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Uneba Decreti attuativi della Riforma Terzo Settore – Il Governo presenta le novità

Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì 12 maggio tre decreti attuativi della legge delega di Riforma del Terzo Settore. Nella stessa giornata Uneba ha messo a disposizione degli associati i testi dei decreti, nella parte riservata di www.uneba.org

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Uneba Decreti attuativi della Riforma Terzo Settore – Il Governo presenta le novità

Uneba Decreti attuativi della Riforma Terzo Settore – Il Governo presenta le novità

Il Consiglio dei ministri ha approvato venerdì 12 maggio tre decreti attuativi della legge delega di Riforma del Terzo Settore. Nella stessa giornata Uneba ha messo a disposizione degli associati i testi dei decreti, nella parte riservata di www.uneba.org

Non si tratta ancora della versione definitiva: la Conferenza Stato Regioni dovrà dare il suo ok, e le commissioni competenti di Camera e Senato hanno l’obbligo di esprimere un parere sui decreti entro 30 giorni da quando li ricevono, ma il governo non è obbligato ad accogliere i suggerimenti. Il governo approverà in via definitiva i decreti presumibilmente a inizio luglio. Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, saranno effettivi.

Uneba è al lavoro per proporre al Parlamento alcuni possibili emendamenti ai decreti in particolare per le disposizioni che, se approvate così come sono nell’allegato a questo articolo, potrebbero causare difficoltà agli enti Uneba ed al loro servizio alle persone fragili.

Ecco, comunque, alcuni dei principali interventi e novità previsti dai decreti nella loro versione attuale, a partire dal riassunto che ne dà il Governo.

CODICE UNICO DEL TERZO SETTORE

  • disposizioni su  organizzazione, amministrazione e controllo, raccolta fondi,  contabilità e trasparenza degli enti del Terzo Settore
  • obbligo di bilancio sociale per gli enti sopra una certa dimensione
  • diritto dei lavoratori ad un trattamento economico e normativo non inferiore a quello previsto dai contratti collettivi
  • in ciascun ente, la differenza retributiva tra lavoratori non può essere superiore al rapporto di uno a sei, da calcolarsi sulla base della retribuzione annua lorda.
  • Registro unico nazionale del Terzo settore, cui gli  enti devono iscriversi per poter accedere ai benefici ad essi riservati
  • Consiglio nazionale del terzo settore, organo consultivo e rappresentativo
  • revisione della definizione di enti non commerciali ai fini fiscali
  • social bonus credito d’imposta per le erogazioni liberali in denaro effettuate in favore degli enti del Terzo Settore non commerciali, che abbiano presentato un progetto per sostenere il recupero degli immobili pubblici inutilizzati e dei beni mobili e immobili confiscati alla criminalità organizzata assegnati ai suddetti enti;
  • agevolazioni in materia di imposte indirette (successioni e donazioni, registro, ipotecaria e catastale)
  • nuova disciplina delle detrazioni e deduzioni per le erogazioni liberali in denaro o in natura
  • regime fiscale agevolato per le attività di social lending

IMPRESA SOCIALE  Possono acquisire la qualifica di impresa sociale tutte le organizzazioni private, incluse quelle costituite in forma societaria, che esercitano in via stabile e principale un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale, adottando modalità di gestione responsabili e trasparenti e favorendo il più ampio coinvolgimento dei lavoratori, degli utenti e di altri soggetti interessati alle loro attività.

Tra le attività di interesse generale da esercitare affinché un ente possa  essere impresa sociale:

  • prestazioni sanitarie riconducibili ai Livelli essenziali di assistenza
  • formazione extra-scolastica, finalizzata alla prevenzione della dispersione scolastica e al successo scolastico e formativo
  • cooperazione allo sviluppo
  • agricoltura sociale

Questa attività deve essere svolta “in via principale”, ossia deve generare almeno il 70 per cento dei ricavi complessivi

L’impresa sociale, costituita in forma societaria, può destinare una quota inferiore al 50% degli utili e degli avanzi di gestione annuali, dedotte eventuali perdite maturate negli esercizi precedenti, ad aumento gratuito del capitale sociale sottoscritto e versato dai soci (…) oppure alla distribuzione, anche mediante l’emissione di strumenti finanziari, di dividendi ai soci.

Detassazione degli utili o avanzi di gestione che incrementino le riserve indivisibili dell’impresa sociale in sospensione d’imposta e che vengano effettivamente destinati allo svolgimento dell’attività statutaria o ad incremento del patrimonio

CINQUE PER MILLE Aumentano i possibili beneficiari: tutti gli enti del Terzo settore iscritti nel Registro unico nazionale. Chi riceve il cinque per mille entro un anno deve inviare rendiconto e relazione illustrativa,  pubblicare sul sito gli importi percepiti e l’uso che ne fa.

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