone ricoverate e della sofferenza dei loro famigliari in tempo di Covid.

Se la chiusura e il conseguente divieto di visita erano giustificati nella prima ondata, in cui eravamo impreparati, mi pare che adesso dobbiamo trovare delle modalita diverse per evitare di rivivere lo stesso

incubo nei prossimi mesi.

Si da invece, anche questa volta per scontato, che per evitare il contagio si debba chiudere tutto

e vietare le visite dei famigliari. Conosco persone che hanno tuttora degli incubi e dei sensi di colpa devastanti sapendo che i loro cari sono morti invocando la loro presenza. So di anziani che

si sentono abbandonati e depressi non potendo incontrare se non dieci minuti ogni 15 giorni un loro congiunto.

Io personalmente sto vivendo il dramma di mio marito ricoverato da due mesi in ospedale e, tranne pochissimi minuti in cui ho potuto vederlo a distanza, grazie alla sensibilita di alcuni operatori, non ho mai potuto avvicinarmi a lui per dargli conforto. E una sofferenza tremenda... direi disumana.

 Quando ci sono anziani negli ospizi o persone ricoverate per periodi lunghi in qualsiasi reparto non possiamo continuare a far mancare la presenza dei famigliari, fondamentale dal punto di vista psicologico. Dal momento che non mi piace evidenziare un problema senza cercare una soluzione, modestamente faccio alcune proposte per garantire al massimo la sicurezza di tutti e la dignita delle persone fragili.

 Individuare in ogni reparto un operatore che segua il rapporto con le famiglie (contatti telefonici e organizzazione dei permessi). Dare il permesso a un solo famigliare per degente (preferibilmente la stessa persona).

Programmare le visite dei famigliari, cercando di scaglionare i loro ingressi in modo da diluirli nella settimana con razionalita, evitando assembramenti (esempio i famigliari dei ricoverati dei letti pari in alcuni giorni, i dispari in altri garantendo almeno due ingressi settimanali). Dotare il famigliare designato di una protezione totale usa e getta da indossare nel momento in cui entra nel reparto come per tutti gli operatori sanitari.

Io personalmente sono convinta che tanti lo accetterebbero, sono disposta a indossare tutte le protezioni necessarie pur di stare vicino a mio marito. Certamente questi presidi costano, ma penso che sia un atto di civilta garantire la vicinanza e il sostegno di un famigliare a una persona ricoverata.

Non possiamo accettare di lasciare soli i nostri cari in un momento di bisogno e di fragilita. Non possiamo accettare una violenza cosi disumana.

LUCIA LAZZARI ( CREMONA)

16 ottobre 2020

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