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2012.L'opinione dei navigatori: A. Lucia, Gianonymous, L. Burgazzi, G.Azzoni, G. Cuccia, G.Ardigò, A.Virgilio, M. Piloni.

| Scritto da Redazione
2012.L'opinione dei navigatori: A. Lucia, Gianonymous, L. Burgazzi, G.Azzoni, G. Cuccia, G.Ardigò, A.Virgilio, M. Piloni.

Welfare Network ha raccolto le opinioni dei visitatori del sito e di alcuni personaggi politici, riguardo l'anno appena cominciato. Di seguito riportiamo le risposte alle domande poste dalla Redazione e gli articoli.


Insistere su mafia, evasione e occupazione | Alessandro Lucia
Non è una novità il drammatico scenario che sta vivendo (e che vive da anni) lo strato sociale più povero della popolazione. C’è un’enorme “questione sociale” da risolvere, con interventi decisi e chiari. Ultimamente, si è notato come il tam tam mediatico stia mettendo in risalto –a volte anche con scopi meschini, per mera audience – le difficoltà in cui versa la classe medio bassa Italiana. E quando parlo di classe medio bassa (senza dimenticare chi sta ancora peggio), intendo chi a fatica riesce ad arrivare alla fine del mese, chi deve fare salti mortali per garantire quel minimo di benessere che richiede la società iper-consumista. Perché non siamo ancora così stupidi (non tutti) da credere alle favole di un certo Cavaliere, su ristoranti e aerei pieni.

La situazione è complessa, e non sarei in grado di delineare perfettamente ogni sua particolarità, ma penso molto in generale a un operaio, o a un impiegato statale, onesto e che paga regolarmente le tasse, fino all’ultimo centesimo, o a uno studente che deve trovarsi un lavoro part-time, spesso suo malgrado in nero, per contribuire alle spese familiari e dell’università. Questa  Italia “sana”, è completamente agli antipodi rispetto a quell’Italia di parassiti arroganti e odiosi, di chi vuole tutto e subito, senza curarsi di nulla fuori che del proprio tornaconto personale.
Ci sono due Italie, quindi. Enormemente diverse, e rendersi conto finalmente di questo, può essere un buon inizio per risollevare il paese. Come? Non lo scopro certo io, ma sarà bene ripeterlo.

Tutto ciò di cui ha bisogno il paese nell’immediato, è di poter finanziare il rilancio sociale e economico, la “crescita”. Tutte le piccole manovre correttive, siano esse la patrimoniale (che sarebbe comunque sacrosanta), il taglio dei parlamentari, o l’aggiustamento, diciamo così, delle pensioni (argomento invece da rivedere, perché soffoca i più inermi), possono essere solo accorgimenti di circostanza, che non avranno, alla lunga, grossi effetti positivi. Serve, prima e assoluta, la lotta alla criminalità organizzata e all’evasione fiscale. Il “come” lo lascio ai… tecnici!

Però leggevo poco tempo fa l’intervista del 1982 di Giorgio Bocca al generale Carlo Alberto dalla Chiesa in cui quest’ultimo sosteneva come le protezioni mafiose fossero semplicemente una negligenza dello stato nel garantire alcuni fondamentali diritti alla popolazione che, di contro, si affidava alla mafia. Se, quindi, lo stato si decidesse a riprendersi questo ingrato compito, riguadagnerebbe credibilità e potrebbe sferrare un colpo letale alla mafia. Perché la criminalità organizzata è qualcosa di più dei boss, semplici burattinai di una mentalità assai diffusa e che, una volta catturati, si riformano forti dell’inalterato stato di cose.

L’evasione fiscale, secondo grande problema italiano, strettamente collegato al primo, è, forse, più semplice da affrontare. Però anche qui è necessaria la volontà concreta di risolverlo. Magari effettuando più controlli, specie in situazioni che risultano “sospette”, sono certo che alla lunga ripaghi, e molto. E’ impensabile che un gioielliere dichiari al fisco meno di un suo dipendente, o che un dentista (sono fatti di cronaca) viva con 10 mila euro l’anno. Controlli, controlli, controlli.

Per riprendere rapidamente l’argomento pensioni, viene da pensare (i “tecnici” mi scusino se prendo una cantonata) alla giustificazione data per l’aumento dell’età pensionabile: l’aspettativa di vita è più alta. Certo, l’aspettativa è più alta, ma il tenore fisico di un sessantenne rimane lo stesso, sempre. E poi, ogni anno di lavoro in più per un sessantenne, è un potenziale anno in meno per un giovane. Se oggi un laureato trova lavoro, se va bene, a trent’anni, in futuro come minimo lo troverà a trentacinque. Verrebbe a costituirsi una sorta di limbo di giovani tra i 25 e i 35 anni (sempre se va bene) senza lavoro, che gravano sulle famiglie e che non aiutano in termini economici il paese. L’aumento dell’età pensionabile, se non è folle, poco ci manca. Vanno creati posti di lavoro stabili, e dove investire se non in istruzione, sanità, ricerca?

Inoltre, e per concludere, non vorrei addentrarmi nella questione molto dibattuta della cosiddetta “dittatura dei mercati”, perché non sarei in grado di esprimere un giudizio pertinente, ma mi permetto di fare una considerazione su Monti e, appunto, i mercati: non potevamo evitare, dopo il disastroso Berlusconi, un governo di seguaci della finanza, nel contesto economico mondiale in cui viviamo. Non è quindi a Monti che vanno chieste riforme delle politiche economiche, che vadano a colpire le logiche del mercato. Questo è, o sarà, un processo più lungo e difficile, in cui servirà, dopo questo periodo di transizione, la partecipazione diretta (in politica) e indiretta (col voto) dei cittadini responsabili.
Senza questa, non vedo vie d’uscita.
Alessandro Lucia
un giovane cremonese di 20 anni


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Gli auguri di Gianonymous
La situazione sociale è drammatica? Bè, almeno quanto lo era ieri e quanto lo sarà domani. Viviamo in un sistama capitalistico, in cui la felicità è diretta dalla brama di possesso e dal consumo sfrenato e irrefrenabile, fatto (non per legge, ma nella vita reale...) a scalini, c'è chi può e chi no. E' vero, i ricchi restano ricchi e i poveri sono sempre più poveri. Ma questo è il sistema, e fino a prova contraria in questo sistema tutti ci riconosciamo. Il lavoro c'è per tutti, in grado di dare dignità e felicità a tutto quel famoso 99%. Ma questo non è concretizzabile per colpa della proprietà privata. Non voglio iniziare discorsi Marxisti, lungi da me e dal mio pensiero, ma nella nostra piccola realtà cremonese ci troviamo terreni e falde acquifere inquinate, "da risanare", per colpa di grandi imprese come Tamoil e affini. E se analizziamo la situazione, gli introiti di questi macelli ambientali sono finiti nelle tasche di nordafricani (in minima parte) e di grandi multinazionali (cioè di piccoli uomini dietro una scrivania).
Dal mio (modesto, piccolo e abbastanza ignorante...) punto di vista, se ogni manifattura, produzione, lavoro in generale fosse fatto in loco, si darebbe occupazione a tutti e si eviterebbero i grandi sprechi (in soldi e inquinamento) per il trasporto merci.
Certo, è difficile da realizzare, ma lo è poi davvero? E' un pensiero utopico se diamo per scontato, ovvio e immutabile l'attuale assetto etico-politico-sociale. Mi spiego meglio: iniziamo dalla piccola Cremona. Bene, ogni metro quadrato di terreno che rientra nel distretto di Cremona viene tassato, indipendentemente che si tratti di terreno agricolo, industriale, sacro o profano, monolocale, casa o villa; e tassato pesantemente, molto più di ora, anche 10/15 volte. Chiaro, non è un modo per ridurre la gente alla disperazione...semplicemente, ogni singolo metro quadrato di Cremona può transitare da "proprietà privata" a "territorio di Cremona"; cioè, ognuno può riconoscersi effettivo "cittadino cremonese", "mettere in Comune" le sue proprietà private, e il comune si impegna a dedicare al singolo o famiglia che sia una collocazione abitativa appropriata. Il tutto secondo lo schema, tanto semplice quanto perfetto, del "ciascuno riceva in base ai suoi bisogni, ciascuno dia in base alle proprie capacità". 
Mi sembra palese che per questa ventata anti-capitalistica e di visione collettiva della vita e di Madre Terra occorre alla base una Vera Democrazia, ma di questo ne potremo parlare anche altrove.
A Monti sinceramente non ho niente da dire né proporre, tanto lui è lì in bilico, il nostro "tecnico" banchiere che di politica non se ne sta proprio occupando, e che è sotto tiro del vecchio presidente (ha pure le mani legate....).
Ah l'ultima: per i giovani. Bene, sento sempre più spesso "disoccupazione tra i 15 e i 24 anni in crescita" e resto basito!! a 15 anni un ragazzo può essere disoccupato??? Allora, rallentiamo un attimo. Rivoltiamo il sistema di istruzione: togliamo tutte quelle scuole professionali per cui a 15 anni puoi già trovare collocazione in ambiente lavorativo. 
Teniamo vivi solo 2 scuole superiori, con indirizzo scientifico o umanistico, dimodoché ognuno di noi abbia tempo fino alla maggiore età per decidere cosa fare della sua vita. Da lì verrà la sua crescita, la sua consapevolezza e la capacità di una scelta autonoma sul prorpio futuro. E le scuole professionali diventeranno una sorta di "università", in preparazione del lavoro. Così magari si potrà tirare fino a 67 anni a lavorare, piuttosto che servire a un tavolo da quando hai 15 anni fino ai 65, ti scoppia il cervello per forza!!
Gianonymous 
un giovane cremonese di 25 anni

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Auguri 2012 | Luca Burgazzi
Si è chiuso il 2011, anno sicuramente difficile non solo per l'Italia, ma per tutta quanta l'Europa. La crisi morde ancora e forse ancora più di prima, certo si può sempre dire che gli alberghi sono pieni e molti vanno in vacanza (ed è vero!), ma c'è una buona fetta della popolazione che arranca, fa fatica e molto spesso non ha delle prospettive così gratificanti.

A queste persone non si dedica nessun servizio televisivo, non un articolo su riviste patinate, non un approfondimento; si preferisce parlare d'altro, ma questo silenzio non nasconde la realtà, ma ci deve interrogare su come reagire a questa situazione.
Non si tratta solo di modificare il palinsesto televisivo, ma occorre davvero prendere decisioni serie, decise per evitare che i sacrifici, che i soliti noti hanno fatto, siano inutili. 
Sacrifici: questa parola è stata insieme a “spread” il vocabolo che ha dominato tutti gli ultimi  discorsi pubblici di ogni ordine e grado. Siamo tutti convinti della necessità di sacrifici, ma dobbiamo farli tutti e chi ha di più deve dare di più. Ora non si tratta solo di annunciarlo, ma di farlo. Il governo Monti ha approvato una manovra dura, pesante e non propriamente equa; tutti si aspettavano qualcosa in più perché maggiore equità si poteva e si doveva ottenere. Occorrerà aspettare la fase 2, ma dobbiamo partire dal presupposto che non si potranno più tollerare nuove misure solo per alcuni. I problemi del Paese sono seri e serie dovranno essere le risposte tenendo in mente solo una cosa adesso all'Italia serve equità e giustizia sociale. 
Liberalizzazioni, lotta all'evasione fiscale, abbattimento del precariato... sono espressioni che circolano da mesi, ma dovranno prendere corpo in un percorso organico e serio; in particolare per quanto riguarda il lavoro e qui si dovrà fare molta attenzione perché il problema dell'Italia non è la difficoltà di perdere il lavoro, ma trovarlo. Ogni misura dovrà tenere conto di questo altrimenti non si fa un favore ne alle imprese ne ai lavoratori.
La competenza di questo governo è alta, posato lo stile come non si ricordava da decenni, ma tutto questo non può bastare. Occorre davvero uno sforzo importante da parte di tutti ed in particolare da parte chi ha governato fino a pochi mesi fa che il vero responsabile della situazione attuale e il Pd da tempo lo stava dicendo. Occorre finirla con ridicole sceneggiate in Parlamento e nel Paese perché la situazione non ci permette di farlo. 
Tra i vari temi fondamentale è senza dubbio tutto ciò che riguarda la formazione e quindi scuola ed università. In un momento di crisi tutti hanno bisogno di fondi, ma su istruzione e cultura, l'Italia non può solo tagliare. In un mondo in cui la specializzazione è la condizione fondamentale per avere prospettive di crescita, l'Italia deve ritornare ad essere un “superpotenza culturale e della bellezza” come lo è stata nel corso di tutta la storia europea. Se non capiamo questo l'Italia non avrà molte possibilità. Abbiamo ricevuto in eredità ciò che tutto il mondo ci invidia e noi dobbiamo usarlo per fornire stimoli per la crescita non solo economica, ma anche culturale e valoriale perchè non possiamo solo parlare di economia. Ecco allora che affermare che “la cultura non si mangia” non solo denota scarsa intelligenza, ma significa voler buttare un potenziale fondamentale per l'Italia.
Questo non significa abbandonare tutto il resto perché molte sono le partite aperte, ma significa individuare un progetto volto al futuro alla crescita del proprio paese. 
La politica in tutto questo ha il ruolo essenziale di individuare le priorità, ecco perchè è ancora necessario occuparsene in maniera appassionata e competente. Parliamo pure di privilegi, indennità e vitalizi (realtà che sono comunque in fase di modifica), ma parliamo anche dell'Italia e degli italiani. 
Spostiamo per una volta l'attenzione su le persone e sui loro problema in una parola torniamo a fare politica; solo così il 2012 potrà essere un anno di cambiamento vero.


Luca Burgazzi
Assemblea Nazionale Partito Democratico

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Un 2012 che apra una nuova fase | Giuseppe Azzoni
Mi limito ad un paio di riflessioni. La prima: a me sembra che nelle analisi sulle cause e le responasabilità della situazione economico finanziaria vi sia una lacuna da colmare assolutamente. Non ci si può limitare alla generica questione globalizzazione, al gravissimo debito pubblico, alle storture del precedente governo, alla mancanza di un potere europeo a monte dell'euro... Tutte cose giustissime ma non emerge come e chi può disporre di enormi risorse da usare a scapito della collettività con profitti ingiusticati e giganteschi e conseguente potere di distorcere intere economie, anche in barba a regole e leggi... Se non si pone rimedio a questo problema mi sembra che con grandi sacrifici versiamo acqua in un colabrodo...
La seconda: giustissimo cominciare ad intaccare il debito pregresso (finalità che fu avviata con l'ulivo), giustissimo chiedere all'europa il fondo salva situazioni gravi e regole europee, giuste le liberalizzazioni (comunque da vedere nel merito), sacrosanto promuovere un ritorno alla crescita... Ma penso sia indispensabile impostare una nuova programmazione (nuova nei modi e nei contenuti): come e dove la crescita... la compatibilità ambientale verrebbe dopo?... quali i settori strategici e le priorità? Si affida tutto ai mercati o se ne vedono alcune tremende distorsioni in atto sotto i nostri occhi?


Giuseppe Azzoni

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La speranza di un risveglio | G. Cuccia
Questo 2011 doveva essere l'anno dei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ed invece, da festeggiare c'è stato ben poco. 
L'assoluta apatia del governo Berlusconi di fronte ad una crisi profonda che sta lacerando l'Unione Europea, ha portato gli italiani a vedere in un governo Monti come alla soluzione di ogni problema.
La manovra che adesso si sta portando avanti è assolutamente iniqua e al contrario di come la maggior parte pensavano, di coraggioso in Monti e la sua squadra c'è ben poco, anzi, come al solito è il ceto medio-basso che deve stringere la cinghia e pagare questa crisi. 
Sarebbe coraggioso ridurre gli sprechi e rivedere le priorità di questa nazione che ormai arranca e che ad esempio spendere più di 25 miliardi di euro per la difesa militare è superfluo;
Sarebbe coraggioso portare avanti un'idea di crescita del paese;
Sarebbe coraggioso ridurre in maniera seria - non usarli come slogan - i costi della politica;
Sarebbe coraggioso aiutare i giovani nel realizzare concretamente le loro idee e avere più rispetto per chi ha lavorato tutta la vita. Non è tollerabile mettere i neolaureati nelle condizioni di avere come unica scelta quella di lasciare il proprio paese, sono risorse preziose che l'Italia non può permettersi di perdere.
Bisogna dare la possibilità ai giovani di concretizzare i sogni e ai pensionati la tranquillità che si meritano.

Le istituzioni purtroppo stanno perdendo di credibilità, forse a causa degli scandali di alcuni “politici” e/o perchè gli italiani sono stanchi di sentirsi dire di fare sacrifici, quando chi sta al governo continua a sollazzarsi tra stipendi d'oro e privilegi. 
Il 2011 è stato anche l'anno di un referendum dal risultato storico, ed è gravemente offensivo che alcuni esponenti della politica cremonese hanno scelto di stare dalla parte degli interessi, piuttosto che dalla parte del volere dei cittadini.
Nonostante tutto credo nella politica e negli italiani. Gli italiani che si alzano al mattino e vanno in fabbrica, gli italiani che alzano la saracinesca e con tutta umiltà cercano di sopravvivere e dare un futuro ai propri figli.
La mia speranza è che il 2012 sia l'inizio di un risveglio di massa, perchè noi possiamo cambiare le cose, ma solo se cominceremo a pensare per la collettività.


Giovanni Cuccia
Sinistra Ecologia e Libertà

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2012.Gian Emilio Ardigò risponde cosi.


D.Ma la situazione sociale è davvero drammatica?
R.la situazione sociale e' per alcuni aspetti drammatica perche' la politca 
non riesce a dare risposte concrete alla vita reale dei cittadini. Pertanto chi 
si trova ad affrontare problemi come il piu' grave legato al mondo del lavoro, 
si trova di fronte una situazione di smarrimento perche' i canali ufficiali non 
hanno concrete risposte, mentre i responsabili delle attivita' imprenditoriali 
fanno fatica a trovare l'equilibrio tra nuove proposte e mantenere l'attuale. 
C'e' poi il lato sociale e umano che e' il pou' delicato alimentato da 
scorimento generale e dall'esaltazione di notizie negative. Da anni chiediamo 
che con la Green economy si possono trovare alternative valide e durature, ma 
questo non ha mai avuto molta considerazione se non in rari casi. L'ambiente e 
la riconversione dell'ambiente degradato, lo sviluppo delle fonti rinnovabili e 
nuovr figure professionali possono fare la differenza. Per esempio ho sempre 
proposto nelle sedi appropriate l'energy manager dove a fronte del risparmio 
energetico vien stipendiato, piu' risparmia, piu' guadagna e piu' aumentano gli 
introiti per le aziende.

D.Che futuro ha un paese se non mette "in pista" le nuove generazioni?
R.le nuove generazioni sono quelle piu' coinvolte in tutto questo processo 
strutturale che di fronte all'emergenza giustifica tutto, ma e' di difficile 
interpretazione quando non si vedono professionalita' adeguate nei posti di 
importanza vitale. La politica deve far entrare nuove figure e nuovi sbocchi di 
professioni adeguate...e le nuove generazioni hanno lauree per ricoprirle.

D.che deve fare il Governo Monti per rilanciare il Paese?
R.Il governo potrebbe fare molto adeguandosi alle normative europeee, senza 
pagare le multe che gia questi sono soldi buttati, in fatto di ambiente ( 100 
leggi non abbiamo una normativa adeguata )...un patto sociale con le forze 
politiche e sindacali in cui la proprorzione risulta adeguata e infine l'annosa 
questione dell'evasione fiscale troppo elevata.

D.altre riflessioni personali?
R.Come Verdi siamo sulla stessa lunghezza d'onda dei verdi europei, dove gli 
esempi di efficienza e alternative vi sono in tutta europa. Meno spreco del 
territorio, riconversione dell'usato con nuove tecnologie, un'adeguata 
mobilita' sostenibile, incentivazioni al solare elettrico, la cultura e i beni 
culturali che sono da riqualificare per ulteriori introiti....abbiamo molto da 
dare e da avere come nazione, ma non riusciamo a creare un circolo virtuoso e 
duraturao a partire dal sistema sociale. Mao mentre nuotava nel fiume giallo 
disse " sotto questo cielo e' un caos, e' una situazione eccellente !!! " 
giustificando il tutto...dove non arriva la politca reale arriva prima o poi 
l'emergenza con disastrosi risultati
Gianemilio Ardigo'
consigliere comunale verdi european green party crema

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Il 2012 per Andrea Virgilio | PD Cremona

D.Ma la situazione sociale è davvero drammatica?
R.E' un dato curioso e da indagare: la linea di povertà si è abbassata e le risorse familiari hanno tuttavia contribuito a mantenere le famiglie sopra di essa. Questo spiega per esempio il fatto che negli ultimi quattro anni, nonostante tutto, la povertà relativa e assoluta non abbiano avuto particolari variazioni. E’ una buona notizia? Temo di no, perché ci racconta semplicemente di un paese che si limita ad adattarsi e a sopravvivere senza l’ambizione e la fatica di costruire il suo futuro. D’altronde In questi vent’anni la politica ha privilegiato la contrapposizione alla costruzione di un bipolarismo maturo e propositivo.

D.Che futuro ha un paese se non mette "in pista" le nuove generazioni?
R.Su questo anche la sinistra italiana deve assumersi con razionalità e lungimiranza un impegno, ormai sono anni che sui giovani si fa tanta retorica e poi si fatica ad intravvedere non solo un impianto di riforme necessarie a restituire dignità e a valorizzare le potenzialità delle nuove generazioni.
La disoccupazione giovanile in Italia è il primo problema, si tratta di un fenomeno non correlato soltanto alle dinamiche della disoccupazione complessiva, le sue caratteristiche strutturali oltrepassano infatti gli effetti della crisi e del sistema occupazionale nel suo complesso.
Nel nostro paese le prospettive di reddito delle nuove generazioni restano incerte; il loro contributo alla crescita è ostacolato in vario modo dai nodi profondi che strozzano la nostra economia. 
Per citare Mario Draghi a crescita economica non può fare a meno dei giovani né i giovani della crescita.E' anche un serio problema di ricambio generazionale nella classe dirigente di questo paese. Segnalo la ricerca condotta da Carlo Carboni, docente di sociologia ad Ancona, su èlite e classi dirigenti in Italia. Su una platea di 25.000 persone "che contano" (che per quasi il 90% sono uomini) quelli che hanno meno di 30 anni sono lo 0,7%, quelli con meno di 40 il 3,8%. Tra 51 e 60 siamo al 24,3%, 61 e 70 anni siamo al 30,4% e oltre i 70 c’è un ulteriore 23,4%. Accorpando le voci di chi è oltre i 50 anni siamo al 78,1% del totale.

D.Che deve fare il Governo Monti per rilanciare il Paese?
R. Dal governo Monti mi aspetto la capacità di entrare nel merito delle riforme necessarie, dal PD mi aspetto la capacità di andare oltre la stantita foto di Vasto, espressione di un’alleanza tutta difensiva per diventare invece vera forza trainante di questo governo. Oggi servono provvedimenti in grado di restituire dinamismo a questo paese: la trasparenza nell’accesso alle professioni e alle carriere (basta pensare all’università), politiche di sostegno alle famiglie, l’internazionalizzazione del mondo produttivo, interventi sulle tipologie contrattuali. 
Anche l’affermazione di un’idea di meritocrazia come leva fondamentale considerando che in Italia, il non-merito costa il 7,5% del Pil, in termine di inefficienze e minori performance.
Per il 2012 l'augurio è pertanto quello di passare da una politica politicante che allontana i cittadini a una politica concreta, non è più il tempo della contrapposizione al berlusconismo, fortunatamente si è chiusa un’epoca e sarebbe un errore riproporre nuovamente quelle dinamiche.


Il 2012 potrebbe essere per il PD la grande occasione per poter incalzare il sistema politico sulle riforme necessarie a questo paese, il sostegno al governo Monti non può infatti semplicemente giustificarsi sul rassicurante senso di responsabilità della sinistra italiana, oggi serve una forza di centrosinistra in grado di misurarsi sul tema di un nuovo welfare che parta dalle opportunità, sull’implementazione di un sistema che abbini flessibilità del lavoro a sicurezza sociale e su una seria riforma della pubblica amministrazione.
Andrea Virgilio
Capogruppo PD in Consiglio Provinciale Cremona

cr 2 gennaio 2012

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Il 2012 per Matteo Piloni | PD Crema

D. Ma la situazione sociale è davvero drammatica?

La situazione è sicuramente difficile. Siamo un Paese che negli ultimi anni è stato impegnato a sopravvivere, e non a crescere. E questo è il dramma. Siamo fermi. Negli ultimi 20 anni la politica si è occupata di altro: di affari personali, di rendite e posizioni. E’ stata in difesa.

Ora paghiamo gli effetti di tutto questo. E a pagare sono le famiglie, i lavoratori, i pensionati. I giovani che non hanno prospettive.

 

 

D. Che futuro ha un paese se non mette "in pista" le nuove generazioni?

Nessun futuro. Il ricambio generazionale è indispensabile in ogni cosa. Anche per la politica. Se poi aggiungiamo che soprattutto oggi si registra una disaffezione e un distacco tra l’opinione pubblica e la politica, si rende più che mai indispensabile creare le condizioni per la formazione di una classe dirigente capace di interpretare le urgenze e i cambiamenti sociali. In questo vedo il governo Monti come un’opportunità. Sarà difficile, e per certi versi incomprensibile, che dopo questo governo possano ripresentarsi coloro che hanno creato le condizioni, nel bene e nel male, della sua venuta. E allora, oggi più che mai, i partiti hanno il dovere di creare spazi affinché possano emergere altre figure, purchè queste abbiamo gli strumenti per riempire questi spazi, e non siano “personaggi” a tempo o macchiette. Di questi non abbiamo bisogno.

 

 

D. Che deve fare il Governo Monti per rilanciare il Paese?

Le liberalizzazioni sono un buon punto di partenza. Ma servono anche altre riforme, come quelle della giustizia e dello stato. Inoltre, è indispensabile cambiare questa legge elettorale. Su questo il parlamento gioca un ruolo fondamentale.

 

 

 

D. altre riflessioni personali?

E’ tempo di avere idee da investire e non rendite da difendere. Credo che ogni crisi porti con sé delle opportunità. Si sta aprendo una nuova fase, che metterà in gioco molti e molto. Se sapremo metterci in discussione, tutti, riusciremo ad interpretare meglio il nostro tempo.

D. un augurio per il 2012?

Mi auguro che la politica possa riprendersi autorevolezza e credibilità. In questo il PD può giocare un grande ruolo. Ha una grande opportunità. Abbiamo una grande opportunità da giocare, a partire dalle elezioni locali di Crema con le quali possiamo dare una gran mano!

 

Seguirà la pubblicazione di altri interventi. Inviate vostre riflessioni a direttore@welfarenetwork.it

fonte vignetta clicca qui
http://www.aduc.it/vignetta/riserva+2012_19818.php

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