Sabato, 27 aprile 2024 - ore 01.54

Crema, Unione Ciechi e Ipovedenti: buon inizio del corso ‘Disabili visivi a scuola’

Ne dà conto Flavia Tozzi, Presidente di UICI Cremona

| Scritto da Redazione
Crema, Unione Ciechi e Ipovedenti: buon inizio del corso ‘Disabili visivi a scuola’

È iniziato molto bene, lo scorso martedì 4 ottobre, presso l’Istituto Professionale Sraffa di Crema, il corso Disabili visivi a scuola, promosso e organizzato dall’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, sede territoriale di Cremona, rivolto agli insegnanti e a tutto il personale scolastico e parascolastico. Il corso si svilupperà su tre moduli: dopo Crema, si svolgerà, nelle prossime settimane, a Casalmaggiore e Cremona. Il progetto, che già da alcuni anni l’UICI aveva in animo di realizzare, vuole essere d’aiuto a tutti coloro che, operando nel mondo della scuola, si trovano a dover accogliere e accompagnare un alunno non vedente o ipovedente attraverso il percorso di studi a partire dalla scuola materna fino alle superiori e, in alcuni casi, anche all’università.

«La disabilità visiva», ha affermato Flavia Tozzi, Presidente dell’UICI di Cremona nella sua breve introduzione al corso, «è sicuramente una delle più gravi e invalidanti e richiede pertanto interventi molto specifici e mirati. Il Percorso che una persona affetta da disabilità visiva deve affrontare per poter diventare parte attiva della società in cui vive, ha inizio, come per tutti, dalla scuola. A partire dalla materna, le elementari, le medie e le superiori, fino all’università, il cammino non è affatto semplice, per ovvie ragioni, ma il primo presupposto per garantirne il successo è far sì che il bambino si senta accolto nel giusto modo, circondato da personale preparato e competente».

Non sempre, purtroppo, gli insegnanti, compresi quelli di sostegno che spesso hanno solo una preparazione generica, hanno una chiara idea sul giusto modo di approciarsi all’alunno con problemi di vista. Da qui l’esigenza, da parte dell’UICI, di tentare di arginare questa carenza istituzionale, fornendo, tramite la propria consulenza di persone esperte del settore, in poche lezioni, suggerimenti e indicazioni utili, spunti che poi andranno approfonditi e sviluppati dai partecipanti al corso. «Compito fondamentale della nostra Associazione è quello di difendere e tutelare i diritti di chi non vede o vede poco, garantirgli una formazione culturale e professionale fino all’inserimento nel mondo del lavoro per renderlo parte attiva nella società in cui vive e far sì che non rimanga soggetto passivo solo di assistenza».

L’ultimo corso di questo genere, sempre tenuto dall’UICI, risale al lontano 2005 e, nonostante la vana ricerca di sovvenzioni e contributi economici, l’Unione non ha potuto ulteriormente procrastinare questa iniziativa, decidendo di autofinanziarla quasi per intero. Davanti a un gruppo di 28 corsisti, il Presidente del Consiglio Regionale UICI della Lombardia Nicola Stilla, Presidente Nazionale anche del Club Italiano del Braille, ha illustrato i passaggi storici che hanno condotto i ciechi dalla condizione di mendicanti o ricoverati negli ospizi a una dignitosa vita attiva, come professionisti, insegnanti, persone insomma in grado di dare un valido contributo alla società. Si è soffermato a sottolineare l’importanza dell’insegnamento del codice di scrittura e lettura Braille, che, per i ciechi assoluti di tutto il mondo, è ancora l’unico modo diretto di leggere e scrivere, rammaricandosi del fatto che troppo spesso esso non venga più insegnato i bambini, poiché considerato obsoleto rispetto alle nuove possibilità tecnologicamente avanzate, come sintesi vocali e testi digitali.

Stilla ha anche trattato il delicato tema del rapporto scuola-genitori e del rischio che l’ingerenza del neuropsichiatra nella formazione scolastica dell’alunno con disabilità visiva divenga troppo rilevante influenzando eccessivamente il percorso di studio. Inoltre, ha brevemente illustrato gli articoli della legge 138/2001, strumento ufficiale che classifica le categorie di ciechi assoluti, parziali, ipovedenti gravi, mediogravi e lievi. Altro importante argomento toccato è stato quello delle competenze istituzionali per l’assistenza scolastica ai disabili sensoriali, che Regione Lombardia ha, per il momento, ancora demandato alle aree vaste, questione che è ancora molto controversa e complicata, in quanto non tutte le ex province intendono rispettare tale mandato, adducendo quale scusa la mancanza di fondi. La fornitura dei testi scolastici in Braille, a caratteri ingranditi, la consulenza tiflologica e l’assistente alla comunicazione devono quindi essere garantite dalle aree vaste, mentre l’assistente alla persona è in carico ai comuni.

Infine, Stilla ha ricordato l’IRiFoR (Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione), che si occupa di realizzare corsi di formazione e riabilitazione, di cui esiste una sede anche a Cremona presso l’UICI in via Palestro e, prima di congedarsi dagli allievi, ha distribuito un piccolo opuscolo dal titolo Mani che leggono, dove è illustrato il sistema di scrittura Braille, ribadendo che per un bambino non vedente il tatto è essenziale per conoscere l’ambiente che lo circonda, perciò non bisogna mai impedirgli di toccare tutto, anche se questo a volte può essere un po’ pericoloso e, «se si sporca le mani», ha concluso, «si possono sempre lavare, ma non si deve mai impedire al bambino di esplorare gli oggetti, perché questo è fondamentale per la sua autonomia». Il corso è proseguito con due nuove lezioni, mercoledì 5 con il prof. Abba, ex direttore dell’Istituto dei Ciechi di Milano, che ha trattato l’importante tema dell’inclusione scolastica, partendo dalla propria personale esperienza come insegnante di alunni non vedenti e ipovedenti prima nelle scuole speciali per ciechi, poi nella scuola cosiddetta “di tutti”, e giovedì con il docente Gianbattista Rossi, consulente informatico, anch’egli collaboratore dell’Istituto, ente che da più di 150 anni è sede di un centro che fornisce consulenza tiflologica e personale altamente qualificato a tutta la Lombardia, un’eccellenza in questo campo, insieme alla Biblioteca per Ciechi Regina Margherita di Monza, che da quasi cent’anni, distribuisce testi in Braille, a caratteri ingranditi e su supporto digitale ai ciechi e agli ipovedenti di tutta Italia.

Nei prossimi giorni verranno illustrati altri temi, quali le modalità di apprendimento degli allievi con disabilità visiva, trattato dal prof. Paolo Colli e l’autonomia e mobilità dall’istruttore Sebastiano Presti. A quanto pare, l’indice di gradimento manifestato dal personale scolastico e parascolastico nei confronti di questa iniziativa sembra in notevole aumento, visto che da 28 partecipanti si è arrivati a 31. Al termine, verranno effettuati test di apprendimento per valutare il grado di successo del corso.

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