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Breve resoconto Consiglio Comunale Cremona del 4 marzo 2013

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Breve resoconto Consiglio Comunale Cremona del 4 marzo 2013

Breve resoconto Consiglio Comunale Cremona del 4 marzo 2013
In apertura della seduta del Consiglio comunale ha chiesto la parola il consigliere Gian Carlo Corada (Partito Democratico), che ha motivato le sue dimissioni. Nella seduta dell’11 marzo prossimo avverrà la surroga. Dopo l’intervento del consigliere è intervenuto il sindaco Oreste Perri che, ringraziando per lo spirito di servizio dimostrato in tutti questi anni, ha espresso la sua stima verso Corada come uomo innanzitutto, quindi come interlocutore politico dotato di grande correttezza, non solo dal punto di vista istituzionale: un’esperienza la sua che rimane preziosa per tutta la comunità, soprattutto in un momento difficile come quello che stiamo attraversando. Alla fine un abbraccio ha suggellato il rapporto di amicizia tra il sindaco ed il consigliere uscente.

Su invito del presidente del Consiglio Comunale Alessio Zanardi, è intervenuto brevemente il vice sindaco Carlo Malvezzi che, a seguito delle elezioni regionali del 24 e 25 febbraio scorso, è stato eletto al Consiglio regionale e che lascerà il suo attuale incarico non appena saranno concluse le procedure per l’insediamento della nuova assemblea regionale.

Interrogazione presentata in data 7 novembre 2012 dal capogruppo del gruppo consiliare Cremona nel Cuore Santo Canale in ordine all’esito del bando “Un salotto per Cremona”.

Visto il bando "Un Salotto per Cremona" - bando per il sostegno degli investimenti e lo sviluppo dei servizi delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi del Distretto del Commercio di Cremona. Richiamata la finalità che è legata alla riqualificazione estetica coordinata di facciate, vetrine, insegne delle imprese del commercio, del turismo e dei servizi operanti all'interno del distretto e allo sviluppo dei servizi in comune, volti a soddisfare le esigenze degli acquirenti, dei turisti e dei cittadini residenti. Le risorse disponibili sono pari a 50.000,00 euro. L'esito pubblicato è reso pubblico sul giornale La Provincia del 19 ottobre 2012. Considerando che: le domande risultate ammissibili e finanziabili sono state 18 (su un totale di 22); uno dei beneficiari, nel frattempo ha chiuso l'attività e l'importo di cui è assegnatario è pari a € 3.600,00. Rilevato che gli uffici del Comune nel frattempo hanno interpellato gli uffici della Regione Lombardia per sapere se e come erogare il contributo o riaprire il bando. S'interroga l'assessore competente per sapere quale decisione intende prendere considerando le difficoltà economiche che vivono quotidianamente i commercianti.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Irene Nicoletta De Bona: Il bando “Un salotto per Cremona”, emanato nell’ambito delle attività del Distretto del commercio, ed  interamente finanziato da Regione Lombardia, prevedeva l’erogazione di incentivi economici  a favore delle piccole imprese del commercio del centro storico,  nella misura del 50% della spesa sostenuta e fino ad un  importo massimo di euro 5.000 per ciascun beneficiario. In base ai precisi  e vincolanti criteri fissati dalla Regione,  gli incentivi potevano essere destinati esclusivamente alla realizzazione di interventi di riqualificazione esterna dei fronti commerciali (vetrine, insegne, plateatici) e per lo  sviluppo di servizi in comune volti a soddisfare le esigenze degli acquirenti, con l’obiettivo di favorire il miglioramento estetico e funzionale dell’area del Distretto, a vantaggio non solo degli operatori, ma anche di consumatori e turisti. Non si trattava, quindi, di una forma di sostegno di tipo meramente assistenziale, ma di un incentivo alla realizzazione di opere idonee a produrre  vantaggi concreti per l’intera comunità. In casi come questi, e per giusta e doverosa precauzione -  trattandosi, è bene sottolinearlo, di finanziamenti pubblici - i bandi  prevedono sempre, in modo esplicito,  vincoli e condizioni, volte a garantire che gli interventi oggetto di finanziamento siano effettivi, duraturi  nel tempo e  verificabili, oltre che, ovviamente,  supportati dalla documentazione atta a comprovare le spese sostenute. Nello specifico, e proprio per i motivi di cui sopra, il Bando “Un salotto per Cremona”  stabiliva chiaramente,  tra l’altro, l’obbligo di mantenere la destinazione d’uso dei beni, opere ed immobili, per 5 anni dalla data di assegnazione del contributo, e di conservare e mettere a disposizione del Comune di Cremona e di Regione Lombardia per un periodo di 10 anni, a decorrere dalla data di erogazione del saldo del contributo, la documentazione originale di spesa. In coerenza con  tale principio, era anche prevista, sempre in modo  esplicito,  la revocabilità del contributo in caso di mancato rispetto della norma che prevede che i lavori/beni oggetto di contributo non vengano distolti, ceduti o alienati dall’uso previsto all’atto della presentazione della richiesta di contributo, prima che siano  decorsi 5 anni dalla data di assegnazione del contributo. Inoltre, a tutte le imprese partecipanti è stato richiesto di  sottoscrivere formalmente, sia nella domanda di contributo che con la rendicontazione finale, ed in ossequio a quanto previsto dal bando, l’impegno a  non cedere, alienare o distogliere i beni e le opere oggetto di contributo per almeno 5 anni dall’erogazione del saldo, per cui non potevano non essere a conoscenza di tali obblighi fin dall’inizio. Le domande sono state esaminate ed accolte, con procedura “a sportello”, ovvero seguendo l’ordine cronologico di presentazione, fino ad esaurimento delle risorse disponibili, mentre l’erogazione effettiva del contributo era subordinato alla presentazione, da parte del beneficiario, entro trenta giorni dalla data di conclusione dei lavori e comunque non oltre un anno dalla data di pubblicazione del bando, della rendicontazione delle spese sostenute, corredata della documentazione bancaria, attestante la tracciabilità dei pagamenti.

Arrivando al caso in oggetto, il signor Beppe Arena ha inoltrato in data 28 gennaio 2012 la richiesta di un contributo di euro  3.615,65, per la realizzazione di  un intervento di riqualificazione  esterna delle  vetrine dell’esercizio commerciale situato in via Baldesio, 4, che prevedeva una  spesa di euro 7.231,31. Nel giro di pochissimi giorni, ovvero con nota del 1° febbraio 2012, gli veniva comunicato l’accoglimento della richiesta,  invitandolo, conseguentemente, a procedere con gli impegni assunti e con gli adempimenti conseguenti, come indicato nel bando, a rendicontare cioè le spese, come presupposto indispensabile per procedere alla liquidazione. A distanza di alcuni mesi, il signor Arena contattava telefonicamente l’ufficio, comunicando che l’attività era nel frattempo cessata, e che, a quel momento, non  aveva ancora deciso se chiudere definitivamente l’esercizio  o cedere a terzi l’azienda. Da sopralluogo effettuato, risultava poi che il locale era completamente vuoto,  per cui, con tutta evidenza, non risultava assolta la condizione del bando, che impone di conservare le opere realizzate per almeno cinque anni, con la conseguenza che è venuto meno il diritto al contributo. Per formalizzare il relativo provvedimento, si è attesa comunque la scadenza del termine per la rendicontazione, fissato al 31 gennaio scorso.  Il  signor Arena non  ha rendicontato entro i termini di cui sopra, e, quindi, non  ha  presentato la documentazione comprovante gli interventi realizzati e le  spese sostenute, il che costituisce un ulteriore motivo  di  perdita del contributo,  che  non può pertanto che essere revocato.  Da ultimo, si fa notare che  il Comune  non può liberamente disporre in ordine a questi   finanziamenti, che devono essere erogati in base ai criteri e alle direttive della Regione Lombardia, che li ha stanziati. Se, quindi, dovesse assegnarli  a soggetti che non ne hanno diritto, la Regione si rivarrebbe poi direttamente sull’Amministrazione Comunale, per la restituzione. Basti dire che nei mesi scorsi, ispettori regionali  hanno visitato  i negozi che hanno ottenuto gli analoghi  finanziamenti  che sono stati concessi alcuni anni fa, con il  precedente bando dei distretti, e hanno controllato che gli interventi dichiarati  a suo tempo fossero stati  effettivamente eseguiti e che fossero  ancora in essere, e, in alcuni casi, ne hanno chiesto la restituzione.

Il consigliere Santo Canale si è detto soddisfatto della risposta ottenuta.

Interrogazione presentata in data 19 novembre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Caterina Ruggeri) circa un concorso di idee per ricordare le donne vittime di violenza.

Premesso che non è più accettabile il silenzio e l'indifferenza delle istituzioni in tema dei "femminicidi"; richiamata l'iniziativa promossa il 30.10.12 da questo Comune sul tema che ha visto interessanti relazioni di suoi operatori, funzionari e dirigenti, ma caratterizzata dall'assenza di una proposta politica e dal silenzio dei suoi rappresentanti (assenti sindaco e assessore alle Pari Opportunità). Ricordato l’ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio comunale nel novembre 2010, con il quale si condivideva la volontà di individuare nella nostra città un luogo pubblico per ricordare le tante donne vittime di violenza, un luogo riconoscibile, come avviene per le altre vittime di guerre per le quali si moltiplicano soluzioni e attenzioni, nel quale ogni 25 novembre si possano ricordare le tante donne che nel mondo hanno subito violenza e le tante che sono morte per questo; un altro ordine del giorno sul tema, discusso nel maggio scorso, nel quale l'Assessore alle Pari Opportunità si era impegnata a portare l'argomento in una apposita commissione consiliare, mai convocata; che a tutt' oggi sono 108 le donne ammazzate da mariti, compagni, padri, fratelli, uomini conosciuti, senza dimenticare che queste morti violente attraversano il nostro paese e sono trasversali ai territori e alle condizioni sociali. Evidenziato che tale definizione di un luogo da dedicare, sarebbe una risposta importante al silenzioso lavoro che viene svolto dai Centri Antiviolenza, dagli operatori dei Servizi Comunali, della Polizia Municipale e delle Forze dell'Ordine, oltre che riconoscere che si tratta di una guerra quotidiana, sottile e strisciante, interrogano il Sindaco e l'Assessore alle Pari Opportunità per conoscere: le ragioni che, a distanza di due anni, non hanno portato a individuare uno spazio da dedicare alla giornata del 25 novembre, mentre abbiamo assistito alla posa di diversi monumenti e/o iniziative a ricordo di vittime di guerre passate e recenti e grande attenzione alle loro associazioni; quali iniziative sono in campo a sostegno dei Centri Antiviolenza e quali solleciti interistituzionali vengono rivolti alla Regione Lombardia affinché la stessa dedichi risorse a tali centri; se, in assenza di decisioni circa il luogo da dedicare alle vittime di violenza, questa Amministrazione non intenda proporre un concorso di idee tra le scuole e/o tra gli artisti dell' Associazione A.C.C. per elaborare un logo, un soggetto grafico, un monumenti che rappresenti il femminicidio, una realtà che attraversa violentemente il nostro paese e nostri territori e che vede le donne vittime di questa guerra senza scampo, perché guerra è, anche se non vengono usati missili, ne carri armati, ne caccia bombardieri.

All’interrogazione ha risposto l’assessore Jane Alquati: Questa settimana sono in programma numerose iniziative in vista dell’8 marzo, in ogni caso sono importanti soprattutto azioni concrete come quella da poco terminata che ha visto il coinvolgimento di numerosi partner e che ha portato alla formazione mirata agli operatori attivi sul territorio. Da parte della Commissione toponomastica vi è la massima disponibilità ad individuare un luogo adeguato da dedicare alla donne vittime di violenza. Infine, dal 2009, le scuole sono state coinvolte in numerose attività volte a sensibilizzare i giovani sulle violenze, sia fisiche che psicologiche, sulle donne. Stiamo realizzando azioni concrete.

La consigliera Caterina Ruggeri ha auspicato che venga individuato quanto prima un luogo idoneo.

Interrogazione presentata in data 12 dicembre 2012 da consiglieri comunali vari del gruppo consiliare Partito Democratico (primo firmatario Caterina Ruggeri) circa il futuro della convenzione tra il Comune di Cremona e la Società Sportiva M.A.C.

Preso atto del recente rinnovo del consiglio direttivo della società M.A.C. la cui sede e struttura si trova all’interno del Parco al Po (parco voluto con determinazione dall’allora sindaco Renzo Zaffanella) e che vede al suo interno la presenza di due consiglieri comunali di centrodestra dell’Amministrazione Perri; ricordato che nel marzo 2013 è in scadenza la decennale convenzione tra il Comune di Cremona e la Società M.A.C. di Lungo Po Europa; che su tale rinnovo pesano diversi interessi, a partire da quello degli ambientalisti, per la concreta possibilità di dare continuità all’attuale Parco al Po, interrotto dagli impianti in tale struttura; che proprio in queste settimane è in corso in Parlamento il confronto con il Governo Monti sul futuro delle attuali concessioni demaniali; si interroga il sindaco per sapere: quali prospettive ha il proseguio di tale convenzione; quale posizione ha questa Amministrazione circa il dibattito in corso nel Paralamento e nel Governo in termini di rinnovo complessivo delle concessioni demaniali; se non intenda coinvolgere nella decisione le organizzazioni ambientaliste e la commissione consiliare attinente le Politiche Ambientali.

All’interrogazione ha risposto il vice sindaco Carlo Malvezzi: A differenza da quanto sostenuto dalla consigliera Caterina Ruggeri, la convenzione scade nel dicembre 2013, non nel dicembre 2012. Nonostante questo l’iter per il rinnovo è già stato avviato dai competenti uffici ed avverrà attraverso un efficace sistema di partecipazione, valuteremo inoltre insieme alla MAC e all’AIPO i tempi della concessione. Non ritengo istituzionalmente corretto che l’Amministrazione comunale esprima un parere sul dibattito parlamentare riguardante le concessioni demaniali,

La consigliera Caterina Ruggeri si è detta non soddisfatta della risposta ottenuta. 
Mozione presentata in data 28 novembre 2012 dal capogruppo del gruppo consiliare Italia dei Valori Giancarlo Schifano con cui si chiede di pianificare l’installazione di webcam nell’aula consiliare.
Premesso che: nel 2002 nasce AEMcom, una società del gruppo AEM Cremona, con lo scopo di realizzare e gestire la rete metropolitana in fibra ottica e offrire servizi a larga banda a tutti gli utenti cremonesi, infatti durante il regolare svolgimento della sua attività e partendo da Cremona, AEMCOM ha raggiunto le province vicine garantendo all'intera popolazione connettività a banda larga efficace e all'avanguardia,attraverso un progetto iniziato nel 2005 e finalizzato nel 2007 ha realizzato una delle reti wireless più estese d'Italia, collegando 115 comuni delle province limitrofe. Visto che AEMcom dispone di una vasta gamma di servizi,sia per i privati, sia per le aziende e la pubblica Amministrazione,considerato che Cremona gode oggi di una situazione privilegiata e costituisce un caso di eccellenza, posizionandosi come una delle prime città italiane a livello di penetrazione della fibra ottica nelle case dei cittadini; rilevato che la sala consiliare del Comune di Cremona non dispone al proprio interno di una webcam che permetterebbe di ascoltare e visionare gli argomenti trattati; considerato che è uno strumento utile per tutti i cittadini che desiderano tempestivamente seguire in diretta streaming le discussioni sui vari oggetti in esame; preso atto che molti comuni hanno installato la webcam all'interno dei propri consigli comunali come ulteriore forma di democrazia e trasparenza dei lavori svolti dall'organo deputato ad esprimere l'indirizzo e il controllo politico amministrativo, dimostrando grande senso di lealtà nei confronti di tutti i cittadini che avrebbero a loro disposizione uno strumento di limpidezza delle informazioni e di responsabilizzazione di tutti i partecipanti ai lavori del Consiglio comunale, impegna il Sindaco e la Giunta: a individuare e pianificare l'installazione di una o più webcam all'interno dell'aula consiliare Comunale per garantire ai cittadini attraverso la trasmissione via internet di visionare e ascoltare le importanti decisioni della vita della propria città.
Dopo la presentazione della mozione da parte del consigliere Giancarlo Schifano sono intervenuti Ferdinando Quinzani (Cremona per la Libertà), Mauro Fanti (Partito Democratico), è intervenuta quindi l’assessore allo Sviluppo Informatico Maria Vittoria Ceraso che ha spiegato che da tempo si lavora sulla questione della trasmissione via web dei lavori del Consiglio comunale, utilizzando però un sistema molto sofisticato e quindi costoso, che ad oggi non è ancora partito per evidenti motivi economici. Nell’ottica della massima trasparenza i Consigli comunali sono da tempo registrati e i relativi file audio sono scaricabili dal sito del Comune. La soluzione adottata oggi è minimale e si vedrà quale è il gradimento da parte della cittadinanza. E’ quindi intervenuto l’ing. Corrado Ignoti di AEMCOM che ha spiegato il sistema utilizzato nella seduta odierna, evidenziando che al momento gli utenti collegati erano una quindicina. Il sistema deve crescere. Attualmente sono installate due telecamere fisse ad alta definizione. Gli utenti possono vedere sia in alta definizione che in bassa risoluzione, per chi ha problemi di connessione. Nel futuro si potranno avere più di venti utenti connessi contemporaneamente e la versione mobile.
Posta ai voti la mozione è stata respinta (19 gli astenuti e 11 i voti a favore).
Ordine del giorno presentato in data 20 febbraio 2013 dal capogruppo del gruppo consiliare  Italia dei Valori Giancarlo Schifano con cui si chiede di mettere in campo misure di contrasto contro il racket e l’usura.
Premesso che nella nostra città si sono verificati sconcertanti casi di usura e che alcune attività commerciali rischiano di finire nelle mani degli strozzini; io credo che sia moralmente ed eticamente giusto affiancare all’azione della magistratura e delle Forze dell’Ordine una forte iniziativa culturale e politica a tutti i livelli per diffondere la cultura della legalità e della trasparenza; visto che molti imprenditori e liberi cittadini, a causa della perenne crisi economica, decidono di non denunciare i propri aguzzini per paura di essere lasciati soli dalle istituzioni; considerato che molti Comuni hanno dato un segnale concreto di impegno nella lotta e contrasto alla criminalità organizzata in tutte le sue ramificazioni; preso atto che gli enti locali possono mettere in campo misure di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e di sostegno a chi è vittima delle mafie, del racket e dell’usura; si impegnano il Sindaco e la Giunta a mettere in atto un protocollo d’intesa tra l’Amministrazione comunale, la magistratura e le Forze dell’Ordine per arginare ed evitare che questi fenomeni di criminalità organizzata si propaghino in modo deleterio e pericoloso.
Dopo l’illustrazione dell’ordine del giorno da parte del consigliere Giancarlo Schifano, si è aperto il dibattito che ha visto intervenire i consiglieri Daniele Burgazzi (Partito Democratico) e Luca Grignani (Popolo della Libertà), che ha proposto alcuni emendamenti. Per la Giunta è intervenuto innanzitutto l’assessore Luigi Amore che, riferendosi alla prima parte dell’ordine del giorno, ha dichiarato che la situazione a Cremona è per il momento limitata a pochi casi, in ogni caso esiste una collaborazione in atto con le altre istituzioni presenti sul territorio: pertanto, più che parlare di protocolli, difficili da realizzare dal punto di vista procedurale, sarebbe opportuno stendere un documento che costituisca un messaggio ai cittadini per invitarli ad uscire dal silenzio. Si sta lavorando molto nelle scuole nelle quali è in atto una collaborazione con l’associazione “Libera”. Dal canto suo l’assessore ai Lavori Pubblici Francesco Zanibelli ha spiegato che l’Amministrazione comunale si attiene scrupolosamente alla normativa vigente disciplinata dall’art. 38 del Codice degli Appalti dove si prevede che in sede di gara il concorrente alleghi  apposite dichiarazioni circa la sussistenza o meno di situazioni di controllo con altri concorrenti ai sensi dell’art. 2359 del Codice Civile. Queste dichiarazioni sono poi oggetti di puntuale verifica in capo all’aggiudicatario e al secondo classificato così come previsto dal Codice degli Appalti sopra citato. Il consigliere Federico Fasani ha proposto una discussione approfondita in sede di commissione così da pervenire ad un documento condiviso, proposta respinta dal consigliere Schifano. A questo punto l’assessore Luigi Amore, ribadendo che il Comune è già impegnato in un’attività di prevenzione nelle scuole, ha manifestato l’impegno a portare all’attenzione della competente commissione e quindi del Consiglio comunale una bozza di protocollo d’intesa da condividere con Prefettura, Questura e Guardia di Finanza. Di fronte a tale dichiarazione, il consigliere Schifano ha ritirato il suo ordine del giorno.

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