Ho presentato un' interrogazione urgente al Ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina a seguito dell'aggravarsi della situazione della filiera risicola nel nostro Paese a causa del crollo dei prezzi, derivante da un aumento del 360% delle importazioni di riso di qualità Indica dai paesi dell'estremo oriente, che mettono i nostri produttori nella impossibilità di coprire i costi di produzione e hanno provocato una diminuzione del 22% delle risaie in un solo anno, pari a 15000 ettari di superficie coltivata.
Sinistra Ecologia Libertà chiede che il Governo si attivi affinché in sede Europea si adottino urgentemente le clausole di salvaguardia per limitare l'importazione selvaggia di riso con scarse garanzie relativamente ai controlli e sovente affetto da criticità sanitarie, proveniente da paesi che hanno un costo di produzione improponibile per le nostre colture.
Il rischio di distruggere completamente interi territori a vocazione risicola è estremamente concreto, privando il nostro Paese di questo importante asset produttivo sviluppato su oltre 216000 ettari di territorio agricolo, che curato nei secoli, ha permesso al nostro paese di essere il primo produttore Europeo di riso, con una produzione pregiata e sicura a beneficio del consumatore finale e garantendo al contempo la conservazione ambientale di vasti territori, prevalentemente in Pianura Padana.
di seguito l'interrogazione in oggetto
On. Franco Bordo
Capogruppo Sinistra Ecologia Libertà
XIII Commissione Agricoltura
Interrogazione
al Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
premesso che:
- l'Italia è il primo produttore europeo di riso, la coltivazione è concentrata
principalmente nelle regioni Piemonte e Lombardia, nel triangolo Vercelli, Novara,
Pavia. Viene inoltre coltivato in provincia di Mantova ed in Emilia-Romagna in
particolare nel basso Ferrarese, in Veneto nella bassa Veronese, in Sardegna nella
valle del Tirso e in Calabria nella Piana di Sibari.
- nelle principali province risicole, le organizzazioni agricole, Confagricoltura e CIA
con l’adesione delle industrie risiere (AIRI) e delle riserie artigiane (Confartigianato)
e Coldiretti sono in stato di agitazione con manifestazioni di vario tipo.
- Le manifestazioni hanno lo scopo di richiamare l'attenzione del Governo e delle
istituzioni, sul grave problema dell'aumento delle importazioni di riso estero
proveniente da agricolture dai costi di produzione decisamente inferiori a quelli
europei, infatti nell'ultima campagna di commercializzazione, nell’Unione europea
queste importazioni sono aumentate di 100 mila tonnellate, di cui 84 mila provenienti
dai Paesi Meno Avanzati (PMA) e quindi a dazio zero.
- Questa situazione si sta riverberando in modo sostanziale sui prezzi di mercato, in
specie quelli delle varietà di riso Lungo B (indica), quelle che maggiormente e più
direttamente subiscono la concorrenza dei risi di importazione in particolare dalla
Cambogia. I prezzi sono notevolmente scesi, passando dai 26 € al quintale dello
scorso febbraio, agli attuali 22,5 € al quintale, cifra che a denuncia dei produttori è
insufficente a coprire i costi di produzione, pur comprendendo l’aiuto diretto
proveniente dalla PAC (Politica Agricola Comunitaria).
- Nel 2009-2010 le importazioni di riso coltivato provenienti dai Paesi Meno
Sviluppati (PMS) sono triplicate rispetto al 2008. Nel 2012-2013 tali importazioni
hanno superato quelle della Thailandia, che per anni era stata il principale esportatore
di riso verso l'Unione europea. Nei primi sette mesi del 2013, su un totale di circa
169000 tonnellate di importazioni dai PMS, 161000 tonnellate provenivano dalla
Cambogia (il 95% del totale importato dai PMS), di cui 41000 tonnellate erano già
state confezionate.
- La risicoltura Italiana rischia di essere fortemente ridimensionata, mettendo in
pericolo un vasto territorio e tutta la filiera del comparto, con gravi ripercussioni
economiche ed occupazionali, va inoltre riconosciuta la valenza ambientale delle
coltivazioni di riso e la loro importanza vitale per il regime delle acque superficiali e
sotterranee dell’intera pianura padana. Una risicoltura ridimensionata, esplicherebbe i
suoi effetti anche sui Consorzi irrigui e sul territorio, in quanto i risicoltori non
avrebbero più interesse a mantenere quella rete irrigua che, fino ad oggi, ha
salvaguardato il territorio da dissesti idrogeologici e da alluvioni che con sempre
maggiore frequenza si manifestano in altre zone.- Ad oggi non si conoscono i dati precisi né sulle importazione, né sulle
caratteristiche sanitarie del riso che viene importato.
- In data 01 luglio 2014 il Sottoscritto ha depositato un testo di Risoluzione in XIII
Commissione Agricoltura circa l'importazione di prodotti che presentano criticità in
merito alla sicurezza alimentare, cui si propone di impegnare il Governo: “a
rimuovere il segreto e a rendere pubblici i flussi commerciali delle materie prime
provenienti dall'estero, al fine di far conoscere ai consumatori italiani i nomi delle
aziende che usano ingredienti stranieri che, in verità, dopo la trasformazione
vengono venduti come prodotti made in Italy; ad assumere, nel semestre di
presidenza italiana, dell'Unione europea iniziative volte a garantire un reale
principio di reciprocità con i Paesi terzi con cui sono in essere, e con cui si faranno,
accordi commerciali di scambio di prodotti agroalimentari, al fine di applicare gli
stessi elevati standard di sicurezza e controlli alimentari con lo scopo di raggiungere,
realmente, gli obiettivi prefissati nel «VII Programma d'azione europeo per
l'ambiente» – «Vivere bene entro i limiti del nostro Pianeta» – e dagli altri strumenti
di politica ambientale dell'Unione europea; a far sì che il sistema dei controlli sulla
sicurezza alimentare attivo in Italia possa trovare un'applicazione di reciprocità
all'interno dell'Unione europea, a fronte del fatto che i livelli massimi di residui
presenti negli agroalimenti dei Paesi comunitari è risultato nove volte superiore al
livello italiano”.
- il regolamento UE 978/2012 stabilisce che, a partire dal 1° gennaio 2014, in
presenza di aumenti delle importazioni di prodotti esenti da dazi e provenienti da
paesi meno sviluppati che possano “causare o rischiare di causare gravi difficoltà”,
“i normali dazi della tariffa doganale comune possono essere ripristinati per detto
prodotto” (clausola di salvaguardia, articolo 20 del regolamento (CE) n. 738/2008). Il
regolamento specifica che se esistono sufficienti elementi provanti al riguardo, “la
Commissione avvia un'inchiesta per determinare se è necessario ristabilire i normali
dazi della tariffa doganale comune”, inoltre Il regolamento UE 1083/2013 consente
l'apertura d'ufficio dell'inchiesta da parte della Commissione qualora vi siano
“elementi di prova sufficienti a dimostrare che sono soddisfatte le condizioni di
istituzione della misura di salvaguardia di cui all'articolo 22, paragrafo 1, del
regolamento del Sistema delle Preferenze Generalizzate (SPG)”.
sono a chiedere quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda
assumere:
- in merito alla necessità di assicurare che la Commissione Europea si pronunci per
l'attivazione della clausola di salvaguardia ai sensi del Regolamento EU 978/2012 per
istituire un limite quantitativo alle importazioni di riso provenienti dai PMS;
- per tutelare la filiera risicola Italiana e i Consumatori Italiani evitando distorsioni
del mercato del riso e garantendo i necessari controlli sulla qualità e sulla sicurezzasanitaria del riso importato;
- per rendere obbligatoria in etichetta l’indicazione dell’origine territoriale del riso;
-per rendere pubblici e trasparenti i dati relativi alle importazioni, al fine di garantire
la tracciabilità delle produzioni;
- per giungere ad accordi di filiera che tengano conto dei reali costi di produzione,
della qualità e dei metodi di coltivazione, per addivenire ad una situazione
economicamente sostenibile per tutti gli attori coinvolti nella filiera.
On. Franco Bordo