Sabato, 20 aprile 2024 - ore 12.41

Tecno La chiamata ai social per i ristoratori Non più opzione, ma necessità

I ristoratori, così come molti altri professionisti, non possono più permettersi di considerare solo una possibilità la pubblicizzazione del proprio brand sui social, ma un vero e proprio obbligo per poter competere sul mercato. Sui social poi, non basta esserci ma bisogna anche saperci stare e capire come muoversi

| Scritto da Redazione
Tecno La chiamata ai social per i ristoratori  Non più opzione, ma necessità

Ci piacerebbe sottostare ad un furto di identità? Resteremmo passivi leggendo, virgolettata, una dichiarazione che non abbiamo mai fatto? Suvvia, ci sono i cosiddetti “boundaries”, quei confini all’interno dei quali, per legge di natura, per stato fisiologico, ci siamo noi e soltanto noi. Di ciò, da cittadini adulti e consapevoli, sia ben chiaro, assumendoci sia i diritti che i doveri, ovvero le responsabilità.

Orbene, in epoca di social media accade che il nostro brand, laddove non presidiato accortamente, divenga il brand così come altri desiderano che sia. Insomma, potremmo assistere, impotenti ad apportare correzione che comunque sarebbero tardive, ad un furto di identità. Identità intesa come brand. Può accadere, accade. Accade nel mondo dei social media, e perciò nel mondo tout court, se abbandoniamo, più o meno scientemente, la postazione a cui abbiamo diritto (ma, oramai, anche dovere).

La gestione del brand online non è più un’opzione, non esercitando la quale, al più perdiamo qualche chance di visibilità. Eh, no! La gestione del brand online è una necessità. Proviamo, qui di seguito, ad analizzare, per forza di cose brevemente, alcuni dei social media divenuti “must”, ovvero sui quali esserci, ma, beninteso, avendo contezza di “come” esserci. Lo scopo, ardimentoso ma non velleitario, è condurre il paziente lettore ad una chiara comprensione di come gestire il brand on-line, le differenze tra i vari social media e, di conseguenza, come ad essi approcciarsi.

Ed ancora, molto importante, le aspettative di coloro i quali “incontrerete” lo vogliate o meno, sui social media. È un mondo veloce e frenetico, a tratti. Sono praticabili, pertanto, legami dinamici e non statici. Il contrario, praticamente, di quanto siamo abituati a fare. Pertanto si tratta di acquisire un nuovo assetto mentale: non è facile. È difficile. Ma a non farlo, si resta indietro e si rischia l’emarginazione dal circuito del business profittevole. Ad ogni modo, sia ben chiaro che prima di scegliere dove comunicare, dobbiamo sapere cosa comunicare.

Partiamo da Instagram. Qual è l’obiettivo della presenza consapevole su Instagram? Mostrare la nostra unicità, il nostro essere unici (che non significa assolutamente referenziarsi come i migliori) nella nostra suadente proposta, mediante le immagini dei nostri piatti e delle nostre persone sia in cucina che in sala. Instagram è popolato da circa mezzo miliardo di utenti di diverse età. Tuttavia ben il 53% degli utenti è nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. Il 29% delle donne usa Instagram, a fronte del 22% degli uomini. Il 28% degli utenti vive in aree urbane; ben il 31% degli utenti è laureato.

Secondo una recente indagine dell’autorevole Huffington Post, i giorni migliori per pubblicare le foto sono mercoledì e giovedì e gli orari migliori sono le 10 am e le 5 pm. Consiglio non da poco: o pubblichiamo foto bellissime, bellissime non soltanto come pregevolezza tecnica dell’immagine ma anche come agente emozionale, oppure lasciamo stare. Non è il numero delle foto che incrementa il nostro appeal mediante Instagram, bensì il nostro saper raccontare attraverso le emozioni che le nostre immagini suscitano.

Proseguiamo con Facebook. Qual è l’obiettivo della nostra presenza consapevole Su Facebook? Essere partecipi “smart” di una comunità all’interno della quale incontriamo, nella gran parte dei casi, i nostri clienti. Con ciò vogliamo rendere agevole, in quanto piacevole e sempre interessante, le visite alla nostra pagina e la scrittura di commenti. Al febbraio 2017, praticamente adesso, Facebook fa registrare 1,7 miliardi di utenti attivi. Essere su Facebook, ci sia consentita la facezia, è un po’, in prima battuta, come frequentare assiduamente il circolo, piazza, bar, parrocchia, sezione di partito, ovvero i luoghi simbolo della socialità del XX secolo.

A qualunque ora, che ci si rechi appositamente o che si transiti quasi per caso, sappiamo (sanno tutti) di incontrare sempre qualcuno. La presenza consapevole su Facebook può/deve fungere anche da swap continuo con il proprio website. Cosa, sembra superfluo ribadirlo ma purtroppo così non è, assolutamente deve essere sempre presente sulla pagina è il set informativo delle cosiddette useful information: il link alla pagina del sito in cui è possibile l’online ordering, l’indirizzo, il numero di telefono, orari di apertura e giorni di chiusura e, importantissimo, il menu.

Per saperne di più clicca qui  http://www.italiaatavola.net/articolo.aspx?id=49171

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