Sabato, 17 maggio 2025 - ore 15.05

(CR) Pianeta migranti. Assegnare porti lontani alle ong è negare i soccorsi

Illustrate alla Camera dei deputati le conseguenze disatrose del decreto Piantedosi

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta migranti. Assegnare porti lontani alle ong è negare i soccorsi

(CR) Pianeta migranti. Assegnare porti lontani alle ong è negare i soccorsi

Illustrate alla Camera dei deputati le conseguenze disatrose del decreto Piantedosi.  

 Le regole del mare obbligano a salvare chiunque si trovi in difficoltà e a trasportare le persone salvate nel porto sicuro più vicino. Il decreto Piantedosi invece, spinge le navi in porti lontani.

Dal 2022 al 2024, le navi delle ong hanno percorso 275.000 km in più, pari a 6,5 volte il giro del mondo, per sbarcare naufraghi in porti distanti dal luogo del salvataggio.

SOS MEDITERRANEE, ong attiva dal 2014 sulla rotta del Mediterraneo centrale, ha salvato oltre 41.000 persone con la nave Ocean Viking. Nel 2024, ha soccorso 1.948 naufraghi, un terzo dei quali siriani. Ma il decreto Piantedosi ha imposto alla nave di sbarcare in porti lontani, aggravando così le sofferenze dei naufraghi e aumentando i costi operativi: la Ocean Viking ha speso 1,3 milioni di euro in più, e percorso 63.000 km aggiuntivi in due anni.

Dal 2022 al 2024, le ong sono state tenute lontane dalle zone di soccorso per 735 giorni. Nel frattempo, 4.225 persone sono morte in mare. A ciò va aggiunto il tempo in cui le navi sono inattive perché sottoposte a fermi amministrativi: 4 fermi nel 2023 e 10 nel 2024. L’accusa è di non rispettare le istruzioni della Guardia costiera libica e di mettere in pericolo i naufraghi. E’ un’accusa paradossale perché sono proprio le operazioni spericolate e violente della Guardia costiera, che vuole riportare le persone in Libia, a mettere a repetenaglio la loro vita! Va aggiunto inoltre, che la Guardia costiera libica è ritenuta dall’Onu “collusa con i trafficanti” dei  lager libici dove l’Onu stessa ha accertato la pratica di torture e trattamenti degradanti. Ma la Guardia costiera libica è finanziata proprio dal governo italiano ed è ‘logico’ che Piantedosi la difenda e colpisca invece, le ong che obbliga a sbarcare in porti lontani. Il decreto Piantedosi impedisce pure alle ong di effettuare salvataggi multipli anche se in mare ci sono altre barche in pericolo; se violano questa regola sono colpite da multe onerose.

Tutte queste situazioni sono state presentate da SOS MEDITERRANEE Italia in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, dove è stato messo in risalto che nei due anni di applicazione del decreto Piantedosi, a pagare il prezzo più alto sono state le 4225 persone morte in mare.

La presidente di SOS Mediterranée in confernza stampa ha detto: “Siamo qui per chiedere che il Governo garantisca il rispetto del diritto marittimo internazionale, che  revochi  il decreto-legge 1/2023 e il decreto-legge 145/2024 eliminando le restrizioni che ostacolano le operazioni di soccorso. Si smetta di assegnare porti di sbarco lontani che prolungano inutilmente le sofferenze dei naufraghi a bordo delle navi perché un porto lontano è un soccorso negato e la politica del governo, ha solo il terribile effetto di svuotare ulteriormente il mare di navi di soccorso, condannando le persone in difficoltà all’abbandono”. 

Il parlamentare dem Orsini presente alla conferenza ha aggiunto: “Questa strategia è nata con l’esternalizzazione delle frontiere, col ministro dell’Interno Marco Minniti, e prima con gli accordi con la Libia di Berlusconi”.  Per gestire i flussi si affida il lavoro sporco ai dittatori. Una violazione dei diritti per procura. Una strategia fallita con un prezzo umano altissimo”.

Resta una domanda di fondo: perché il governo prende di mira le ong se, in questi due anni, i salvataggi da loro effettuati hanno rappresentato solo  l’11% delle persone arrivate in Italia?

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