Venerdì, 10 maggio 2024 - ore 22.11

Storia che si ripete di RAR

| Scritto da Redazione
Storia che si ripete di RAR

Anche Mussolini era convinto di non essere succube di Hitler e di poterlo tenere sotto controllo; quando si rese conto che si trattava di una illusione fantasiosa, era tropo tardi per lui, per il fascismo e per l’Italia. Ci volle una guerra civile per neutralizzare, ma solo in parte, gli effetti nefasti e devastanti di quella innaturale alleanza, una guerra civile nella quale le forze sane della nazione si ritrovarono nell’identità nazionale che superava le divergenze ideologiche: la Resistenza documentò le grandi possibilità dell’Italia, che erano naufragate sotto i colpi distruttivi del nazi-fascismo. Ora è il turno di Renzi, anche lui convinto di “non essere in mano a Berlusconi” e non si accorge di essere tra i piedi dello stesso ex premier, che si serve di lui per pulirsi i piedi prima di rientrare nella  per riportarla ad essere la . E’ l’ingenuità dello sprovveduto che minimizza i pericoli di una alleanza di fatto tra una persona che ha raccolto le ultime speranza del popolo italiano e lo ha nominato (non eletto) suo corifeo, e l’altro, condannato in terzo grado di giudizio, mantenuto in vita politica da una assurda alleanza, forse ancora più assurda di quella che unì le sorti dell’Italia a quella della Germania, con l’abbraccio letale tra Hitler e Mussolini. Renzi non si accorge che Berlusconi gioca con parecchie paia di carte, oltre a barare senza pudore. Con un paio, rappresentato dall’inutile Al Fano, è saldamente dentro la maggioranza e impone le sue scelte. Con un secondo paio di carte appoggia il governo per le riforme, ma impone le sue condizioni. Con un terzo paio di carte, gestito risibilmente da Brunetta, dai falchi e dalle pitonesse, gestisce la sola opposizione numericamente significativa. Vuole dimostrare di essere indispensabile alla nazione, anzi, più che indispensabile, addirittura necessario, novello  che promuove una riforma del Senato assurda e una nuova legge elettorale anticostituzionale, mentre intorno ad esse cerca di esaltare se stesso, anche per condizionare i magistrati che devono ancora giudicare le sue tante malefatte, autodefinendosi. 

Ha gettato in pattumiera la regia aggressiva che gli è valsa una prima condanna penale passata in giudicato, affidata al duo Ghedini/Longo, per adottare la regia della moderazione imposta dall’avv. Coppi, finalizzata a non urtare ulteriormente l’opinione pubblica, le Istituzioni e, anche la magistratura che vorrebbe si trovasse nella condizione di  le leggi (come accaduto con la discutibile assoluzione nel processo Ruby, del quale si attende il terzo grado di giudizio). Come si può ben valutare la figura di Renzi non emerge se non come succube della tracotanza berlusconiana; lo si vede anche dall’incedere dialettico mentre sparge sulla nazione un ottimismo di facciata, ricalcando i passi dell’ex premier, quando affermava “…. ….… “; quindi fece “”, dimettendosi per non dover assumere decisioni impopolari, dimissioni che successivamente ha cercato di gabellare come un “” a suo danno. Ora il duo Renzi/Berlusconi sta conducendo l’Italia in una rinnovata catastrofe come fu la spedizione in Russia del precedente duetto; siamo impantanati nelle riforme che non servono (Senato e legge elettorale) perché Berlusconi non intende e non permette che si facciano riforme in grado di generare sviluppo e posti di lavoro; si tratterebbe di azioni che tornerebbero a vantaggio della politica di Renzi e questo non può permetterlo in questa atmosfera da ultima spiaggia, dove il pregiudicato gioca tutte le sue ultime carte per stroncare sul nascere le velleità di Renzi  e le speranza degli italiani, mentre nelle rilevazioni dei sondaggi Renzi e il suo governo perdono consensi. Così Renzi, ubbidiente, trascura gli interessi collettivi per soddisfare gli interessi personali dell’unico ex presidente del consiglio dell’Italia Repubblicana,  definitivamente condannato.

Rosario Amico Roxas

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