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Aldo Pogliani, tra gli artisti per l'EXPO

| Scritto da Redazione
Aldo Pogliani, tra gli artisti per l'EXPO

Nell’ambito della rubrica culturale dedicata agli artisti in occasione di Expo 2015, è doveroso riservare uno spazio ad Aldo Pogliani, artista milanese ma valtellinese d'adozione, esponente dell’avanguardia artistica italiana, conosciuto e apprezzato in Italia e nel mondo. Aldo Pogliani è stato un pittore milanese, esponente dell’avanguardia artistica italiana, conosciuto e apprezzato in Italia e nel mondo. L’artista, nato a Milano nel 1936 e cresciuto nel quartiere della Ghisolfa, ha lavorato a Parigi, Sanremo, Milano e Teglio. Dopo il diploma ha fondato, in un periodo di grande espansione industriale, un’azienda nel settore petrolchimico. Giunge alla pittura quasi per caso, nel 1967, visitando una rassegna di pittura informale a Sanremo con tele di Wols, Hartung e Vedova. Rimasto piacevolmente colpito dall’arte, comincia da subito a dipingere esponendo l’anno successivo le sue prime opere ad una mostra collettiva, sempre nella “città dei fiori”. Aldo Pogliani inizia la sua carriera artistica da autodidatta, presentandosi al di fuori di ogni regola e corrente e facendo emergere nei suoi quadri una forte autonomia espressiva. Si afferma in poco tempo in virtù del suo straordinario talento e della sua grande sensibilità artistica.


Aderisce agli inizi degli anni ‘70 alla corrente eterogenea dell’Informale, ideale per interpretare la propria visione del mondo rurale ed urbano dipingendo un ciclo di opere informali/astratte in cui prevale la concentrazione segnica: raffinati grafismi, linee, graffi e geometrie, sfondi cromatici di grande impatto e suggestione. Il suo debutto ufficiale avviene nel 1971 con la prima mostra personale tenutasi nella Galleria Michelangelo di Firenze. In quegli anni l’artista apre uno spazio – laboratorio nel centro di Milano frequentato da critici di rilievo come Portalupi, Budigna e Carluccio. Nel laboratorio l’artista apprende, sperimenta e affina diversi linguaggi, da quello neorealista a quello espressionista - astratto, dall’informale segnico allo spazialista e di tendenza Pop Art. Riprende il metodo della colatura dall’action painting americana; i colori vivaci sono distribuiti sulla tela con striature e un fitto colato cromatico.

Inventa, a metà degli anni ’70, un’originale ricerca pittorica che oscilla tra le composizioni dell’astrattismo all’action painting: il Tass. Tra. Rit., acronimo di Tassellato - Tramatura - Ritmica. La nuova tecnica origina un prolifico periodo segnico che lo fa apprezzare dai critici permettendogli di ottenere importanti riconoscimenti pubblici. La Tassellatura, primo argomento di questo metodo, individua nel mosaico vitreo lo schema di posa; la materia coloristica si frammenta in elementi simili a tasselli musivi. Le tele si contraddistinguono da elementi ritmici lineari e ondulati, le Tramature Ritmiche: una moltitudine di particelle cromatiche e segniche che realizzano insolite prospettive simili a combinazioni biologiche ingrandite al microscopio elettronico. Tasselli, trame, ritmo, imprimono una forza singolare ai dipinti grazie alla carica cromatica, ai fremiti dinamici e ai fondi carichi di particelle luminose.


Nel suo percorso artistico, Pogliani si confronta con artisti del calibro di Remo Brindisi, Mario Vergani, Emilio Scanavino e Alberto Burri. Uno speciale giornalistico televisivo del TG RAI realizzato nel ’75 documenta il lavoro di Pogliani con Burri. Importante inoltre l’incontro con Emilio Scanavino a Gallarate, i due artisti si misurano in una triangolazione espositiva tra fusioni geometriche e grafismi materici. Intensa l’attività espositiva di quegli anni: nel ’72 espone a Torino, presso la Galleria Pace, nel ’74 è a Milano presso il Palazzo della Permanente e nel ’75 a Palazzo Reale, nel ’76 è la volta di Roma, presso la Galleria Internazionale il Poliedro, e nel ’78 di Cremona, a Palazzo Vecchio. Gli anni ‘80 rappresentano un periodo buio in cui l’artista, pur allontanandosi dai luoghi della produzione e della partecipazione, continua comunque a dipingere.
Produce nel ’93, in occasione del XXXIII Festival Internazionale della Canzone Italiana, il manifesto dedicato all’UNICEF su incarico della Rai e della Città di Sanremo, successivamente esposto nelle sedi Unicef di Ginevra, Londra e New York. Le mostre personali successive, organizzate principalmente in Lombardia, sono quelle allestite negli anni ’90 e 2000: nel ’94 a Milano, MIART, Fiera di Primavera; nel ’96 nei Chiostri di San Pietro in Atrio di Como; nel ’97 al Palazzo Borromeo di Cesano Maderno, Milano; nel ’99 al Palazzo Comunale di Paderno Dugnano; nel 2002 alla Sala Radice di Cantù; nel 2003 nella Villa Fornari Banfi di Carnate; l’anno seguente a Palazzo Terragni di Lissone; nel 2004 partecipa alla manifestazione “Genova 2004” capitale europea della cultura; nel 2006 espone nel Palazzo della Ragione di Mantova. La sua ultima mostra è quella realizzata nel 2008 nella meravigliosa cornice del Chiostro del Bramante, a Roma, alle spalle di Piazza Navona. Nello stesso anno Pogliani si spegne a Teglio, in Valtellina, dove si era trasferito nella metà degli anni ’90. Proprio Teglio e la Valtellina sono state motivo di ispirazione per molte opere dell’ultimo periodo creativo del pittore, rivolto più al figurativo: i disegni, dai colori e contorni sfumati, rappresentano i paesaggi valtellinesi circostanti, tra Retiche e Orobie. L’artista ha allestito diverse mostre personali in valle, tanto da essere annoverato tra i pittori valtellinesi “adottivi”. Le principali esposizioni sono state quelle del ‘95 a Palazzo Salis di Tirano, del ’98 a Palazzo del Governo di Sondrio, del 2001 nella Sala dei Servi di Tirano, del 2005 - “Archeologia cosmica” - nel Palazzo Pretorio di Chiavenna. Anche le chiese della valle hanno ospitato le mostre personali dell’artista: Sant’Eufemia nel 2002, San Lorenzo l’anno successivo, entrambe a Teglio; la chiesa di Sant’Antonio di Morbegno ha invece accolto la mostra personale “Arte e natura. Un omaggio alla Valtellina” realizzata nel ’94.

A proposito di Pogliani


D. Chiediamo ad Annarita Regis, scrittrice e critica d’arte, di ricordare Aldo Pogliani e di fare qualche considerazione sul linguaggio pittorico dell’artista.


Ho conosciuto Aldo nel 1984 durante un pranzo a Cap Martin in Francia. Mi ha colpito da subito la sua personalità carismatica e la sua pittura. Era una persona di classe, flemmatica, sapeva infondere serenità con i suoi modi di fare ed il suo linguaggio profondo. Immediatamente abbiamo intrapreso un rapporto personale caratterizzato da una forte affinità intellettiva oltre che una collaborazione artistica che è durata per molti anni. Ho condiviso personalmente con lui la vita quotidiana e l’ho visto dipingere quasi tutti i giorni. Aldo si è trasferito in Valtellina dopo aver conosciuto Paola Donchi, la giovane figlia del manager Rezio Donchi, durante un’esposizione tenutasi nel Palazzo delle Stelline di Milano, promossa dal Credito valtellinese. Nella Valtellina ha scoperto nuovi amici ed estimatori ed è entrato a far parte dell’Associazione culturale dei valtellinesi a Milano, diretta dallo storico Presidente Gianni Pini, diventando l’artista più rappresentativo della zona anche se oramai aveva già raggiunto la notorietà nazionale. La tranquillità del luogo e la semplicità delle persone l’avevano molto colpito e per questo decise di stabilirvisi. Per conoscere Aldo bisogna conoscere le persone che lo hanno conosciuto in Valtellina; nella patria dei pizzoccheri ha trovato l’affetto dei suoi abitanti, nuovi scenari per la sua ricerca pittorica unita ad una serenità spesso deformata dai ricordi. Adorava dipingere i monti orobici dai colori trasparenti e magnetici. L’ultimo incontro fra me e Aldo risale al 2007 quando mi ha invitato all’ultima mostra realizzata nel Chiostro del Bramante di Roma. La mostra si intitolava “Fumo” perché l’arte per lui rappresentava il dissolvimento della realtà. Pur essendo un industriale, Aldo ha prediletto avvicinarsi all’arte che ha affinato in lui la sensibilità modificandone l’apertura mentale. La sua pittura traeva ispirazione dalle sensazioni vissute, dalle persone incontrate e dai luoghi in cui soggiornava. La sua arte riusciva a catalizzare le persone. Aveva un grande senso del colore, ancora oggi studiato dagli allievi di molte scuole d’arte. Era un pittore latino aperto alle evoluzioni dell’arte americana. L’architetto valtellinese Leo Guerra ha scritto il libro “Aldo Pogliani. Le avventure della forma. 1967-2004”. Il libro raccoglie le testimonianze di scrittori e critici che hanno conosciuto Aldo tra cui Grytzko Mascioni che ha indicato la sua pittura come “una passione ed una poesia che ci consola anche quando ci parla di fecondi ed avvolgenti segreti”. André Verdet, il più grande critico d’arte degli artisti francesi tra i quali anche Picasso, lo definisce “l’artista dal dono del cambiamento pittorico e della metamorfosi plastica, colui che si avvicina ad Hans Hartung, il caposcuola del gesto”, sostenendo che Aldo sarà influenzato in un secondo tempo dalle visioni assillanti di Henri Michaux e dalla gestualità di Marc Tobey.


D. Pogliani è diventato uno dei pittori più conosciuti della Valtellina. Expo 2015 sarà un’occasione importante per far conoscere ai visitatori stranieri non solo Milano, ma un po’ tutta la Lombardia. Cosa suggerisce affinché la Valtellina diventi una meta turistica vincente nello scenario che si prospetta?

Anzitutto occorre ricordare che la Valtellina non è solo montagna e neve. La Valtellina è nota e riconosciuta per le sue valenze agroalimentari e ambientali e presenta un patrimonio artistico, culturale e storico rilevante per una zona alpina: borghi rurali, località turistiche, rocche medioevali, musei e collezioni d’arte e storia, beni storici e artistici di pregio, edifici religiosi con interessanti opere d’arte, gioielli architettonici, palazzi nobiliari, antiche dimore e castelli; luoghi di grande interesse che meritano di essere visitati. Credo che le componenti di attrazione possano essere opportunamente valorizzate aumentando l’offerta culturale in queste strutture di pregio in concomitanza dello svolgimento della manifestazione Expo 2015. L’organizzazione di eventi culturali e artistici, come mostre, visite guidate con esperti del settore, pacchetti con rassegne culturali itineranti insieme alle iniziative artistiche utili a dare impulso ai giovani artisti, permette di coinvolgere e sensibilizzare coloro che intendono approfondire la conoscenza del patrimonio culturale lombardo aumentando la fruizione dei beni culturali.

L’Expo rappresenta l’occasione giusta per far scoprire le bellezze di questa terra e promuovere tutto ciò che il territorio offre: natura, ambiente, storia, arte, cultura e prodotti tipici. La Valtellina è una zona che può vantare una notevole produzione agroalimentare di qualità: i famosi pizzoccheri di Teglio, gli sciatt e la polenta taragna, i prodotti Dop e Igp come la Bresaola, le mele, i formaggi Bitto e Casera, il miele. I genuini e gustosi piatti locali si possono conoscere e gustare assieme ai rinomati vini valtellinesi. Questa terra presenta inoltre notevoli bellezze ambientali e una natura incontaminata che la rende il posto ideale per rilassarsi e rigenerarsi: parchi naturali, montagne, vallate, sentieri immersi nel verde, foreste, vigneti, balsamici boschi, prati e corsi d’acqua. Sono numerosi i rifugi alpinistici ed escursionistici presenti, tutti moderni e attrezzati, vi sono dimore storiche adibite a strutture ricettive, alberghi, agriturismi ed ostelli che possono ospitare i turisti.
Expo 2015 è un’occasione fondamentale per il rilancio dell' economia turistica del Paese. Mi piacerebbe molto se, con l’occasione di Expo, tra i luoghi da visitare fosse ricompreso l’atelier di Aldo a Teglio; la Valtellina va conosciuta anche attraverso la sua testimonianza.


D. A Giuliano Balgera di Sondrio, presidente dell’Associazione culturale “Amici di Aldo Pogliani” chiediamo di illustrarne gli obiettivi e le iniziative e, inoltre, se ritiene che Expo 2015 possa servire ad incoraggiare le molteplici professionalità che sono impegnate nel campo delle espressioni artistiche e culturali .


La ringrazio per la possibilità che mi offre di portare alla conoscenza dei tanti estimatori del maestro pittore Aldo Pogliani che, non senza difficoltà, si è costituita la “Associazione culturale Amici di Aldo Pogliani” che come prima finalità ha quella di ricordare l’arte pittorica del maestro e di promuovere il diffondersi della sua conoscenza. Una Associazione senza fini di lucro che annovera amici e conoscenti dell’artista. La prima presentazione avverrà questa estate a Teglio con una mostra postuma e con un convegno sull’arte del maestro Pogliani. L’intento degli amici di Aldo è quello di far rientrare nelle manifestazioni culturali dell’Associazione Teglio Turismo le iniziative sopracitate. Teglio ha rappresentato un momento importante nella vita artistica del maestro. Nella tranquillità del borgo valtellinese, Pogliani ha trovato ispirazione per molte delle sue opere più intense.
Lei mi chiede se la ormai prossima Esposizione mondiale del 2015 possa incoraggiare le professionalità artistiche della Lombardia. La mia convinzione è che l’Expo possa essere un’occasione per valorizzare la cultura e l’arte in ogni sua espressione. In questa prospettiva è umanamente doveroso ricordare gli artisti che hanno, con la loro ispirazione, apportato momenti di qualità interiore ai visitatori e agli estimatori delle loro esposizioni.

 

2014-03-11

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