Mercoledì, 15 maggio 2024 - ore 11.32

Considerzaioni sul "Femminicidio" del parroco di Lerici|A.de Porti

| Scritto da Redazione
Considerzaioni sul

SUL “FEMMINICIDIO” DEL PARROCO DON PIERO CORSI E CHE DIRE SUL “MASCHILICIDIO” DEI SEPARATI ? 
Premesso che non voglio spezzare qualche lancia a favore del Parroco don Piero e nemmeno per il Vaticano che lo ha censurato, vorrei fare una mia personale considerazione senza aver letto niente, o quasi, di ciò che è successo in relazione a questo fatto.
Io penso, posto che il Parroco di Lerici non sia “incapace di intendere e di volere”,  che egli non avesse voluto dire ciò che la stampa e le femministe hanno voluto per forza voler capire e far capire  con “vis” populistica. E penso nel contempo che il Vaticano, recependo in pieno il senso religioso di quanto avrebbe scritto nella fotocopia affissa all’estero della Chiesa da parte di don Piero, abbia voluto in qualche modo parare il colpo, censurando il fatto, onde evitare che un pensiero populista collettivo, magari anche alimentato da una situazione economica che spinge a lamentarsi piuttosto che a esternare soddisfazione, danneggiasse tutto il sistema ecclesiale, a partire dalla Santa Sede.
Mi par di aver sentito che nessuno sa cosa ci fosse veramente scritto nella fotocopia affissa nella bacheca della Chiesa di Lerici e che i giornali e i telegiornali si sono guardati bene dal dirlo dopo una sorta di scoop dal tenore  “violenza mediatica”, attraverso illazioni e mezze frasi.  Sulla  “Stampa”  viene riportato :
 
‘Le donne devono fare un esame di coscienza: provocano gli istinti e vanno a cercare guai, quindi il femminicidio è in gran parte colpa loro. Bufera per il manifesto misogino affisso per le festività natalizie dal parroco don Pietro Corsi sul portone della chiesa di San Terenzio nel comune di Lerici.   La prima frase è tra virgolette, ma è solo una frase fra le tante dell’articolo. e, come si sa, anche il diavolo può citare frasi della Bibbia a suo vantaggio.
I giornalisti come il diavolo quindi che mistifica la realtà e il povero parroco vittima di un finto moralismo, vittima di una società secolarizzata come la nostra che lo colpevolizza senza ragione.” 

C’è da chiedersi se sia possibile che improvvisamente, in un sol colpo,  gli uomini siano impazziti? Io non lo credo, anche se oggi si può constatare che, per la cosiddetta pagnotta, si fa tutto ed il contrario di tutto (politica docet !)   Ergo, non siamo certamente alla pazzia collettiva maschile.  Il nodo sta nel fatto che le donne sempre più spesso provocano, cadono nell’arroganza, si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni. Bambini abbandonati a loro stessi, case sporche, piatti in tavola freddi e da fast food, vestiti sudici. Dunque se una famiglia finisce a ramengo e si arriva al delitto (forma di violenza da condannare e punire con fermezza) spesso le responsabilità sono condivise”, questo, a mio avviso e con linguaggio di altri tempi,  sembrava voler dire don Piero, e ognuno è libero di darne il giudizio che crede. Oggi, aggiungo io, ci sono padri separati, persone oneste e per bene, che per pagare gli alimenti a certe mogli che hanno causato la separazione (non succede quasi mai il contrario) sono costretti a dormire in macchina ed alimentarsi alla “Caritas”. E questo, per analogia, che cos’è ?  Forse,   “Maschilicidio”?   (cfr. Gazzettino  proprio di oggi 29/12)
Quando don Piero dice che certa stampa (non la comprende tutta) è fatta da giornalisti disgraziati, malvagi, giullari, che alimentano crociate di pezzenti ecc.ecc.  gli si può dare torto dopo ciò che succede ogni giorno anche  in questo contesto, in cui il Presidente della Repubblica trasforma una richiesta di grazia in una pena pecuniaria ?
Ripeto e concludo.  Io penso che in tutta questa vicenda, in cui la strumentalizzazione socio-politico-religiosa, ha senz’altro giocato un ruolo di prim’ordine, Don Piero Corsi, con tutti i difetti che può avere un essere umano, abbia voluto  esprimere, magari in malo modo, un pensiero evangelico. Che, ahimè, è stato ripreso anche  dai suoi superiori solo per non ossidare l’immagine della Chiesa.
Se così non fosse,  non esiterei un solo attimo per definire don Piero uno sprovveduto, per non usare altro aggettivo…squalificativo.
ARNALDO DE PORTI

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