Oggi la Commissione europea ha proposto il nuovo approccio per una blue economy sostenibile nell’Ue che riguarda le industrie e i settori legati agli oceani, ai mari e alle coste. La Commissione Ue parte dalla convinzione che «Una blue economy sostenibile è essenziale per raggiungere gli obiettivi dell’European Green Deal e garantire una ripresa verde e inclusiva dalla pandemia».
Secondo il recente Blue economy report, i settori tradizionali della blue economy forniscono 4,5 milioni di posti di lavoro diretti e generano oltre 650 miliardi di euro di fatturato. La comunicazione odierna sostituisce la comunicazione sulla crescita blu del 2012.
Il vicepresidente esecutivo della Commissione Ue per il Green Deal, ha sottolineato che «La salute degli oceani è una precondizione per una fiorente blue economy. L’inquinamento, la pesca eccessiva e la distruzione degli habitat, insieme agli effetti della crisi climatica, minacciano la ricca biodiversità marina da cui dipende la blue economy. Dobbiamo cambiare rotta e sviluppare un’economia blu sostenibile, nella quale la protezione dell’ambiente e le attività economiche vadano di pari passo».
Tutti i settori della blue economy, compresi la pesca, l’acquacoltura, il turismo costiero, i trasporti marittimi, le attività portuali e la cantieristica navale e i dissalatori, dovranno ridurre il loro impatto ambientale e climatico. Affrontare le crisi climatiche e della biodiversità richiede mari sani e un uso sostenibile delle loro risorse per creare alternative ai combustibili fossili e alla produzione alimentare tradizionale. La transizione verso una blue economy sostenibile richiede investimenti in tecnologie innovative. L’energia delle onde e delle maree, la produzione di alghe, lo sviluppo di attrezzi da pesca innovativi o il ripristino degli ecosistemi marini creeranno nuovi posti di lavoro e imprese verdi nell’economia blu.
La comunicazione definisce un programma dettagliato per la blue economy:
Raggiungere gli obiettivi della carbon neutrality e dell’inquinamento zero, in particolare sviluppando l’energia rinnovabile offshore, decarbonizzando il trasporto marittimo e rendendo più verdi i porti. Un mix sostenibile di energia oceanica che includa energia galleggiante eolica, termica, delle onde e delle maree potrebbe produrre un quarto dell’elettricità dell’Ue nel 2050. I porti sono fondamentali per la connettività e l’economia delle regioni e dei Paesi europei e potrebbero essere utilizzati come hub energetici.
Passare a un’economia circolare e ridurre l’inquinamento, anche attraverso standard rinnovati per la progettazione degli attrezzi da pesca, per il riciclaggio delle navi e per lo smantellamento delle piattaforme offshore e azioni per ridurre l’inquinamento da plastica e microplastiche.
Preservare la biodiversità e investire nella natura: proteggere il 30% della superficie marittima dell’Ue invertirà la perdita di biodiversità, aumenterà gli stock ittici, contribuirà alla mitigazione e alla resilienza climatica e genererà significativi vantaggi finanziari e sociali. L’impatto ambientale della pesca sugli habitat marini sarà ulteriormente minimizzato.
Sostenere l’adattamento al clima e la resilienza costiera: le attività di adattamento, come lo sviluppo di infrastrutture verdi nelle zone costiere e la protezione delle coste dal rischio di erosione e inondazioni, aiuteranno a preservare la biodiversità e i paesaggi, a vantaggio del turismo e dell’economia costiera.
Garantire una produzione alimentare sostenibile: la produzione sostenibile e nuovi standard di commercializzazione per i frutti di mare, l’uso di alghe e fanerogame marine, un controllo più rigoroso della pesca nonché la ricerca e l’innovazione nei frutti di mare cell-based aiuteranno a preservare i mari europei. Con l’ adozione anche degli orientamenti strategici dell’Ue per l’acquacoltura sostenibile, la Commissione si è anche impegnata a far crescere l’acquacoltura sostenibile nell’Ue.
Migliorare la gestione dello spazio in mare: il nuovo Blue Forum per gli utenti del mare per coordinare un dialogo tra operatori offshore, stakeholders e scienziati impegnati nella pesca, acquacoltura, navigazione, turismo, energie rinnovabili e altre attività stimolerà lo scambio cooperativo per l’utilizzo sostenibile dell’ambiente marino.
Dopo l’adozione dei piani nazionali dello spazio marittimo nel marzo 202, mel 2022 la Commissione Ue pubblicherà un rapporto sull’attuazione della direttiva dell’Ue sulla pianificazione dello spazio marittimo. Inoltre la Commissione continuerà a «Creare le condizioni per una blue economy sostenibile a livello internazionale, seguendo l’agenda della governance internazionale degli oceani».
Commissione Ue ed European Investment Bank Group (Banca europea per gli investimenti e Fondo europeo per gli investimenti), intensificheranno la cooperazione per una blue economy sostenibile e lavoreranno insieme agli Stati membri per soddisfare le esigenze di finanziamento esistenti per ridurre l’inquinamento nei mari europei e sostenere gli investimenti per l’innovazione blu e la bioeconomia blu.
Il nuovo European Maritime, Fisheries and Aquaculture Fund, in particolare con la sua piattaforma “BlueInvest” e il nuovo Fondo BlueInvest, «Sosterrà la transizione verso catene del valore più sostenibili basate sugli oceani, sui mari e sulle attività costiere». Per finanziare ulteriormente la trasformazione, la Commissione ha esortato gli Stati membri a «Includere investimenti, da qui al 2027, per una blue economy sostenibile nei loro piani nazionali di resilienza e ripresa nonché nei loro programmi operativi nazionali per vari fondi dell’Ue». Anche altri programmi dell’Ue come Horizon Europe contribuiranno al raggiungimento degli obiettivi e verrà istituita una Mission on Oceans and Waters.
La Commissione conclude: «Per quanto riguarda gli investimenti privati, i principi e gli standard di sostenibilità specifici per gli oceani concordati, come la Sustainable Blue Economy Finance Initiative sponsorizzata dall’Ue. dovrebbero essere utilizzati nelle decisioni di investimento pertinenti».
Il commissario Ue all’ambiente, pesca e affari marittimi, Virginijus SinkeviÄÂÂius, ha concluso: «La pandemia ha colpito i settori dell’economia marina in modi diversi ma profondi. Abbiamo l’opportunità di ricominciare da capo e vogliamo assicurarci che la ripresa sposti l’attenzione dal mero sfruttamento alla sostenibilità e alla resilienza. Quindi, per essere veramente verdi, dobbiamo anche pensare al blu».