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Cremona e le sue strade. Via Attilio Boldori di Laura Bosio.

| Scritto da Redazione
Cremona e le sue strade. Via Attilio Boldori di Laura Bosio.

E’ una strada austera e spesso in ombra, e procede, a senso unico, da via Ponchielli fino in via Verdi. Stiamo parlando di via Attilio Boldori, situata nel cuore del centro storico, nota per l’ex collegio dei Gesuiti (ora liceo statale Manin), ma anche perché vi di affaccia il retro della Prefettura e della Provincia.
Il suo primo nome fu quello di una nota famiglia cremonese, strada De Zanis, nel XIV secolo. Divenne poi contrada Zanna, quindi via Biblioteca (vi si affacciava la biblioteca del collegio) nel 1869. A memoria di colui che fu direttore della biblioteca, nel 1915 divenne quindi via Stefano Bissolati. Nel 1923 la strada divenne via Martiri Fascisti, a memorie di un fatto storico decisivo per Cremona: accadde il 27 ottobre 1922, quando Farinacci ordinò di occupare la Prefettura, anticipando gli ordini di Mussolini. Fu una strage, che vide una decina di morti e 40 feriti. Il 7 maggio 1945 cambiare il nome di quella via fu uno dei primi atti della nuova Giunta comunale, che decise di sostituire, ai martiri fascisti, il nome di uno dei martiri dei fascisti, Attilio Boldori, che morì appunto per mano dei fascisti a neanche quarant’anni.

Nato a Duemiglia (Cremona) nel 1883, Attilio Boldori fu assassinato dai fascisti l’11 dicembre 1921.?
La sua vita fu breve ma ricca e intensa. Egli fu costretto a lasciare la scuola ancora giovane, per iniziare a lavorare. Fu dapprima garzone muratore, quindi tipografo, fino a diventare presidente della Società tipografica cremonese. Nel 1914 fu eletto, nella lista del Psi, alla carica di consigliere comunale e poi sindaco del comune di Due Miglia. Chiamato alle armi, combatté, durante il primo conflitto mondiale, per lungo tempo in trincea. A guerra finita, tornò molto provato fisicamente dai disagi subiti. Riprese il suo lavoro e l’attività politica. Successivamente venne eletto anche consigliere dell’Amministrazione provinciale e ne divenne il vice presidente nell’ottobre 1920.
Furono diversi i fronti su cui si estrinsecò il suo impegno. Il primo fu quello della cooperazione, allora in forte sviluppo nelle nostre terre. Erano sorte numerose cooperative di consumo, di lavoro ed agricole: Boldori si prefisse di metterle in sinergia, di coordinarle tra loro e ci riuscì creando la Federazione delle cooperative cremonesi, organizzazione della quale fu il primo presidente e che permise alle cooperative stesse di compiere importanti passi avanti per le comuni finalità di dare lavoro ai disoccupati e portare sul terreno concreto dell’economia finalità di sviluppo e di solidarietà.

L’altro versante fu quello di amministratore pubblico locale. I socialisti si battevano perché i Comuni avessero più poteri e risorse per far fronte alle esisgenze di una popolazione che viveva nella miseria. Per queste finalità Boldori fu tra gli elementi di punta.
Nel 1920, in uno scontro tra fascisti e avversari di questi, rimasero uccisi due socialisti e due fascisti. Boldori, presente al fatto, rimase ferito al braccio da una pallottola.
Le inimicizie che aveva tra i fascisti erano notevoli, e lo portarono diverse volte a confronti tutt’altro che pacifici con l’altra fazione. Un’odio che culminò nel tragico delitto che lo vide vittima. L’11 dicembre 1921 era stato avvistato, fermo in aperta campagna con tre amici vicino all’auto in panne, da una ventina di squadristi che giravano su un camion. Questi si fermarono e scesero dal camion aggredendoli. Mentre gli altri tre riuscivano a mettersi in salvo, Boldori – riconosciuto – fu inseguito, raggiunto vicino ad una cascina presso S. Vito di Casalbuttano, e picchiato fino a provocarne la morte.

L’efferato assassinio ebbe una forte risonanza nazionale, tanto che a Cremona venne proclamato uno sciopero generale.?Ai suoi funerali, pur essendo la città percorsa da squadre fasciste parteciparono larghe masse di cittadini.

Nel 1945, dopo la Liberazione, il sacrificio di Attilio Boldori fu degnamente ricordato da tutti. Nel cimitero della città gli fu eretto un monumento a testimonianza dei democratici cremonesi e gli fu dedicata una via del centro di Cremona.
Da sindaco del Comune di Due Miglia, Boldori seppe affrontare resistenze di carattere campanilistico e non lesinò l'impegno affinché il suo Comune si unificasse con quello di Cremona, portando a sinergia situazioni che altrimenti, nel tempo, si sarebbero rivelate pesanti da sostenere.


Altre pubblicazione sulle strade di Cremona:
Cremona e le sue strade. Via Guido Grandi di Laura Bosio.
https://www.welfarenetwork.it/cremona-e-le-sue-strade-via-guido-grandi-di-laura-bosio--20111023/

Cremona e le sue strade. Via Cadolini di Laura Bosio.
https://www.welfarenetwork.it/cremona-e-le-sue-strade-via-cadolini-di-laura-bosio-20111004/

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