Giovedì, 18 aprile 2024 - ore 14.44

Varato il ddl buona scuola. Cgil: attacco a contratto nazionale

Per il segretario Flc Pantaleo, è inaccettabile la concentrazione di poteri attribuiti ai presidi

| Scritto da Redazione
Varato il ddl buona scuola. Cgil: attacco a contratto nazionale

Il Consiglio dei ministri licenzia il provvedimento, ora la riforma al vaglio del Parlamento. Fracassi (Cgil): migliaia di precari delusi nelle loro attese.

Il Consiglio dei ministri ha varato il disegno di legge sulla “buona scuola”, che ora dovrà affrontare la prova del Parlamento. Più potere ai presidi (che avranno il compito di scegliere i docenti), misure contraddittorie sulla stabilizzazione dei precari, aumenti di stipendio solo a chi merita, finanziamenti alle scuole paritarie (fino alle medie), bonus da 500 euro per l’aggiornamento culturale dei professori: questi i principali contenuti del provvedimento. La Cgil incassa la decisione del governo di rinunciare al decreto legge, ma ribadisce tutte le critiche nel merito della riforma, a partire dalla massima discrezionalità che viene attribuita ai presidi. E critica anche il rifiuto del governo Renzi di una qualsiasi forma di confronto con i sindacati.

“Il disegno di legge presentato dal governo conferma l’attacco al contratto nazionale, introducendo un vulnus al principio costituzionale che esclude oneri a carico dello Stato per il finanziamento delle scuole private”. A dirlo è Gianna Fracassi, segretario nazionale Cgil. “Per gli insegnanti si prevede più discrezionalità nelle assunzioni e sulle carriere. Per le assunzioni dei precari si registra uno scarto tra l’annuncio di 150 mila assunzioni e la realtà, con migliaia di precari delusi nelle loro attese. Rimangono tutte le preoccupazioni sulla tempistica delle assunzioni, che potrebbero mancare l’obiettivo di avere gli insegnanti in classe al primo settembre 2015” prosegue la nota sindacale. La Cgil, conclude Fracassi, dopo il “passo indietro del governo su decreto legge e scatti di anzianità”, si aspetta “l’avvio di un reale confronto in Parlamento e con le organizzazioni sindacali per ricondurre tutte le materie che riguardano il lavoro alla contrattazione e per realizzare un vero cambiamento della scuola che innanzi i livelli di istruzione del paese, sviluppando la centralità e la qualità della scuola pubblica e garantendo pienamente l’accesso all’istruzione con interventi di diritto allo studio”.

Fonte: rassegna sindacale 

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