Mike Pompeo, segretario di Stato americano, in visita in questi giorni in Italia, ha incontrato il premier Giuseppe Conte mercoledì sera, ma non sarà ricevuto da Papa Francesco. Ad incontrare il braccio destro di Donald Trump sarà il cardinale Parolin. È la conferma della tensione tra Stati Uniti e Vaticano che trae origine dal rinnovo dell’accordo provvisorio con la Cina sulla nomina dei vescovi cattolici. Pompeo sta cercando di bloccare questa intesa da settimane con tweet e articoli di giornale, tra cui uno scritto di suo pugno e pubblicato da First Things.
Prima di esporsi mediaticamente, Pompeo aveva chiesto un incontro a Papa Francesco, la cui risposta è stata rispedita al mittente perché il pontefice “non incontra personalmente leader politici mentre sono in campagna elettorale”, aveva spiegato con una nota il Vaticano. La versione è stata poi confermata dal cardinale Parolin durante un convegno organizzato dall’ambasciata USA presso la Santa Sede. Il convegno è stato visto proprio come un tentativo di ingerenza da parte dell’amministrazione Trump nelle questioni interne al Vaticano.
Monsignor Paul Gallagher si è spinto oltre affermando che Trump stia cercando di strumentalizzare il Papa per la sua campagna elettorale, che secondo i sondaggi lo vede indietro al diretto avversario Biden. Pompeo, dal canto suo, ha spiegato il perché della sua avversione al patto tra Santa Sede e Cina, affermando che “da nessuna altra parte al mondo la libertà religiosa è in pericolo” come a Pechino e dintorni. Il carico è poi il raffronto tra l’attuale pontefice e Giovanni Paolo II che “fece della Chiesa il baluardo della libertà religiosa”.