Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 09.57

Un fantasma si aggira nel PD: l’ipocrisia. Virgilio, Pezzoni e Campagnolo si pizzicano su facebook

Il dibattito sul voto che vede sconfitto il PD si sviluppa anche su Facebook. Andrea Virgilio, assessore comune di Cremona ed esponente del Pd, mette un post dal titolo ‘Un fantasma si aggira nel PD: l’ipocrisia’. Molti i mi piace ma alcuni come Marco Pezzoni e Stefano Campagnolo scrivono….

| Scritto da Redazione
Un fantasma si aggira nel PD: l’ipocrisia.  Virgilio, Pezzoni e Campagnolo si pizzicano su facebook

Il post di Andrea Virgilio :Un fantasma si aggira nel PD: l’ipocrisia.  Non sono mai stato renziano, ma sorprende leggere tutta questa attenzione della vecchia classe dirigente ai deboli, ai fragili, al partito radicato, al rapporto con i poteri forti. Come se non ci fosse mai stata la crisi di partecipazione e di iscritti nel PDS, come se il primo PD fosse veramente una ditta, come se non ci fosse mai stata un relazione intensa con sistemi economici di potere (banche e cooperative), come se una parte importante di quella classe dirigente non provenisse da sistemi di potere statali (dall’IRI fino alla più piccola municipalizzata), come se la sinistra di governo degli anni 90 non fosse mai stata subalterna ad alcune scelte di stampo liberista.Se oggi molte cose dentro al PD vanno rivisitate non credo che con la memoria corta si possano affrontare questioni rilevanti.

La risposta di Marco Pezzoni : Ti sorprende perche' forse non ci hai mai creduto nemmeno allora. Allora c'era l'una e l'altra anima del partito che teneva insieme interessi dell'impresa e del lavoro, che dialogava con Confindustria e non disprezzava i sindacati. Io mi confrontavo con Arvedi sul futuro della siderurgia ma avevo rapporti umani e sociali più' forti con i lavoratori. Ci confrontavamo con la Libera agricoltori ma non andavo a cena o a pranzo con Piva per tenere un piccolo cerchio magico locale che interferisse con le scelte degli Enti locali cremonesi. Ipocrisia! A voglia se c'e' ipocrisia : pur di servire il Segretario nazionale di turno si imputano i difetti gravi del PD di oggi ai difetti di ieri, cosi di notte le vacche sono "percepite" tutte nere, cosi' siamo tutti ugualmente colpevoli e ci possiamo autoassolvere. Peccato che questo giochino viene smentito dagli elettori: ci sara' una ragione se ti votano adesso solo ai Parioli mentre prima ti votavano le periferie? Invito a leggere la stuazione italiana non solo dal punto di vista del ceto politico, ma da quello della societa' stessa che si e' pronunciata con il voto e con l'astensione. Il problema non e' criminalizzare la sinistra interna al PD ma preoccuparsi del contrario, che e' che troppo debole, che il PD non puo' avere solo un centro forte, ma anche una sinistra forte. Che il PD deve riprendere il confronto con i Sindacati e cercare di rappresentare anche il mondo del lavoro. Che centro e sinistra interni al PD devono essere piu' innovativi su precariato giovanile, reddito minimo, ricerca, energie rinnovabili, economia circolare alternativa agli inceneritori, manutenzione del territorio, smart city...Non si guardi tanto ai Bersani, cui si era tanto ossequienti quando contava . Oggi ci si chieda perche' sotto i 45 anni si preferisce di gran lunga il Movimento 5 Stelle. Un bagno nella realta' sociale di oggi e' la cura migliore per ogni ipocrisia e ogni conformismo. L' autonomia intellettuale non e' un esercizio letterario e furbesco, e' fare i conti con una crisi sociale e democratica vera e di nuovo tipo, in Italia e in Europa.

L’intervento di Stefano Campagnolo: È miope leggere la situazione italiana come fosse una situazione locale. Il più miope di tutti oggi è D'Alema (ma perché il suo è un parere interessato e disonesto) sul CdS, mentre una visione equilibrata e quindi positiva è quella di Prodi su Repubblica. Il risultato elettorale non è frutto degli errori del PD (e il più grande secondo me è sempre il continuo logoramento operato dalla minoranza: altra sostanza e comportamenti quelli di Martina e soci), ma di una situazione internazionale che vede ovunque i partiti cosiddetti populisti avanzare. In Italia si salda il voto di chi non ha nulla e quindi nulla da perdere con le categorie (molte) che vedono intaccate le rendite di posizione che credevano immutabili e che il grande cambiamento in atto e quello prossimo venturo (la riforma) mettono in discussione.

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