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Srebrenica.Le famiglie delle vittime aspettano giustizia

| Scritto da Redazione
Srebrenica.Le famiglie delle vittime aspettano giustizia

BOSNIA ED ERZEGOVINA, AMNESTY INTERNATIONAL: LE FAMIGLIE DELLE VITTIME DEL
GENOCIDIO DI SREBRENICA DI 16 ANNI FA ANCORA ASPETTANO VERITA’, GIUSTIZIA
E RIPARAZIONE

La Sezione Italiana dell’organizzazione lo ricorda oggi con un gesto
simbolico

Amnesty International ha espresso la sua preoccupazione per il fatto che
le vittime dei crimini commessi durante la guerra del 1992-1995 e i loro
familiari ancora attendono verita’, giustizia e riparazione.

Mentre alcune autorita’ in Bosnia ed Erzegovina continuano ad attaccare il
sistema giudiziario, resta sconosciuta la sorte di circa 10.000 persone
scomparse forzatamente a Srebrenica e in altri posti della Bosnia ed
Erzegovina.

Le famiglie delle oltre 7000 persone uccise nel genocidio di Srebrenica
stanno ancora aspettando giustizia e riparazione, mentre la maggior parte
dei responsabili continua ad agire nell’impunita’. Molti dei presunti
autori dei crimini continuano a vivere nelle stesse comunita’ delle loro
vittime e dei loro familiari.

Il 10 luglio 1995, nel corso della guerra della Bosnia ed Erzegovina, le
forze serbo-bosniache attaccarono l'enclave di Srebrenica, dichiarata
‘zona protetta’ dalle Nazioni Unite e in cui migliaia di musulmani
bosniaci avevano trovato rifugio. Dopo la presa di Srebrenica, le forze
serbo-bosniache separarono dal resto della popolazione per poi ucciderli
deliberatamente almeno 7000 uomini e ragazzi bosniaco-musulmani. Alcune
donne furono stuprate. Quanto successo a Srebrenica 16 anni fa e’ stato
descritto come la peggiore atrocita’ commessa in Europa dalla fine della
Seconda guerra mondiale ed e’ stato riconosciuto come genocidio dal
Tribunale penale internazionale per l'ex Iugoslavia e dalla Corte
internazionale di giustizia.

Amnesty International ha accolto con favore i progressi verso la giustizia
realizzati negli ultimi anni. La gran parte dei leader politici e militari
di alto rango, che sarebbero responsabili dei crimini commessi a
Srebrenica, compresi tra gli altri Radovan Karadzic e Ratko Mladic, e’
comparsa davanti al Tribunale. Tuttavia, con la prossima chiusura dello
stesso, le autorita’ locali hanno la responsabilita’ di portare davanti
alla giustizia i restanti responsabili e assicurare l’accesso alla verita’
e alla riparazione per le vittime e i loro familiari.

Le autorita’ di Bosnia ed Erzegovina hanno fatto poco per accrescere la
capacita’ della giurisdizione domestica di indagare a perseguire i crimini
internazionali. Diverse personalita’ politiche di primo piano dell’entita’
semiautonoma della Repubblica Srpska hanno elogiato a piu’ riprese gli
autori del genocidio di Srebrenica e di altre persone che, come Radovan
Karadzic e Ratko Mladic, sono accusate di esserne responsabili. Gli
attacchi verbali contro il sistema giudiziario e la negazione dei crimini
internazionali, compreso il genocidio di Srebrenica del 1995, da parte di
politici del paese di alto rango minano gli sforzi del paese di indagare e
perseguire i presunti autori di questi crimini e continuano a violare il
diritto delle vittime alla giustizia, alla verita’ e alla riparazione.

Inoltre, l’organizzazione per i diritti umani e’ preoccupata per l’elevato
numero di casi pendenti, circa 1300, relativi a crimini commessi durante
la guerra. Le autorita’ locali hanno ripetutamente ostacolato l’attuazione
della Strategia ufficiale d’azione in materia di crimini di guerra,
adottata nel 2008 per ottimizzare il funzionamento della giustizia. Alcune
inchieste efficaci non hanno avuto luogo, le famiglie delle persone
scomparse non sono riuscite ad avere informazioni sulla sorte dei loro
cari ne’ sul luogo dove si trovano. La Legge sulle persone scomparse, che
prevede la creazione dell’Istituto nazionale delle persone scomparse, del
Fondo di sostegno alle famiglie delle persone scomparse e del Centro dati
delle persone scomparse, non e’ stata pienamente attuata, privando le
famiglie della possibilita’ di avere accesso alla riparazione, compreso un
risarcimento.

Amnesty International chiede alle autorita’ di Bosnia ed Erzegovina di
agire in conformita’ alla Dichiarazione sulla protezione di tutte le
persone contro le sparizioni forzate, insieme di principi che si applicano
a tutti gli stati, di ratificare la Convenzione per la protezione di tutte
le persone dalle sparizioni forzate e di introdurla nel diritto nazionale.


Infine, Amnesty International chiede alla comunita’ internazionale di
supportare la Bosnia ed Erzegovina al fine di migliorare il funzionamento
della giustizia e di garantire il rispetto dei diritti umani.

La Sezione Italiana di Amnesty International ricorda il genocidio di
Srebrenica con un gesto simbolico: una consegna di fiori all’Ambasciata di
Bosnia ed Erzegovina lunedi’ 11 luglio.

Roma, 11 luglio 2011

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

 

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