Casalmaggiore irrilevante come laboratorio sociale e progressista. | Mario Daina (PD)
Gentile direttore, c’è stato un tempo, ormai lontano, in cui Casalmaggiore è stata un grande laboratorio sociale e progressista.
Oggi, invece, siamo declassati all’irrilevanza, siamo diventati indecifrabili, siamo fuori dalle partite che impattano la vita delle persone, siamo un nano politico rispetto alle decisioni strategiche che vengono prese ai livelli superiori.
Siamo incamminati verso un declino non tanto o non solo economico, ma soprattutto si è fatta strada una povertà culturale ed etica, che, nell’indifferenza totale, si è trasformata in povertà umana. Questa amministrazione continua ad avere una concezione proprietaria delle istituzioni, ma chi governa una città deve svolgere un ruolo prima di tutto politico e non solo amministrativo. Cosa è la buona politica? Capire che il problema degli altri è anche il tuo, guardando sempre avanti. La scelta con cui si confronterà la prossima nuova generazione non sarà tra capitalismo o comunismo, tra la fine della storia o il ritorno della storia, ma tra la politica della coesione sociale basata su scopi collettivi e l’erosione della società, perché si pompa paura a piene mani.
Basta con le timide politiche adattive: per contrastare una situazione ormai incancrenita, servono azioni trasformative, servono spazi di cittadinanza e partecipazione al dibattito politico se si vuole far rientrare l’astensionismo e costruire un’alternativa a questa amministrazione. Il Pd locale sta lavorando su questo.
E vorrei che il Pd si distinguesse non solo per essere una comunità votante, ma il luogo in cui si costruisce anche una comunità pensante. Mettere in campo un’idea in grado di rispondere ad una domanda sempre più incalzante di senso dell’esistenza, per rivalutare il valore della comunità, contro impressionanti solitudini. Senza un tessuto sociale forte, non può esserci un’economia forte. È fondamentale trasmettere fiducia e speranza, rilanciare in avanti democrazia e libertà, mettendo la politica d e l l’uguaglianza come fondamento del nostro agire.
Predisponendo una gerarchia di priorità che entri nel merito dei problemi delle persone. Partendo dalla loro condizione materiale. È a questo che, per prima cosa, dobbiamo rispondere.
A chi perde il lavoro devi dare risposta su come pagherà mutuo e bollette; a chi riceve lo sfratto dobbiamo dire dove può andare a vivere; alle donne vittime di una violenza dobbiamo dare una garanzia di autonomia, giustizia e dignità; a chi è in lista d’attesa per un’ecografia dobbiamo spiegare come fare a risparmiare i 200 euro dell’esame; ai pensionati elemosinati con pochi spiccioli, a quale santo devono votarsi. Il territorio va sempre più considerato in un’ottica intercomunale partendo dai dossier chiave come la sanità, la mobilità, l’ur banistica e il verde. Il vecchio ciclo di sviluppo globalista è saltato e ha fatto saltare, soprattutto in una zona periferica come la nostra, equilibri sociali e spaziali ampliando diseguaglianze e solitudini. La pratica sportiva preferita da questa amministrazione, nonostante la vuota propaganda, si chiama galleggiamento. E il risultato ormai evidente è che a pagare saranno le generazioni future: stiamo colonizzando il loro futuro, scaricando su di loro il degrado ambientale e il rischio tecnologico.
L’età dell’adolescenza e della prima giovinezza è quella in cui si ha bisogno di prendere le distanze dagli adulti, in particolare quelli di riferimento, genitori e insegnanti in primis, per creare uno spazio in cui sperimentare e costruire la propria identità autonoma. Tutto questo succede, quando, come nell’epoca attuale, le trasformazioni tecnologiche insieme a quelle geopolitiche cambiano non solo il modo di vivere, ma anche il sistema di opportunità e di rischi da far pensare ai più giovani che gli adulti in generale, non hanno più nulla da trasmettere che abbia un senso.
È qui che si è persa ogni voglia di cambiare il territorio, con adulti preoccupati solo di cosa i figli faranno da grandi, ma per nulla preoccupati di quello che vogliono fare ed essere oggi per crescere e capire chi vogliono essere domani. In conclusione mi chiedo: come è possibile che ci sia tanta intelligenza e non si riesca ad avere una Casalmaggiore all’altez za della sua storia?
Mario Daina Pd Casalmaggiore