Martedì, 30 aprile 2024 - ore 04.12

Case famiglia e business

Mucci (M5S): necessaria commissione di inchiesta

| Scritto da Redazione
Case famiglia e business

Dopo le ripetute e crescenti denunce delle criticità nel campo della tutela minorile l’onorevole Mara Mucci (M5S) in collaborazione con l’Associazione Pronto Soccorso Famiglie ha richiesto l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta sulle case famiglia sugli allontanamenti facili. È recentissima la notizia di un insegnante di sostegno che in un processo per maltrattamenti ha raccontato di aver visto spesso uno dei ragazzi della comunità terapeutica per minori «Lilium» in Abruzzo, imbottito di farmaci, incapace di restare sveglio in aula e pieno di lividi.  Gli scandali recenti sulle case famiglia, a cominciare dalla vicenda del Forteto, hanno aperto uno squarcio su questa realtà che presenta delle notevoli zone d’ombra e criticità. L’onorevole Mara Mucci del Movimento 5 stelle ha proposto l’istituzione di una Commissione d’Inchiesta sugli allontanamenti facili e sulle case famiglia dopo i molti casi di denunce di maltrattamenti proprio nei luoghi deputati alla tutela dei minori, e in seguito alla constatazione della mancanza di controlli e di dati statistici certi sui minori allontanati dalle famiglie e sulla loro condizione nelle cosiddette case famiglia. Comunemente si crede che l’allontanamento dei figli dalla famiglia debba avere alle sue radici dei motivi gravi, ma spesso non è così. Secondo alcune stime, come ad esempio una recente ricerca della regione Piemonte, nel 70% circa dei casi, tramite valutazioni soggettive e opinabili, psichiatri, psicologi e assistenti sociali inducono il tribunale a prendere provvedimenti drastici e drammatici, sottraendo i figli alla famiglia, collocandoli nelle comunità, mettendoli poi sotto indagine, analisi e quant’altro: proprio come è successo recentemente a quei coniugi di Cernusco che sono stati accusati di avere una casa in disordine. Le innumerevoli storie raccontate ormai quotidianamente dalla stampa hanno portato alla luce lo scandalo degli allontanamenti facili con circa 32.000 bambini attualmente sottratti alle famiglie, rispetto ai 7.700 della Francia per esempio. Se pensiamo che il giro d’affari delle strutture per minori va da 2 a 4 miliardi di euro l’anno con rette da 100 a 400 euro AL GIORNO per bambino, nascono spontanei dei forti sospetti sulla situazione attuale in Italia.  Ma non è tutto. Si fanno sempre più frequenti le denunce di abusi proprio nei luoghi deputati alla tutela dei minori. E alcuni fatti sono realmente gravi. Ricordiamo il caso dell’ex brigatista rosso che ha aperto una casa famiglia in provincia di Parma e che nonostante sia attualmente sotto processo per maltrattamenti ha continuato a lavorare con i minori.  Ma ci sono anche i casi della comunità di Mamma Ebe, della casa accoglienza “degli orrori” di Montalto delle Marche che per fortuna è stata chiusa grazie all’avvocato Miraglia e Pronto Soccorso Famiglia, la comunità Cavanà di Parma, chiusa nel 2009 e che pare sia stata riaperta con un altro nome dagli stessi soci, e così via.  La Commissione d'inchiesta sull'affidamento dei minori della Regione Toscana ha messo a nudo le criticità dei controlli, che sono  insufficienti. Infatti nella relazione finale si dice: “Sia a livello di spiegazione del come si sia potuta determinare la vicenda del Forteto, ma anche alla luce di altre dichiarazioni di soggetti affidatari nonché dei servizi stessi, le maggiori problematicità si sono riscontrate nell’individuazione netta dei ruoli e delle competenze.” E più avanti: “Più che chiarire i dubbi, il quadro che emerge in realtà li aumenta: sempre alla luce della vicenda del Forteto, la confusione di ruoli, competenze e negligenze si infittisce. Se infatti sulla carta (leggi, codici e regolamenti) la definizione dei compiti sembra palese, nella pratica le relazioni tra questi soggetti appaiono un groviglio inestricabile.”  Un quadro preoccupante in cui si inserisce la proposta, depositata presso la Camera dei Deputati, di una Commissione d’Inchiesta dell’onorevole Mara Mucci per far luce su questo settore e per individuare delle soluzioni. “Il settore delle case famiglia è ormai diventato un business, ed è necessaria un'opera di trasparenza. Ci sono troppi bambini in affido alle comunità. Sono situazioni difficili in cui le famiglie più deboli non hanno nessuno che le difenda, dove la povertà e l’ignoranza (anche di sentimenti) mettono a repentaglio il futuro di questi piccoli innocenti. Ci sono molti operatori onesti che fanno un ottimo lavoro che spesso viene infangato dal cattivo operato di tantissimi altri. La tutela minorile si è trasformata in un vero e proprio business che drena le risorse dello Stato e non rappresenta una vera garanzia in difesa del minore, sulla pelle dei bambini. È tempo di fare chiarezza non soltanto sulle situazioni specifiche, di competenza della magistratura, ma su tutto il sistema.”

Fonte: Pronto Soccorso Famiglia

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