Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 01.30

Bancarotte fraudolente a Varese, i fondi finivano in una società di Bratislava

L’imprenditore Aldo Taddeo, ex presidente del Varese Calcio e del Modena Calcio è stato arrestato

| Scritto da Redazione
Bancarotte fraudolente a Varese, i fondi finivano in una società di Bratislava

L’imprenditore Aldo Taddeo, ex presidente del Varese Calcio e del Modena Calcio è stato arrestato il 3 dicembre a Busto Arsizio nell’ambito di una operazione della Guardia di Finanza chiamata Plastic Free. L’indagine, nata dalla dichiarazione di fallimento di due storiche imprese lombarde del varesotto, ha portato alla scoperta di una serie continuativa di distrazioni e trasferimenti di denaro infra-gruppo che hanno provocato la dispersione di importanti risorse finanziarie, trasferite soprattuto su conti correnti esteri, per un totale calcolato in 8 milioni di euro.

Taddeo, che è indagato insieme ad altre persone, tra cui la cognata usata come prestanome, è ora in custodia cautelare per tre fallimenti fraudolenti di società attive nel settore della progettazione, costruzione e commercializzazione di macchinari industriali per la lavorazione di materie plastiche. Nel mese di novembre era stata dichiarata fallita la storica azienda Caccia Engineering di Samarate (VA), produttrice di plastica, che aveva acquisito di recente e di cui era amministratore. Nell’opera di Taddeo è stata riconosciutà la dolosità per avere cannibalizzato i beni societari fino a riempire di debiti le aziende oggetto dell’indagine. Come detto, Taddeo è stato presidente del Varese Calcio e del Modena Calcio, entrambe fallite dopo il suo ingresso in società.

“Cassaforte” finanziaria del gruppo fraudolento era una società con sede a Bratislava (Herax), riconducibile all’indagato principale che, a partire dal 2015 aveva rilevato, in sequenza, le quote di maggioranza delle tre società italiane, sino ad assumerne il controllo totalitario prima di avviarle al fallimento. Tra le operazioni messe in atto per depauperare il patrimonio ci sono una pluralità di affitti e/o cessioni di rami aziendali, con particolare riguardo all’uso dei relativi marchi e dei disegni tecnici. Quello che spicca dalle carte è anche l’uso disinvolto di grandi somme di denaro delle società per il pagamento di enormi spese personali dell’indagato, grazie alle quali manteneva un elevato tenore di vita, al tempo stesso frodando i dipendenti e i creditori.

 

 

Fonte Varese News

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