Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 07.59

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, proposta di azione antirazzista

In allegato, il testo dettagliato della proposta e i modelli di lettere ai Comuni e el Parlamento

| Scritto da Redazione
Centro di ricerca per la pace e i diritti umani, proposta di azione antirazzista

È necessario e urgente un impegno contro il razzismo in Italia. E invero vi sono già molte iniziative in corso. Quella che vorremmo proporre potrebbe essere agevole da condurre e produrre qualche risultato. Due sono gli obiettivi. Il primo: ottenere, se possibile, risultati limitati ma concreti che vadano nella direzione del riconoscimento dei diritti fondamentali per il maggior numero possibile di esseri umani almeno nel nostro Paese. Il secondo: contrastare con le nostre voci e la nostra azione il discorso e la prassi dominanti, che sono il discorso e la prassi dei dominatori razzisti e schiavisti, dei signori della guerra e della barbarie. L'idea è di provare ad attivare alcune risorse istituzionali per contrastare il razzismo istituzionale. La proposta è di premere sui Comuni e sul Parlamento con una progressione degli obiettivi.

Alcuni provvedimenti - quelli che proponiamo ai Comuni - sono agevolmente ottenibili se si creano localmente dei gruppi (persone, Associazioni, rappresentanze istituzionali...) capaci di premere nonviolentemente in modo adeguato e con la necessaria empatia e perseveranza; e sono agevolmente ottenibili perché molti Comuni d'Italia li hanno già deliberati e realizzati, e quindi nulla osta in via di principio al fatto che altri Comuni li adottino a loro volta. Le cose che chiediamo al Parlamento sono meno facilmente ottenibili, ma la nostra voce può comunque contribuire se non altro a suscitare una riflessione, a promuovere la coscientizzazione, a spostare i rapporti di forza, a opporsi a ulteriori violenze smascherando la disumanità delle scelte razziste e indicando ciò che invece sarebbe bene fare.

Noi suggeriremmo a chi ci legge e condivide questa proposta di cominciare scrivendo di persona agli amministratori comunali e ai parlamentari; poi proponendo ad altre persone di fare altrettanto; poi se possibile coinvolgendo anche Associazioni e media e attraverso essi sensibilizzando e coinvolgendo altre persone ancora; poi chiedendo incontri con i rappresentanti istituzionali; e perseverando.

Non vediamo bene un'iniziativa piramidale con un coordinamento nazionale e le modalità burocratiche che ne conseguono. Preferiremmo un'iniziativa policentrica, in cui ogni persona possa agire da sé, e meglio ancora con le persone con cui sente un'affinità, e meglio ancora se si riesce a organizzare un coordinamento locale, ma tra pari e senza deleghe e in cui le decisioni si prendono con la tecnica nonviolenta del metodo del consenso. Una sola condizione poniamo come preliminare e ineludibile: la scelta della nonviolenza. Proponiamo di cominciare e vedere cosa viene fuori. Comunque non sarà tempo sprecato.

Centro di ricerca per la pace e i diritti umani

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