Venerdì, 29 marzo 2024 - ore 16.31

Stato del clima nel 2021, Wmo alla Cop26: il pianeta si sta dirigendo verso un territorio inesplorato

Gli ultimi 7 anni saranno i più caldi mai registrati. Record dell’innalzamento dei mari e dello scioglimento dei ghiacci

| Scritto da Redazione
Stato del clima nel 2021, Wmo alla Cop26: il pianeta si sta dirigendo verso un territorio inesplorato

L’apertura della 26esima Conferenza delle parti dell’United Nations framework convention on climate change (COP26 Unfccc) in corso a Glasgow, è stata segnata dalla presentazione del drammatico rapporto “State of Climate in 2021” provvisorio della World meteorological organization (WMO) secondo la quale «Le concentrazioni record di gas serra nell’atmosfera e il calore accumulato associato hanno spinto il pianeta in un territorio inesplorato, con ripercussioni di vasta portata per le generazioni attuali e future».

Il provisional  State of Climate in 2021 fornisce un’istantanea degli indicatori climatici come le concentrazioni di gas serra, le temperature, le condizioni meteorologiche estreme, il livello del mare, il riscaldamento e l’acidificazione degli oceani, il ritiro dei ghiacciai e lo scioglimento dei ghiacci, nonché degli impatti socio-economici. E’ uno dei rapporti scientifici di punta che informerà i negoziati e che saranno presentati allo Science pavilion ospitato dalla WMO, dall’Intergovernmental Panel on Climate Change e dal Met Office del Regno Unito. Durante la COP26, la WMO lancerà la Water and Climate Coalition per coordinare l’azione sull’acqua e il clima e il Systematic Observations Financing Facility per migliorare le osservazioni e le previsioni meteorologiche e climatiche che sono vitali per l’adattamento ai cambiamenti climatici.

Secondo il rapporto, che mette insieme i contributi di diverse Agenzie Onu, dei servizi meteorologici e idrologici nazionali e di istituzioni scientifiche ed esperti, per i primi 9 mesi del 2021, «Gli ultimi 7 anni saranno i 7 più caldi mai registrati » e «Un evento temporaneo di raffreddamento “La Niña” all’inizio del anno significa che il 2021 dovrebbe essere “solo” dal quinto al settimo anno più caldo mai registrato. Ma questo non nega o inverte la tendenza a lungo termine dell’aumento delle temperature». Dal 2013 in poi, l’innalzamento globale del livello del mare è accelerato fino a raggiungere a un nuovo massimo nel 2021, mentre continuano il continuo riscaldamento e l’acidificazione degli oceani.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato che «Il rapporto provvisorio della WMO sullo stato del clima globale 2021 attinge alle ultime prove scientifiche per mostrare come il nostro pianeta sta cambiando sotto i nostri occhi. Dalle profondità dell’oceano alle cime delle montagne, dallo scioglimento dei ghiacciai agli implacabili eventi meteorologici estremi, gli ecosistemi e le comunità di tutto il mondo vengono devastati. La COP26 deve essere un punto di svolta per le persone e il pianeta. Gli scienziati sono chiari sui fatti. Ora i leader devono essere altrettanto chiari nelle loro azioni. La porta è aperta; le soluzioni ci sono. La COP26 deve essere una svolta. Dobbiamo agire ora, con ambizione e solidarietà, per salvaguardare il nostro futuro e salvare l’umanità».

Presentando a Glasgow il rapporto provvisorio, il segretario generale della WMO, Petteri Taalas. Ha sottolineato che «Per la prima volta in assoluto, sulla vetta della calotta glaciale della Groenlandia ha piovuto, invece di nevicare, I ghiacciai canadesi hanno subito un rapido scioglimento. Un’ondata di caldo in Canada e nelle parti degli Stati Uniti adiacenti ha spinto le temperature a quasi 50° C in un villaggio della Columbia Britannica. La Death Valley, in California, ha raggiunto i 54,4° C durante una delle molteplici ondate di calore negli Stati Uniti sudoccidentali, mentre molte parti del Mediterraneo hanno registrato temperature record. Il caldo eccezionale è stato spesso accompagnato da incendi devastanti. Mesi di pioggia sono caduti nel giro di poche ore in Cina e parti dall’Europa hanno visto gravi inondazioni che hanno causato decine di vittime e miliardi di perdite economiche. Un secondo anno consecutivo di siccità nel Sud America subtropicale ha ridotto il flusso di grandi bacini fluviali e ha colpito l’agricoltura, i trasporti e la produzione di energia. Gli eventi estremi sono la nuova normalità. Ci sono prove scientifiche crescenti che alcuni di questi portano l’impronta del cambiamento climatico indotto dall’uomo. Con l’attuale tasso di aumento delle concentrazioni di gas serra, entro la fine di questo secolo vedremo un aumento della temperatura di gran lunga superiore agli obiettivi dell’Accordo di Parigi da 1,5 a 2 gradi Celsius al di sopra dei livelli preindustriali. La COP26 è un’opportunità decisiva per rimetterci in carreggiata».

Ecco i messaggi chiave del provisional  State of Climate in 2021:

Gas serra. Nel 2020, le concentrazioni di gas serra hanno raggiunto nuovi massimi. I livelli di anidride carbonica (CO2) erano 413,2 parti per milione (ppm), metano (CH4) a 1.889 parti per miliardo (ppb)) e protossido di azoto (N2O) a 333,2 ppb, rispettivamente, 149%, 262% e il 123% dei livelli preindustriali (1.750). L’aumento è continuato nel 2021.

Temperature. La temperatura media globale per il 2021 (basata sui dati da gennaio a settembre) è stata di circa 1,09° C al di sopra della media 1850-1900. Attualmente, i dataset utilizzati dalla WMO nell’analisi collocano il 2021 come il sesto o il settimo anno più caldo mai registrato a livello globale. Ma la classifica potrebbe cambiare a fine anno. E’ tuttavia probabile che il 2021 sarà tra il 5° e il 7° anno più caldo mai registrato e che quelli dal 2015 al 2021 saranno i sette anni più caldi mai registrati. Il 2021 è stato meno caldo degli ultimi anni a causa dell’influenza di una moderata La Niña all’inizio dell’anno. La Niña ha un effetto di raffreddamento temporaneo sulla temperatura media globale e influenza il tempo e il clima regionali. L’impronta di La Niña è stata chiaramente vista nel Pacifico tropicale nel 2021. L’ultimo evento significativo di La Niña è stato nel 2011. Il 2021 è più caldo di circa 0,18° C – 0,26° C rispetto al 2011. Con il calare di La Niña del 2020-21, le temperature globali mensili sono aumentate. L’anno 2016, iniziato durante un forte El Niño, rimane l’anno più caldo mai registrato nella maggior parte dei datset rilevati.

Oceano. Circa il 90% del calore accumulato nel sistema Terra è immagazzinato nell’oceano e viene misurato attraverso l’Ocean Heat Content. Nel 2019, le profondità superiori a 2.000 metri dell’oceano hanno continuato a riscaldarsi raggiungendo un nuovo record. Un’analisi preliminare basata su 7 serie di dati globali suggerisce che il 2020 ha superato quel record. Tutti i dataset concordano sul fatto che i tassi di riscaldamento degli oceani mostrano un aumento particolarmente forte negli ultimi due decenni e si prevede che l’oceano continuerà a riscaldarsi in futuro. Gran parte dell’oceano ha subito almeno una “forte” ondata di caldo marino ad un certo punto nel 2021, con l’eccezione dell’Oceano Pacifico equatoriale orientale (a causa di La Niña) e di gran parte dell’Oceano Australe. Il mare di Laptev e Beaufort nell’Artico ha subito ondate di calore marino “gravi” ed “estreme” da gennaio ad aprile 2021. L’oceano assorbe circa il 23% delle emissioni annue di CO2 di origine antropica nell’atmosfera e quindi sta diventando più acido. Il pH della superficie dell’oceano aperto è diminuito a livello globale negli ultimi 40 anni ed è ora il più basso da almeno 26.000 anni. Gli attuali tassi di variazione del pH sono senza precedenti almeno da quel momento. Quando il pH dell’oceano diminuisce, diminuisce anche la sua capacità di assorbire CO2 dall’atmosfera.

Livello del mare. I cambiamenti globali del livello medio del mare derivano principalmente dal riscaldamento degli oceani dovuto all’espansione termica dell’acqua di mare e allo scioglimento del ghiaccio terrestre. Misurato dall’inizio degli anni ’90 da satelliti altimetrici ad alta precisione, l’innalzamento medio globale del livello medio del mare è stato di 2,1 mm all’anno tra il 1993 e il 2002 e di 4,4 mm all’anno tra il 2013 e il 2021, un aumento di un fattore 2 tra i periodi. Questo è dovuto principalmente alla perdita accelerata di massa di ghiaccio dai ghiacciai e dalle calotte glaciali.

Ghiaccio martino. Al suo massimo a marzo, il ghiaccio marino artico era al di sotto della media 1981-2010. L’estensione del ghiaccio marino è poi diminuita rapidamente a giugno e all’inizio di luglio nelle regioni del Mare di Laptev e del Mare di Groenlandia orientale. Di conseguenza, l’estensione del ghiaccio marino in tutto l’Artico è stata minima nella prima metà di luglio. C’è stato poi un rallentamento della fusione ad agosto, e l’estensione minima di settembre (dopo la stagione estiva) è stata maggiore rispetto agli ultimi anni, a 4,72 milioni di km2. E’ stata la dodicesima estensione di ghiaccio minima più bassa nel record satellitare di 43 anni, ben al di sotto della media 1981-2010. L’estensione del ghiaccio marino nel Mare di Groenlandia orientale è stato un minimo record, con un ampio margine. L’estensione del ghiaccio marino antartico era generalmente vicina alla media 1981-2010, con un’estensione massima raggiunta alla fine di agosto.

Ghiacciai e calotte glaciali. La perdita di massa dai ghiacciai nordamericani è accelerata negli ultimi due decenni, quasi raddoppiando per il periodo 2015-2019 rispetto al 2000-2004. Un’estate eccezionalmente calda e secca nel 2021 nel Nord America occidentale ha avuto un impatto brutale sui ghiacciai montani della regione. L’estensione dello scioglimento della calotta glaciale della Groenlandia è stata vicina alla media a lungo termine all’inizio dell’estate. Ma, a causa di una forte incursione di aria calda e umida a metà agosto, le temperature e il deflusso dell’acqua di fusione erano ben al di sopra della norma nell’agosto 2021. Il 14 agosto è stata osservata pioggia per diverse ore alla Summit Station, il punto più alto della calotta glaciale della Groenlandia (3.216 m), e la temperatura dell’aria è rimasta sopra lo zero per circa 9 ore. Non ci sono precedenti segnalazioni di precipitazioni al Summit. È la terza volta negli ultimi 9 anni che il Summit ha sperimentato condizioni di fusione. I dati delle carote di ghiaccio indicano che nel XX secolo si era verificato solo uno di questi eventi di fusione.

Tempo estremo. Ondate di caldo eccezionali hanno colpito il Nord America occidentale nei mesi di giugno e luglio, con molti luoghi che hanno superato i record delle stazioni da 4° C a 6° C e causando centinaia di decessi legati al caldo. Lytton, nella British Columbia centro-meridionale, ha raggiunto i 49,6 ° C il 29 giugno, battendo il precedente record nazionale canadese di 4,6° C ed è stata devastata da un incendio il giorno successivo. Ci sono state anche più ondate di caldo  nel sud-ovest degli Stati Uniti. La Death Valley, in California, ha raggiunto i 54,4° C il 9 luglio, eguagliando un valore simile nel 2020 come il più alto registrato al mondo almeno dagli anni ’30. E’  stata l’estate più calda mai registrata in media negli Stati Uniti continentali. Ci sono stati numerosi incendi di grandi dimensioni. L’incendio di Dixie nel nord della California, iniziato il 13 luglio, entro il 7 ottobre aveva bruciato circa 390.000 ettari, il più grande incendio mai registrato in California.  Il caldo estremo ha colpito la più ampia regione del Mediterraneo. L’11 agosto una stazione agrometeorologica in Sicilia ha raggiunto i 48,8° C, record europeo provvisorio, mentre Kairouan (Tunisia) ha raggiunto il record di 50,3° C. Montoro (47,4° C) ha stabilito un record nazionale per la Spagna il 14 agosto, mentre lo stesso giorno Madrid ha registrato la sua giornata più calda con 42,7° C. Il 20 luglio, Cizre (49,1° C) ha stabilito un record nazionale turco e Tbilisi (Georgia) ha avuto il suo giorno più caldo mai registrato (40,6° C). Grandi incendi si sono verificati in molte parti della regione, con l’Algeria, la Turchia meridionale e la Grecia particolarmente colpite. A metà febbraio, condizioni di freddo anomalo hanno colpito molte parti degli Stati Uniti centrali e del Messico settentrionale. Gli impatti più gravi si sono verificati in Texas, che in genere ha registrato le temperature più basse almeno dal 1989. Un’ondata di freddo primaverile anormale ha colpito molte parti dell’Europa all’inizio di aprile.

Precipitazioni. Piogge estreme hanno colpito la provincia cinese di Henan dal 17 al 21 luglio. La città di Zhengzhou il 20 luglio ha ricevuto 201,9 mm di pioggia in un’ora (record nazionale cinese), 382 mm in 6 ore e 720 mm per l’evento nel suo insieme, più della sua media annuale. Le inondazioni improvvise sono state collegate a oltre 302 morti, con perdite economiche segnalate per 17,7 miliardi di dollari. A metà luglio, l’Europa occidentale ha subito alcune delle inondazioni più gravi mai registrate. La Germania occidentale e il Belgio orientale hanno ricevuto da 100 a 150 mm su un’ampia area il 14-15 luglio su terreno già saturo, causando inondazioni e frane e oltre 200 morti. Le precipitazioni giornaliere più elevate sono state di 162,4 mm a Wipperfürth-Gardenau (Germania). Le precipitazioni persistenti superiori alla media nella prima metà dell’anno in alcune parti del nord dell’America del Sud, in particolare nel bacino settentrionale dell’Amazzonia, hanno portato a inondazioni significative e di lunga durata nella regione. Il Rio Negro a Manaus (Brasile) ha raggiunto il livello più alto mai registrato. Le inondazioni hanno colpito anche parti dell’Africa orientale, con il Sud Sudan particolarmente colpito.

Una siccità significativa ha colpito gran parte del Sud America subtropicale per il secondo anno consecutivo. Le precipitazioni sono state ben al di sotto della media su gran parte del Brasile meridionale, Paraguay, Uruguay e Argentina settentrionale. La siccità ha portato a significative perdite agricole, aggravate da un’ondata di freddo alla fine di luglio, che ha danneggiato molte delle regioni di coltivazione del caffè del Brasile. I bassi livelli dei fiumi hanno anche ridotto la produzione di energia idroelettrica e interrotto il trasporto fluviale. I 20 mesi da gennaio 2020 ad agosto 2021 sono stati i più secchi mai registrati per gli Stati Uniti sudoccidentali, oltre il 10% in meno rispetto al record precedente. La produzione di grano e colza prevista per il Canada nel 2021 è del 30-40% inferiore ai livelli del 2020. Una crisi di malnutrizione associata alla siccità ha colpito parti dell’isola del Madagascar nell’Oceano Indiano.

Sono stati condotti studi preliminari di “attribuzione rapida” per l’ondata di caldo nell’America nordoccidentale a giugno e luglio e per le inondazioni nell’Europa occidentale a luglio. Lo studio dell’ondata di caldo nel nord-ovest del Pacifico ha scoperto che l’ondata di caldo «E’ ancora rara o molto rara nel clima odierno, ma sarebbe stata praticamente impossibile senza il cambiamento climatico». Per le inondazioni dell’Europa occidentale, le forti piogge «Sono state rese più probabili dai cambiamenti climatici».

La WMO evidenzia che «Più in generale, eventi come questi si inseriscono in un modello di cambiamento più ampio. Il sesto rapporto di valutazione dell’IPCC (AR6) ha concluso che la frequenza delle ondate di calore in Nord America e nel Mediterraneo è aumentata. Un contributo umano a questi aumenti è stato riscontrato con una fiducia media nel Nord America e un’alta fiducia nella regione del Mediterraneo. L’IPCC ha riferito che le forti precipitazioni sono aumentate nell’Asia orientale, ma c’è poca fiducia nell’influenza umana. C’era molta fiducia in un’influenza umana sulle forti precipitazioni nell’Europa settentrionale, ma scarsa fiducia nell’Europa occidentale e centrale».

Impatti socio-economici e ambientali. Negli ultimi 10 anni, i conflitti, gli eventi meteorologici estremi e gli shock economici sono aumentati di frequenza e intensità. Gli effetti combinati di questi pericoli, ulteriormente esacerbati dalla pandemia di Covid-19, hanno portato a un aumento della fame e, di conseguenza, hanno minato decenni di progressi verso il miglioramento della sicurezza alimentare. Dopo un picco di denutrizione nel 2020 (768 milioni di persone), le proiezioni hanno indicato un calo della fame globale a circa 710 milioni nel 2021 (9%). Tuttavia, a ottobre 2021, i numeri in molti paesi erano già superiori a quelli del 2020. Questo sorprendente aumento (19%) è stato avvertito soprattutto tra i gruppi che già soffrono di crisi alimentari o peggio (IPC/CH Fase 3 o superiore), passando da 135 milioni di persone nel 2020 a 161 milioni entro settembre 2021. Un’altra terribile conseguenza di questi shock è stato il numero crescente di persone che soffrono la fame e un crollo totale dei mezzi di sussistenza (IPC/CH Fase 5), principalmente in Etiopia, Sud Sudan, Yemen e Madagascar (584.000 persone). Il clima estremo durante la stagione 2020/2021 di La Niña ha alterato le stagioni delle piogge contribuendo a interrompere i mezzi di sussistenza e le campagne agricole in tutto il mondo. Gli eventi meteorologici estremi durante la stagione delle piogge del 2021 hanno aggravato gli shock esistenti. Siccità consecutive in gran parte dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina hanno coinciso con forti tempeste, cicloni e uragani, che hanno influito in modo significativo sui mezzi di sussistenza e sulla capacità di riprendersi dagli shock meteorologici ricorrenti. Eventi e condizioni meteorologiche estreme, spesso esacerbate dai cambiamenti climatici, hanno avuto impatti importanti e diversificati sullo spostamento della popolazione e sulla vulnerabilità delle persone già sfollate durante tutto l’anno. Dall’Afghanistan all’America centrale, siccità, inondazioni e altri eventi meteorologici estremi stanno colpendo coloro che sono meno attrezzati per riprendersi e adattarsi.

Gli ecosistemi – compresi gli ecosistemi terrestri, d’acqua dolce, costieri e marini – e i servizi che forniscono, sono influenzati dal cambiamento climatico. Inoltre, gli ecosistemi si stanno degradando a un ritmo senza precedenti, che si prevede accelererà nei prossimi decenni. Il degrado degli ecosistemi sta limitando la loro capacità di sostenere il benessere umano e danneggiando la loro capacità di adattamento di costruire resilienza.

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