L’annuncio dato alla COP26 Unfccc di Glasgow che la Cina e gli Stati Uniti, i due maggiori emettitori di gas serra hanno concordato di collaborare più strettamente sull’azione climatica è stato salutato dal segretario generale dell’Onu António Guterres come «Un passo importante nella giusta direzione.
In una nota l’Onu evidenzia che «La dichiarazione fa riferimento al rapporto pubblicato recentemente dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), che descriveva l’urgente necessità di affrontare l’emergenza climatica con dettagli allarmanti, e afferma che entrambi i Paesi riconoscono la gravità della crisi, pur accettando le significative lacune che rimangono, tra gli sforzi attualmente in corso per affrontarlo e i passi necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi sul clima, raggiunto alla COP21 nel 2015. A Parigi, i leader si sono impegnati a cercare di impedire al mondo di riscaldarsi di oltre 1,5-2°C attraverso tagli radicali alle emissioni».
L’Onu aggiunge che «Secondo quanto riportato dalla stampa, gli elementi di collaborazione delineati nel documento includono quadri normativi e standard ambientali relativi alla riduzione delle emissioni di gas serra nelle politiche del 2020 per incoraggiare la decarbonizzazione e l’elettrificazione dei settori di utilizzo finale e una maggiore azione per controllare e ridurre le emissioni di metano».
In un tweet, Guterres ha accolto con favore «L’accordo tra Cina e Stati Uniti per di lavorare insieme per intraprendere un’azione climatica più ambiziosa in questo decennio e ha osservato che la crisi richiede collaborazione e solidarietà internazionali».
L’agenzia ufficiale cinese Xinhua riassume cosi quanto è successo abbastanza a sorpresa ieri sera a Glasgow: «La Cina e gli Stati Uniti hanno rilasciato mercoledì la “Dichiarazione congiunta sino-americana di Glasgow sul rafforzamento dell’azione per il clima negli anni 2020” durante la 26esima sessione della Conferenza delle parti (COP26) alla United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) , attualmente in corso a Glasgow. Le due parti hanno affermato di apprezzare il lavoro svolto finora in questo settore e si sono impegnate a continuare a lavorare insieme e con tutte le parti interessate per rafforzare l’attuazione dell’Accordo di Parigi. Sulla base di un principio di responsabilità comuni ma differenziate e tenendo conto delle rispettive capacità e condizioni nazionali reciproche, sarà intrapresa una migliore azione climatica per affrontare efficacemente la crisi climatica, afferma la dichiarazione. Le due parti hanno concordato di creare un gruppo di lavoro sul rafforzamento dell’azione climatica negli anni 2020, per promuovere la cooperazione sul clima a livello bilaterale e multilaterale.
Quello che è certo è che l’accordo Usa – Cina sta dando un forte scossone positivo agli ultimi due giorni della COP26 a Glasgow che rischiava di concludersi con un bilancio contraddittorio. Infatti, dopo l’annuncio a sorpresa, i principali inviati climatici di entrambi i Paesi hanno tenuto conferenze stampa consecutive alla COP26 e quello cinese, Xie Zhenhua ha fatto notare che sul clima «C’è più accordo tra Stati Uniti e Cina che divergenze, il che lo rende un’area di enorme potenziale di cooperazione. Lavorando insieme i nostri due Paesi possono ottenere molte cose importanti che sono vantaggiose non solo ai nostri due Paesi ma al mondo intero».
Poi l’inviato speciale Usa per il clima John Kerry si è detto contento dell’accordo tra i due paesi e ha aggiunto: «Ogni passo è importante in questo momento e abbiamo un lungo viaggio davanti a noi».
E’ certamente positivo che, nel pieno di una battaglia diplomatica su altri temi che si è già trasformata in una guerra fredda e che potrebbe trasformarsi u in un confronto armato a Taiwan e nei mari asiatici, le due più grandi potenze del mondo siano tornate sul clima allo spirito dell’Accordo di Parigi che senza l’impegno negoziale di Cina e Usa non sarebbe mai stato firmato. Il che è anche la dimostrazione che sia Xi Jinping che Joe Biden sono convinti che la più grande e urgente minaccia esistenziale che ha di fronte l’umanità è proprio il cambiamento climatico.
La direttrice esecutiva di Greenpeace International, Jennifer Morgan, coglie questo spirito: «E’ sempre una buona notizia quando i due maggiori emettitori del mondo cooperano sul cambiamento climatico, e un ripristino delle loro relazioni su questa questione cruciale è in ritardo. La crisi climatica sarà risolta solo se gli Stati Uniti e la Cina si muoveranno verso lo stesso obiettivo di ridurre le emissioni in linea con una traiettoria di 1,5° C con urgenza. La loro dichiarazione riconosce che l’obiettivo di 1,5° C è al centro di qualsiasi piano climatico credibile e inquadrano gli anni 2020 come il decennio in cui dobbiamo vedere un’azione reale. Queste cose contano, specialmente se vengono da questi due paesi».
Ma la Morgan conclude che «Alla fine la loro dichiarazione non soddisfa l’appello dei Paesi vulnerabili al clima che chiedono che le nazioni tornino al tavolo ogni anno con maggiore ambizione fino a quando il gap di 1,5° C non sarà chiuso. Quindi, è bello vedere questi due Paesi al tavolo insieme, ma se vogliono che questo reset si trasformi in una vera svolta che crei fiducia in tutto il mondo, allora devono aumentare il loro livello di ambizione e il loro impegno per l’implementazione. E questo deve iniziare a Glasgow, dove ogni Paese dovrebbe utilizzare gli ultimi due giorni di questi colloqui per arrivare all’accordo di cui il mondo ha bisogno».